mercoledì 15 luglio 2015

E’ STRANO !! IN CALABRIA SI PARLA ANCORA DI POLITICA ...

di Bruno Demasi
    C’è quasi da sorprendersi se nel marasma sociale e culturale in cui sguazziamo beati da oltre un secolo e mezzo , ancora in terza o quarta pagina i quotidiani locali trovano il coraggio di inserire qualche microscopico trafiletto sulla vita politica calabra, se i periodici cartacei dediti non esclusivamente ad esercizi di lingua ardiscono pubblicare qualche servizio, se sui social o per le strade qualcuno ha ancora la voglia di parlare e discutere di quanto accade nei palazzi del potere sempre più guardati a vista...
    C’è da fare salti di gioia poi quando il piccolo incavolamento generale ( non certo l’indignazione) a malapena generato dallo scoperchiamento di maleodoranti pentoloni di corruzione, dura più di tre o quattro giorni o quando le TV locali e nazionali, parlando di Calabria, riescono a trovare un angolino in penombra dietro i riflettori puntati sulle madonne, gli inchini , le visioni, i convegni, i raduni, i premi canori o letterari per informare la gente distratta di quel minestrone in interessi in sobbollimento perpetuo che è la vita politica calabrese.
    Dunque accontentiamoci perché dalle nostre parti mai si è parlato molto di politica a memoria di elefante vuoi per sacro e giustificato terrore di molti pericolosi personaggi di potere che la storia locale ci ha regalato, vuoi per il timore reverenziale che noi calabresi nutriamo per i Palazzi (sacri o meno sacri che siano), vuoi soprattutto per il fatto che ormai, avendo sperimentato di tutto, tutto accettiamo come un castigo di Dio sperando che passi presto e non lasci strascichi al veleno come il codarratto.
    Che , tutto sommato, ancora se ne parli dovrebbe essere contento più di noi, sudditi della libera repubblica calabra ormai quasi privi del diritto di cittadinanza, il primo cittadino della Regione che dopo otto mesi dalla sua plebiscitaria elezione finalmente è riuscito a mettere insieme una giunta regionale con parvenza di giunta regionale e che , almeno numericamente, non ha nulla della minigiunta minioperativa minicompetente che aveva creato in un momento di distrazione qualche mese fa e che era tanto mini da squagliarsi come neve al sole sotto i pallidissimi riflettori dell’ennesimo scandalo della corruzione regionale.    Ora la Giunta c’è: ho controllato a lungo in giro. Dicono tutti che c’è ed è la seguente: 

Bilancio e Programmazione:
Prof. Viscomi Antonio – Ordinario di Diritto del Lavoro
Università “Magna Grecia” di Catanzaro.
Economia:
Dott.ssa Barbalace Carmela – Dirigente Regione Calabria.
Gioia Tauro, Logistica e Sistema Portuale Regionale
Prof. Russo Francesco – Ordinario Ingegneria Trasporti
Università “Mediterranea” di Reggio Calabria.
Ambiente:
Dott.ssa Rizzo Antonella – Dirigente Amministrativo.
Infrastrutture:
Prof. Musmanno Roberto – Ordinario Ricerca Operativa
Unical.
Lavoro e Welfare:
Dott.ssa Roccisano Federica Ricercatrice- Project Manager
Università “Dante Alighieri” di Reggio Calabria.
Pianificazione Territoriale:
Prof. Rossi Franco -Ordinario Tecnica e Pianificazione Urbanistica Unical
    Una giunta , grosso modo attendibile, almeno sulla carta, anche se ingiustificatamente tardiva, ma, fatta la Giunta, bisognerebbe fare i Calabresi, direbbe qualcuno…questo però è un altro discorso… 

    Non sono invece discorsi peregrini le piaghe paurose della Sanità , dell’Istruzione , della gestione dei fondi europei, del baratro inconfessabile della  legalità, del debito miliardario ( a proposito perchè non impiegare lo scialo dei  fondi europei per sanarlo una volta per tutte?) che questa nuova giunta dovrebbe iniziare a sanare. Magari con il coraggio di ripartire da zero annullando inghippi, storture, compromessi e pagnotte confezionati fino a questo momento, specialmente nella dislocazione degli ospedali e delle scuole sul territorio. ma anche delle preture e dei tribunali..
    Staremo a vedere, anche se c’è già qualche imbarazzante punto interrogativo su qualcuno di questi nomi. Nulla però di assimilabile al terremoto che nella punteggiatura, nell’ortografia e nella sintassi della Calabria aveva provocato la nomina di soli tre poveri assessori insieme ai quali Oliverio avrebbe preteso di governare la Regione e che gli ha fatto sprecare almeno sette mesi di tempo.
   Ma cos’è il tempo in Calabria? Un grande maestro - risponderebbe Berlioz - peccato che uccida tutti i suoi allievi.
    O li faccia emigrare.