domenica 2 settembre 2018

LE ANTICHE SEDI EPISCOPALI DI TAURIANA E OPPIDO

di Don Giuseppe Papalia

    Sembrerà strano, ma  a volte le certezze storiche  sono frutti di una stratificazione di congetture o di ipotesi più o meno attendibili, ma prive di dimostrazione. Una di queste latenti certezze riguarda il presunto cordone ombelicale che ha legato a suo tempo la sede episcopale di Tauriana, tanto affascinante quanto ancora misteriosa, con quella di Oppido, nell’entroterra dell’attuale piana di Gioia Tauro o, per essere più precisi in quella Vallis Salinarum che gli studi condotti su altri versanti circoscrivono al grande bacino del Metauro-Marro-Petrace). Una certezza che rasenta il mito poichè considera la distruzione della sede taurianense ad opera degli attacchi saraceni il motivo coatto della  conseguente nascita nell’entroterra, in direzione S-E, della sede episcopale oppidese.
     Lo studio , rigorosissimo nella ricerca documentaria e appassionato nell'analisi delle fonti, di Giuseppe Papalia pone in modo serio dei dubbi importanti su questa credenza, ma al contempo, con le sue sintesi serrate ed asciutte, getta nuova luce sulla storia vera del territorio dell’attuale porzione di Piana cui ci si sta riferendo.
    Un lavoro dunque tanto approfondito quanto prezioso per chi voglia  giungere a una visione  più ampia della vita sociale, civile e religiosa di queste terre almeno dall’età imperiale fino al XII secolo e per quanti, smarriti nella mole documentaria e letteraria esistente, ancora forse disconoscono i tratti veri di queste due antichissime sedi episcopali e del significato da loro assunto sul piano politico nella gestione di questo territorio fiorente di enormi risorse, ma funestato fino ad oggi (!) da incursioni di ogni genere e da ricorrenti forme di barbarie.
    Lo studio è  organicamente distinto in tre parti: nella prima vengono presentate in modo chiarissimo  le fonti e le conquiste storiche sulla chiesa taurianense nel lunghissimo periodo che va dal V all’XI secolo; nella seconda viene condotta un’analisi sintetica, ma esaustiva, sulle fonti documentarie e sulla nascita e la vita della sede episcopale di Hagia Agathé (Oppido); nella terza viene sviluppata attentamente l’analisi delle fonti che accreditano l’Oppidensis Ecclesia nel periodo fondamentale che intercorre tra l’XI e il XIV secolo.
    Un lavoro imprescindibile e nuovissimo di ricerca col grande valore aggiunto dell’amore nutrito dall'Autore  per questa terra e per le sue radici bizantine. (Bruno Demasi).

(Giuseppe Papalia: “Le antiche sedi episcopali di Tauriana e di Oppido- Dimensioni religioso- geografiche e storico-sociali nella Vallis Salinarum in epoca medioevale” in “Estudios”, Barcellona – Madrid – Roma, 2018) 
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    Le Ecclesiae Taurinensis ed Oppidensis sono divenute l’espressione culturale della Vallis Salinarum, tanto da caratterizzarla profondamente fino a oggi.
    La storiografia locale ha ritenuto senza dubbio alcuno la continuità esistente tra la sopressa sede episcopale di Tauriana e quella di Oppido. Questo principio però si presenta oggi molto discutibile alla luce delle ricerche effettuate, poiché per la prima metà dell’XI secolo le fonti documentano la contemporanea esistenza delle due ecclesiae: i più anticchi documenti di cui disponiamo al momento asseriscono che la diocesi e il castrum di Oppido esistevano già nel 1044, mentre la sede episcopale di Tauriana risulta ancora esistente in modo inequivocabile anche negli anni successivi(1068, 1112/1113). 

    E’ dunque necessario affrontare uno studio ulteriore che dimostri se si tratti solo di un errato computo del tempo e/o di un’erronea analisi delle fonti oppure se ci sia veramente stata una contemporaneità delle due ecclesiae…
    L’esame delle fonti ci presenta comunque una chiesa locale profondamente radicata al territorio. All’interno le comunità appaiono articolate, con raggruppamenti di fedeli estremamente eterogenei sul piano culturale e sociale. Si nota anche un crescente prestigio e rilievo durante i secoli a livello pubblico da parte del clero, e in particolare dei vescovi, che oltre a detenere il governo religioso, avevano ottenuto l’episcopalis audientia, il potere di giudicare nelle cause laiche e di defensores civitatis ( come nel caso della disputa per i beni del conte Marescotto a Oppido). Queste prerogative sono espressione di un generale potere di moderatio tipico della societas medioevale, da esercitare soprattutto nei confronti delle istituzioni pubbliche e civili, sempre più esose fiscalmente e legate ai potenti. 

    In quanto amministratrici di molti beni inalienabili ed esenti dall’imposta fondiaria, di cui la chiesa di Tauriana e poi anche quella di Oppido divenivano in seguito proprietarie, le stesse  ecclesiae favorivano la costituzione di chiese e monasteri rurali e ne amministravano terreni e proprietà all’interno di una dimensione di evergesìa ecclesiastica….
    L’intero territorio della Vallis Salinarum era caratterizzato da un’accentuate dialettica sociale, culturale e religiosa di centro-periferia tra le civitates di Tauriana e di Oppido e le popolazioni rurali che abitavano e amministravano la maggior parte dei choria/villae, dando vita ad una sorta di federazione di città- stato...
    Tauriana erediterà la magnificenza dell’età imperiale, ma subirà un declino inarrestabile nei secoli X e XI, tanto da essere presentata come civitas desolata. Oppido, al contrario, dalle rovine di un antico castrum diverrà civitas fiorente nell’XI secolo, tanto da conseguire il titolo di sedes episcopalis… 

    Malgrado la grande mole documentaria, è ravvisabile una certa discontinuità ed eterogeneità delle fonti, spesso determinata dai numerosi e repentini sconvolgimenti storici che ha vissuto la Vallis Salinarum, espressioni e cause, a loro volta, di fratture, lacerazioni, crisi sociali e culturali…
    La cultura e il rito bizantino che le fonti hanno riconsegnato alla nostra storia dunque devono ancora essere profondamente presi in esame.. 

Un’ulteriore indagine va riservata all’ambito codicologico, per il quale sarà opportuna la redazione di un repertorio dei manoscritti vergati nella diocesi oppidese e anche in ambito archelogico è sempre più evidente la necessità di avviare nuove ricerche oltre che nell’antica Tauriana, già ampiamente indagata, nel sito della Oppido medioevale per poter disporre di  nuovi dati indispensabili a colmare le lacune residue.
    La mia indagine è il preludio di una futura ricerca  completa , ormai indispensabile, sulla Vallis Salinarum e le sue diocesi.