domenica 2 giugno 2019

QUEI CATTOLICI CALABRI UBRIACHI CONVERTITI ALLA LEGA & C.

di Bruno Demasi e Vittorio Brancatisano

   Non abbiamo la profondità e l’acume necessari per analizzare quanto abbiano pesato sui troppi consensi calabresi alla Lega in questa tornata europea i teoremi di certi intellettuali o scrittori “laici”, che stanno facendo a gara per difendere la ndrangheta considerandola un fiorellino di campo o addirittura un grazioso “alibi” architettato dallo Stato nell’ultimo cinquantennio per abbandonare il Sud. Gli stessi che non perdono occasione , libello , articolo o vaticinio per attaccare quei cattivoni della Magistratura bruzia – Gratteri in primis - che, secondo loro, starebbero fornendo al mondo un’immagine sbagliata di questa terra con i loro continui arresti e le loro imputazioni a certi politici che vivono pudicamente nell’olimpo bruzio..
   Di costoro tacciamo sia perché non siamo in vena di facezie sia perché pensiamo sia molto meglio concentrarsi su un unicum tutto calabrese al momento gravemente sottovalutato: il ruolo di certo cattolicesimo nell’ascesa di Salvini e alleati nelle Calabrie e, in generale, nel Sud..
  Non sorprende tanto il 22 % di voti che la Lega ha rastrellato in Regione il 26 maggio scorso, quanto i picchi che hanno visto questo vecchio partito burattino della peggiore borghesia settentrionale ( malamente riciclato come partito popolare dell’intera Penisola) ottenere il primo posto per i suffragi in comuni di riconosciuta tradizione umanitaria , vedi Riace, o di grande tradizione cattolica ( o sedicenti tali) anche nella Piana di Gioia Tauro.

   Certo il 22% è lontano dalla percentuale di cattolici esistente nel territorio calabrese ( che, a giudicare dall’ 80% e passa di persone che destinano l’8 x 1000 alla Chiesa Cattolica dobbiamo pensare si assesti intorno a un abbondante 90% di cattolici dichiarati) e tuttavia si tratta di una percentuale altissima, spaventosamente allarmante se è vero come è vero che i valori cattolici non possono minimamente essere coniugati con quelli Salviniani o con quelli Berlusconiani malgrado lo sventolìo di Rosari, di immagini di santi, di comunioni estorte o esibite ai fotografi.

   Una percentuale incredibile sebbene non tutto il 22% dei votanti Lega e non tutto il 13% dei votanti Forza Italia sia evidentemente cattolico, ma lo è in grandissima parte. E ciò indica che il voto popolare da queste parti continua ad essere fortemente pilotato dalle “mode” e dagli “esempi” sventolati dai nostalgici di una non meglio qualificata Restaurazione di valori politici che si coniugano perfetteamente – per lo meno a parole – con quelli della cosiddetta “Destra Cattolica”
   Resta da capire invece quanto possano avere influito su questo revival grandioso della stupidità autolesionista i tanti intellettuali calabri, i tantissimi cattolici “maturi e formati” che vantano e ostentano in tutte le occasioni il loro integralismo e poi votano e fanno votare per quei partiti che a parole ostentano attaccamento al Sacro, corrono a Verona, affidano i loro successi elettorali al Cuore Immacolato di Maria, predicano l’amore per i Santi e per la Famiglia , ma nella loro esperienza politica e umana quotidiana fanno di tutto per contraddire e sporcare tali valori con una corsa affannosa verso un potere fine a se stesso.

   Sono sicuramente quegli stessi cattolici calabri che detestano Papa Francesco, che sussultano dovunque si trovino quando sentono parlare di Bergoglio, che adorano i cardinaloni in pompa e cappa magna ( guidati da Burke) e quei prelati della “Destra Cattolica” che hanno il coraggio, a dir loro, di far vedere al Papa i denti e ne condannano in continuazione l’operato, accampando non meglio precisate nostalgie per un passato tutto rose e fiori mai esistito.
    Sono anche quei cattolici che continuano a piangere caldissime lacrime per l’atroce carcerazione di quel Formigoni che ha gettato nel lutto stretto i Memores Domini e tutto un mondo pseudocattolico che gli ruotava intorno e organizzano le crociate ideali al Quirinale perché si conceda la grazia a questo martire.

    Sono  certamente quei puri conservatori della Verità che non vedono l’ora di ricadere nel peggiore integralismo e vedono in Salvini e nel circo di Arcore i defensores fidei, i vendicatori dell’ oltraggio di Francesco alla politica più becera, affarista e grossolana.
   Sono insomma  quei cattolici che attaccano Lucano ed esultano perché il PD di Calenda e affini lo abbia abbandonato al suo destino e perché i suoi paesani gli abbiano racimolato solo una ventina di voti, quegli stessi che  contemporaneamente fanno salti di gioia superiori a quelli dei canguri per il fatto che il Movimento 5 stelle non abbia “sfondato”.
    Per loro infatti i valori del Movimento ( lotta senza quartiere alla povertà, alla corruzione e allo sperpero, alla sporcizia morale e materiale) non sono assolutamente cristiani rispetto ai grandi ed alti valori di cui sono portatori i Leghisti e i Forzisti e i Piddini.
   E naturalmente il martire Celeste.