sabato 7 giugno 2014

IL SINDACO DELLA PIANA DI GIOIA TAURO CHE INSEGNA SUL SERIO LEGALITA’ E CORAGGIO. ANCHE AGLI AMMINISTRATORI DEL NORD!


Il  Grazie dei cittadini onesti della Piana ad Antonino Bartuccio
 di Bruno Demasi


    I grandi quotidiani nazionali sovvenzionati lautamente dallo Stato, vale a dire dalle nostre tasche, sono ancora troppo occupati a minimizzare e a sottilizzare sugli scandali epocali di questi giorni per accorgersi di un fatto che scompagina tutta la retorica antimeridionalista e che dà lezioni di legalità non solo alla Piana, ma alla Calabria intera e a tutto il Sud. Lezioni che potrebbe dare anche al nord d’Italia se la classe politico-giornalistica-intellettuale di quest’ultimo non si ritenesse già maestra in queste cose, perlomeno nelle brevissime parentesi di respiro a lei concessi dagli enormi blob tentacolari degli affaires miliardari Expo, Mose, MPS, TAV e chi più ne vuole più ne trovi: basta solo scavare leggermente!
     Non molto di meglio hanno fatto i quotidiani e i mezzi di informazione locali, parecchi dei quali si sono ridotti a pubblicare la notizia, che meritava ampio, amplissimo e lungo respiro, in pochi trafiletti balbettanti e stucchevoli.
    Eppure Antonino Bartuccio, già sindaco di Rizziconi, con le sue denunce ha consentito di scoprire le infiltrazioni dei clan nell’amministrazione dell’importante centro della Piana e a consentire i 16 arresti, tra cui quelli di tre ex amministratori comunali, effettuati in questi giorni dalla Polizia di stato nell’ambito dell’operazione "Deus".
     Il ruolo chiave dell’ex sindaco è stato indicato senza possibilità di equivoci sia dal procuratore capo della DDA di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, sia dai vertici del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e della Questura di Reggio Calabria, che nel corso di una conferenza stampa, hanno esaltato il coraggio e il senso civico del sindaco.
   "Le indagini - ha affermato de Raho - riguardano un arco temporale tra il 2010 ed il 2011, quando, dalla sera alla mattina, nove consiglieri comunali di Rizziconi presentano le proprie dimissioni al sindaco Bartuccio, provocando lo scioglimento automatico dell'amministrazione comunale. Le indagini hanno permesso di ricostruire quanto accaduto dietro le improvvise dimissioni dei consiglieri, una vera e propria imposizione dei clan che avevano tentato con ogni mezzo tipico della cultura mafiosa di condizionare gli appalti comunali e di far assumere persone di loro gradimento. Richieste che il sindaco Bartuccio aveva sempre respinto con fermezza perché illegali".
    Cafiero De Raho nella stessa conferenza stampa ha parlato di : «Un primo cittadino che ha interpretato a fondo il suo ruolo e non si è piegato alla prepotenza delle cosche», informando che l’indagine ha svelato i tentativi della cosca egemone a Rizziconi, di condizionare il buon andamento dell’amministrazione comunale guidata dal Bartuccio, il quale aveva chiesto i voti ai suoi concittadini proprio per far cambiare volto al paese del Reggino. «E ci stava quasi riuscendo - ha commentato il procuratore - se non si fosse messa di mezzo la cosca». Bartuccio, ha detto il procuratore, «ha collaborato pienamente alle indagini, e lo Stato deve difenderlo. Il sindaco, dovrà essere messo nelle condizioni di restare nella sua terra… è già stata indetta una riunione del Comitato provinciale della Sicurezza, in prefettura, per disporre della tutela da affidare all’ex sindaco”.
     Tra i molteplici e classici casi di "pressioni" su cui l'indagine ha fatto luce, vi è un terreno confiscato proprio alla cosca , che la 'ndrina pretendeva fosse usato per costruirvi strutture sportive e non alloggi popolari o il caso di fortissime pressioni per assunzioni pilotate . «E' un sovvertimento totale della democrazia e dei diritti - ha affermato Cafiero De Raho - non è chi effettivamente ha diritto a un posto di lavoro ad averlo, ma colui che è scelto dalla cosca, un quadro che riporta al Medio Evo quando il padrone dispone di vita e di morte dei suoi sudditi. E proprio a Rizziconi - ha notato inoltre il procuratore - era diretto l'uomo arrestato con in auto un ingente quantitativo di armi micidiali, da guerra, ed esplosivo». Pressioni avvenivano anche per determinare appalti e servizi e passaggi amministrativi poco chiari circa l’erogazione degli aiuti in agricoltura da parte dell’Agea.
     Il questore Guido Longo ha sottolineato "l'importanza dell'operazione che delinea con chiarezza un quadro di particolare interesse investigativo in un'area, come quella della piana di Gioia Tauro, fortemente inquinata dalla presenza della 'ndrangheta”.
 

     Una lezione vera di cui sentiamo in tantissimi nella Piana un debito di gratitudine verso Antonino Bartuccio, che col suo gesto di coraggio ha messo in moto sul serio tutta la complessa ed elefantiaca macchina della legalità e non si è recato soltanto nelle scuole – come fanno tanti suoi colleghi e tanti premiers – a ripetere stucchevoli lezioncine di legalità che fanno solo sbadigliare gli alunni né si è chinato a prendere un solo spicciolo ( a fronte dei 500.000 € arraffati dal suo collega di Venezia e da tanti altri) per scendere a compromessi con il malaffare e con la prepotenza. GRAZIE!!!