di Bruno Demasi
Non si capisce quanti finora abbiano cercato concretamente di individuare il luogo della Calabria in cui pare venga tenuta nascosta la Croce vera di Cristo. E non si sa nemmeno a chi convenga ancora cercarla in posti dove sicuramente non sarà mai trovata e di cui - giusto per evitare tentativi a vuoto agli eventuali cercatori - si potrebbe tentare un elenco minimo: - esternazioni e saggi di alcuni intellettuali nostrani che , menando vanto del loro ateismo, annaspano per difendere la ndrangheta e piangono calde lacrime sul fatto che la nostra povera terra sarebbe stata abbandonata dallo Stato con l’alibi dell’esistenza in questa regione delle cosche mafiose, che , secondo loro, invece non esistono e, se esistono, sono a loro volta vittime sacrificali di magistrati senza scrupoli in cerca di pubblicità;
- consuetudini ndranghetistiche vecchie e nuove, celebrate come genuine e innocenti tradizioni della calabresità migliore;
- accuse sibilate verso la Magistratura Calabrese, rea , secondo i nostri intellettuali - vati, di perseguitare gli imperseguitabili, nel cui dna ultimamente sarebbero entrati – non si sa come – i crismi dell’infallibilità e della bontà a oltranza;
- fiumi di denaro che invece lo Stato ha mandato in Calabria ( magari soltanto per non essere accusato da nessuno di non averceli mandati) e che hanno preso tutti direzioni sconosciute dividendosi magicamente in mille rivoli per poi finire in altrettanti conti correnti nei paradisi fiscali ;
- poveri di vario colore della pelle, capitati qui non certo per caso, frodati persino di un boccone di pane, malgrado l'abbonanza di Papà o Mamme Africa, sfruttati scientificamente come numeri di un immenso castello di carte destinato a produrre denaro;
- letti d'ospedale per occupare i quali bisogna avere la stessa fortuna della vincita di un terno al lotto;
- acrobazie eleganti della maggior parte dei politici locali sempre pronti a lanciarsi sul carro del vincitore di turno designato dall’alto delle logge…
- miliardi consumati in opere pubbliche rimaste allo stato larvale di buco fine a se stesso, come quelli che graziosamente adornano ciò che resta delle strade;
- scuole in cui si perpetua l’arte del disimparare per non rischiare mai di far ragionare con la propria testa le ultime generazioni di giovani alla ricerca del caporione di turno...
- esaltazione dell’inutile, del brutto, del vacuo e del superfluo;
- sotto i mantelli e gli orpelli di tanti uomini e donne "di chiesa" poco inclini ad accogliere chi non lo è, sempre più gelosi e golosi delle loro prerogative.
Sui luoghi più probabili in cui la vera Croce di Cristo potrebbe ralmente nascondersi giungono invece segnalazioni sempre più flebili e sussurrate.Forse occorrerebbe cercarla nelle spine in cui si dibattono le persone che non hanno la fortuna di essere intellettuali, ma hanno sicuramente quella di essere oppresse dall’ingiustizia e dallo strapotere mafioso che oggi riesce perfino ad autocelebrarsi ed autoassolversi in tanta sociologia e in tanta letteratura alla moda.
Forse nelle gambe stanchissime e malferme di chi se n’è andato a cercare lavoro altrove.
Forse nelle mani dure e callose dei pochi testardi rimasti.
Forse nella voglia 'colpevole' di chi si illude ancora di poter invocare giustizia e onestà.
Non è dato saperlo, comunque è sempre più difficile cercarla, tremendamente difficile e urgente trovarla .
Perché senza la Croce Vera non ci può essere Vera Resurrezione.
Per nessuno!

