Felice Delfino: " La presenza ebraica nella storia reggina",
Disoblio Editore, Reggio Calabria, 2013.
La presenza ebraica in Calabria, e nella provincia di Reggio Calabria in particolare, come testimoniato da Felice Delfino in questo prezioso lavoro di accurata ricerca storica, è stata non solo fatto cultuale e religioso in senso stretto, ma soprattutto storia concreta di cultura ed economia.
Il giovane storico in questo minuzioso trattato fa un lungo excursus nei vari centri reggini dove ci sono stati nuclei, spesso isolati, di cittadini aventi origine e religione ebraica che hanno vissuto e promosso la macchina
economica dell’ “isola della rugiada divina” (così tradotta la parola Italia dall’ebraico).
La maggiore presenza è stata in Reggio Calabria, ma ancora tutti da esplorare e da quantificare sono gli insediamenti ebraici sia sulla costa ionica sia sulla costa tirrenica dell’attuale provincia se si dà doveroso credito alle eredità linguistice e toponomastiche che abbondano, specialmente nell’entroterra tirrenico.
L’attività svolta dagli Ebrei era peculiarmente rivolta al commercio, alla medicina, all’artigianato ma anche all’usura, come giustamente viene evidenziato dal Delfino.
L’usura veniva esercitata dagli ebrei con l‘autorizzazione dai vari sovrani e anche dei signori dei vari territori in virtù della Costituzione Melfitana risalente al periodo svevo, ed in particolare dell’articolo VI – De usuraiis puniendis – da cui si evince che l’esercizio dell’usura era attività esclusiva degli Ebrei.
Altra attività ebraica fondamentale era l'arte della stampa, tanto che già nel 1475 a Reggio Calabria veniva stampato il primo libro in ebraico ad opera di Abraham ben Garton che proveniva dalla Germania e portava con sè l’arte appresa da Gutenberg (1455).
Attiva era anche l’arte serica che durò in Calabria – pensiamo alle filande di Cannitello - fino al secondo dopoguerra mondiale.
Felice Delfino, cui auguriamo ulteriori e grandi soddisfazioni nei suoi attenti studi, ha dato agli studiosi un ottimo lavoro sulle vicissitudini calabresi del popolo ebraico. Un saggio che merita grande attenzione anche per riscoprire tanti valori perduti e comprendere numerose sfumature linguistiche e culturali presenti ancora nella nostra quotidianità.
Disoblio Editore, Reggio Calabria, 2013.
di Rocco Giuseppe Tassone
La presenza ebraica in Calabria, e nella provincia di Reggio Calabria in particolare, come testimoniato da Felice Delfino in questo prezioso lavoro di accurata ricerca storica, è stata non solo fatto cultuale e religioso in senso stretto, ma soprattutto storia concreta di cultura ed economia.
Il giovane storico in questo minuzioso trattato fa un lungo excursus nei vari centri reggini dove ci sono stati nuclei, spesso isolati, di cittadini aventi origine e religione ebraica che hanno vissuto e promosso la macchina
economica dell’ “isola della rugiada divina” (così tradotta la parola Italia dall’ebraico).
La maggiore presenza è stata in Reggio Calabria, ma ancora tutti da esplorare e da quantificare sono gli insediamenti ebraici sia sulla costa ionica sia sulla costa tirrenica dell’attuale provincia se si dà doveroso credito alle eredità linguistice e toponomastiche che abbondano, specialmente nell’entroterra tirrenico.
L’attività svolta dagli Ebrei era peculiarmente rivolta al commercio, alla medicina, all’artigianato ma anche all’usura, come giustamente viene evidenziato dal Delfino.
L’usura veniva esercitata dagli ebrei con l‘autorizzazione dai vari sovrani e anche dei signori dei vari territori in virtù della Costituzione Melfitana risalente al periodo svevo, ed in particolare dell’articolo VI – De usuraiis puniendis – da cui si evince che l’esercizio dell’usura era attività esclusiva degli Ebrei.
Altra attività ebraica fondamentale era l'arte della stampa, tanto che già nel 1475 a Reggio Calabria veniva stampato il primo libro in ebraico ad opera di Abraham ben Garton che proveniva dalla Germania e portava con sè l’arte appresa da Gutenberg (1455).
Attiva era anche l’arte serica che durò in Calabria – pensiamo alle filande di Cannitello - fino al secondo dopoguerra mondiale.
Felice Delfino, cui auguriamo ulteriori e grandi soddisfazioni nei suoi attenti studi, ha dato agli studiosi un ottimo lavoro sulle vicissitudini calabresi del popolo ebraico. Un saggio che merita grande attenzione anche per riscoprire tanti valori perduti e comprendere numerose sfumature linguistiche e culturali presenti ancora nella nostra quotidianità.