di Felice Delfino
E' una ricerca effettuata di recente dall’Università della Calabria – sulla quale Felice Delfino riflette egregiamente in questo pezzo - che mette in luce una delle piaghe più endemiche della nostra regione: l’analfabetismo funzionale che probabilmente è più pericoloso e micidiale dell’analfabetismo storico, peraltro mai debellato completamente, neanche nei primi due decenni del Terzo Millennio. Il dato può essere accettato o criticato finchè si vuole, comunque è inconfutabile ed impressionante per almeno due ordini di motivi. Il primo motivo riguarda il fallimento pressochè totale dell’universo scolastico calabrese che, pur nella vacuità e nell’approssimazione con cui hanno amministrato l’istruzione pubblica i governi che si sono succeduti nell’ultimo cinquantennio, non ha saputo organizzarsi a livello locale in termini di elementare fruibilità del servizio pubblico da parte di larghe fasce della popolazione. Anche l’istruzione vera dalle nostre parti è merce per pochi privilegiati, per gli altri soltanto facciata inconsistente, fiera dell’inutilità, progettualità miliardaria (vdns i fondi europei) sperperata nella maggior parte delle scuole. Il secondo motivo è solo un corollario: l’alta percentuale di analfabetismo funzionale in Calabria , qualora l’Unical non avesse fatto questa rigorosa ricerca, sarebbe facilissimamente dimostrabile dall’incuranza con cui i Calabresi , unici nel panorama politico regionale, da oltre quaranta anni a questa parte continuano a mettere a capo della loro regione le solite persone le quali, indipendentemente dai cosiddetti colori politici, da una consiliatura all’altra praticano solo lo sport di rimpallarsi accuse in un gioco nauseabondo di potere che è solo “teatro” perché poi vanno a braccetto tra loro, perché si tratta sempre e comunque delle stesse persone che si riciclano da una sigla all’altra per disorientare la gente, ma appartengono allo stesso unico grande partito, quello degli opportunisti che largamente in tanti casi attingono ancora le loro fortune e le loro scalate ai voti di scambio. C’è peggiore analfabetismo, oltre che nella società, nell’elettorato calabro ? (Bruno Demasi)
I Calabresi , come tutti, sono misteri che mutano e si evolvono come tutte le società, secondo il teorema di Darwin, il cui principio si basa fondamentalmente su due punti: caso e necessità! Secondo lo scienziato, le mutazioni genetiche naturali si verificano per errori che si adattano all'ambiente naturale e così siamo nella modernità più alti, più eretti rispetto al primo ominide ingobbito e dall'aspetto somigliante ad uno scimpanzé'… dunque oggi, un uomo e' anche – o dovrebbe essere - , in media più istruito e più pensante!
Anche in Calabria però il cervello non e' esente dal fenomeno mutevole del tempo ed e' soggetto direttamente ed indirettamente alle regole darwiniane che comprendono ed interessano tutta la struttura fisica e psichica dell'io pensante come qualsiasi altra parte del corpo umano. E' la regola certa del panta rei, del tutto che scorre direbbe Eraclito, ma nell'attuale epoca del digitale e del multimediale, quando il mondo gira su ritmi assai frenetici, è stato radicalmente sconvolto ogni nostro modus vivendi e cogitandi.
La Calabria che oggi appare depressa sul piano culturale ha beneficiato da sempre di eccellenze intellettuali , sin dall’antichità, essendo stata patria di illustri: da Talete di Mileto che ha dato il via alla filosofia, a Pitagora, a Tommaso Campanella,; da Barlaam alla sublime Nosside; da Saverio Strati a Corrado Alvaro, solo per citare alcune tra le centinaia , forse migliaia di figure che hanno reso grande questa terra .
Un dato negativo però è emerso poco più di un anno fa quando le statistiche del professore di Demografia, Giuseppe de Bartolo, dell’Unical , hanno sottolineato come la regione detiene il triste primato nazionale di analfabeti funzionali, il 15,2 % le donne, il 10,9%, gli uomini per un totale impressionante di individui con carenze di competenze quotidiane, nonostante sappiano leggere e scrivere. E pensare che, a parte questo e a parte i problemi gestionali e finanziari, dell’era post Scopelliti, Reggio Calabria si e' candidata recentemente a capitale della cultura!! Il passato illustre e l’eminenza archeologica c'e', ma quanti leggono? E non consola certo il fatto che tale analfabetismo, in percentuali minori, interessi tutta la Penisola o che un Feltri possa con ogni probabilità esserne a sua volta esserne interessato.
Lo stesso Feltri che dopo le recenti bordate contro la nostra regione si e' scusato asserendo che l'inferiorità del Sud rispetto al Nord è una questione di portafoglio e non di cervello, da cui l’assioma che le ragioni della nostra inferiorità non sarebbero antropologiche ma economiche! Ci verrebbe spontaneo domandare a Feltri quale merito abbia avuto il Nord per procacciarsi quella ricchezza - che oggi non e' nemmeno più tanto florida – al di là delle risorse meridionali cui ha ampiamente attinto alla fine della monarchia meridionale. Ma sarebbe domanda retorica e storia controversa.
Meno controverso quanto sussurrato da Vittorio Emanuele II, secondo cui “ andare a letto con i meridionali e' come andare con un malato di vaiolo" o da Lombroso, a cui hanno spudoratamente dedicato un museo di antropologia criminale a Torino, il quale sosteneva apertamente che una fossetta occipitale nel cranio meridionale portasse molte persone del sud a delinquere!
Sarà per questo forse che ancora oggi la Calabria detiene il triste primato dell’analfabetismo funzionale ( per non parlare di quello politico)?