domenica 7 ottobre 2018

CALABRIA: MUOIONO LE FAVOLE, SI MOLTIPLICANO GLI INCUBI

di Ilario Ammendolia

    Mimmo Lucano è stato definito uno “0” adesso che è stato arrestato è 1. Uno dei tanti innocenti che hanno provato l’onta delle manette.
    “Uno” che sommandosi agli altri diventano migliaia ed insieme pongono il problema libertà e della democrazia nella nostra Terra.
    Mimmo Lucano conferma la regola.
    La grande stampa, si è divisa al suo interno tra colpevolisti e innocentisti . Io, in cuor mio, so che Mimmo Lucano è innocente ma non mi iscrivo ne tra i primi e ne tre i secondi. Io sono sempre stato e resto garantista con tutti. Premetto che a Mimmo Lucano voglio un bene dall’anima e con Lui abbiamo lavorato insieme e vissuto esperienze sull’accoglienza che restano delle pietre miliari nella storia della Calabria. Anch’io da sindaco ho rilasciato documenti “fittizi” salvando qualche ragazza dalla tratta e dallo schiavismo e sono arrivato a riconoscere il diritto di voto alle elezioni amministrative ai migranti regolarmente residenti nel territorio del Comune ritenendo di muovermi nel rispetto sostanziale della Costituzione.
    Per tutti questi motivi ho vissuto intensamente dal punto di vista umano l’attuale drammatica esperienza di Riace ma sempre con lo stesso stato d’animo con cui mi sono schierato con un ragazzo di San Luca tenuto un anno in carcere per errore di persona o con un bracciante tenuto tre anni in galera e poi assolto da ogni accusa. Con lo stesso stato d’animo che normalmente vivo ogni attacco alle garanzie costituzionali ed alle libertà personali. Per cui quando viene arrestata una persona non violenta e senza un giusto processo io mi sono collocato sempre e naturalmente al suo fianco, senza mai domandarmi se è di “destra” o di “sinistra”. Se sindaco o artigiano, ricco o povero L’innocenza come la libertà e la giustizia, non hanno colore e certamente non è di “Sinistra” l’atteggiamento di chi è garantista oggi e forcaiolo sempre. così che gli “altri” diventino degli “0” . Considero un tale atteggiamento da élite autoreferenziale che mina alle basi il concetto di “uguaglianza” tra cittadini.
    La nostra controparte non può essere la procura di Locri in quanto tale anche se la magistratura calabrese, pur in presenza di tanti bravissimi magistrati, ha scritto pagine nere nella nostra storia .

    La nostra battaglia va oltre la vicenda attuale e noi non siamo ne faziosi, ne strabici e ne miopi. Abbiamo memoria storica tanto da ricordare che a Camini, (due passi da Riace) un sindaco di specchiata onestà e mitezza( certificata dai giudici) è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Stilaro”. Era un anziano maestro elementare e probabilmente la sua salute non ha retto all’urto violento. E’ morto nel silenzio generale. ------ Nella stessa operazione è stato arrestato Von Zanthen, un imprenditore di avanguardia, che era sceso con entusiasmo in Calabria dall’Olanda per produrre fiori. Innocente. Dopo l’ esperienza drammatica del carcere non credo che abbia più valicato le Alpi e delle serre restano residui senza domani.
    Imboccando questa strada la Calabria è diventata un deserto e dove non è arrivata la mafia è arrivata la repressione ed una nebbia di sospetto criminale ha avvolto la parte migliore della nostra terra. Il procuratore di Locri dice “abbiamo lanciato una bomba in un favola”. E’ vero Signor Procuratore, ma perché far finire una favola senza un giusto processo? Perché rovinare la vita a delle persone non violente, perbene e incensurate prima che un tribunale pronunciasse la sentenza ? Muoiono la favole- da Bregantini a Riace, passando per Natale Bianchi- ma restano tutti i nostri incubi. Così la Calabria è diventata una terra desolata in cui vivono bene solo malfattori, “sceriffi” e parassiti !
    Molti saranno contenti del fatto che la fiction su Riace che mostrava una Calabria bella e positiva non andrà più in onda perché solo così si potrà dare più spazio ai narratori della Calabria inchiodata alla sua croce criminale.
    L’inchiesta su Mimmo Lucano mette, ancora una volta, in discussione la proiezione storica dello “Stato” in Calabria che 70 anni fa faceva sparare sui contadini inermi, successivamente ha fatto patti di ferro con la ndrangheta, oggi ha bisogno delle repressione generalizzata per rilegarci al ruolo di colonia interna. Ovviamente non mi riferisco allo Stato in astratto bensì alle fortissime ed agguerrite minoranze che tengono in mano le redini dell’apparato statale , ne determinano la politica e, fanno della “legge” la loro spada e scudo per tenere sottomessi i cittadini. Ed in un tale contesto sono sacrosante la parole di Mimmo Lucano “sono un fuorilegge perché mi riconosco nella Costituzione”. Ed in Calabria- in nome della legge- la Costituzione è fatta in mille pezzi ovunque: negli ospedali come nei tribunali! 

    A Genova è caduto un ponte e sono morte 43 persone. Ho ammirato la compostezza che il procuratore della città ha tenuto sino a questo momento . Non s’è sparato nel mucchio e ritengo che sarà il processo a stabilire le responsabilità ed a sanzionare severamente i responsabili . Perché in Calabria non funziona così ? Perché si usano le retate di innocenti come cortine fumogene?
    Sabato ci sarà la manifestazione ed io ci sarò come mi succede da oltre 10 anni ! Mi sentirò cittadino di Riace come un mese fa mi sono sentito cittadino di San Luca dove siamo andati a raccogliere le firme “anti regime” ed ancor prima di Siderno, di Palizzi, di Platì, di Africo e di ogni angolo di questa nostra Calabria.
     Non trasformiamo però la manifestazione in uno sfogatoio senza domani perché altrimenti creeremo intorno a noi il deserto . Solidarietà massima a Mimmo Lucano che deve sentirsi avvolto da un caldo abbraccio collettivo , acconto a questo il dovere di portare nello “zaino” un patrimonio ideale , politico e culturale che sappia unire il nostro popolo sui Principi fondamentali della Costituzione : sul garantismo, sulla sacralità della persona umana, sul riscatto degli ultimi attraverso il lavoro, sulla questione meridionale, sulla giustizia giusta, su un nuovo Internazionalismo, sull’Unità vera dell’Italia, su una legalità autentica che non sia l’oppressione dei forti sui deboli.
    Riace può essere l’occasione per rilanciare la battaglia, pur nella consapevolezza che si tratta di una strada irta e difficile, ma non ci sono scorciatoie... Sarà lotta dura che richiede sacrifici enormi come sa chi porta sul corpo le ferite inferte dal regime anche attraverso vendette trasversali.