giovedì 26 giugno 2014

IL SANGUE E L'ACQUA CHE ANCORA SGORGANO DAL COSTATO DI GESU’


Di Bruno Demasi
   
    









       




      Una delle devozioni più diffuse tra il popolo  della Piana è la devozione al sacro Cuore di Gesù, che culmina domani, venerdi, 27 giugno, nella solennità a Lui  dedicata, che vedrà nella cattedrale/santuario  di Oppido Mamertina, dalle 17,30  un momento corale e al tempo stesso semplicissimo di partecipazione popolare con l’animazione dei “Servi di Cristo Vivo”, l’associazione di diritto Pontificio, fondata da Padre Emiliano Tardif, di cui  proprio quest’anno ricorre il quindicesimo anniversario della  nascita al cielo.
      Non so quanti parteciperanno presi dal loro combattimento quotidiano contro la crisi economica , contro la noia o  nelle beghe paesane e di quartiere…  e non so nemmeno quanti, leggendo questa nota, non storceranno il naso perché le rappresentazioni correnti , anche iconografiche, di questa tradizione ci presentano  Gesù in una figura – si dice spesso -  mielosa, eterea, impalpabile, che molti in qualche modo rigettano anche all’interno del cd mondo cattolico… E persino noi  , sedicenti cattolici, a volte, preferiamo chiamare Gesù non con questo nome,  il suo vero nome , ma appena appena con il titolo  a Lui attribuito “Il Cristo”, mantenendo quasi  una distanza ideale da una figura da affidare solo alle devozioni degli habituèes a battersi il petto…
  Tutto da rivedere: si tratta di un’icona che non corrisponde  al vero: il vero  Cuore di Gesù, il vero Dio e  vero uomo  che dà la vita per gli altri, non è roba del passato da archiviare tra le pagine patinate dei libri devozionali o da relegare nelle giaculatorie  ripetitive degli anziani. Gesù è vivo, è sempre vivo e il suo cuore è palpitante ancora  nel momento in cui trabocca di Amore per tutti, specialmente per i più poveri tra i poveri, o si gonfia di sdegno  per i mercanti che vorrebbero invadere non solo i palazzi, grandi e piccoli, del potere,  ma  a volte anche i portici e le scalinate del Tempio…
     La Piana di Gioia Tauro nel passato è stata  attenta e sollecita verso questa stupenda devozione che rimanda pari pari al  Vangelo di Giovanni in cui  si legge come venne trafitto il Cuore di Cristo, si osserva  l'uscita da esso del sangue e dell'acqua e il particolarissimo significato simbolico che il quarto evangelista attribuisce al fatto (Gv 19,33-37). E anche nell'Apocalisse Gesù è presentato come un Agnello «ucciso», cioè «trafitto» (5,6; 1,7). A  questa medesima  icona terribile e dolcissima fa riferimento diretto  l'enciclica di Pio XII, Haurietis aquas (Attingerete alle acque) del 15 maggio 1956, troppo presto dimenticata.
     Una  devozione colta che  è diventata popolare dunque, già  contenuta in germe nella Sacra Scrittura, ma approfondita dai santi Padri, dai Dottori della Chiesa e dai grandi mistici medioevali. Una devozione  che  ha avuto un particolare incremento e la sua configurazione odierna in seguito alle apparizioni di Gesù Cristo a santa Margherita Maria Alacoque, nel monastero di Paray-le-Monial, a partire dal 27 dicembre 1673.
     Proprio di questa santa poco conosciuta, appartenente all’ordine delle Suore della Visitazione che vengono ospitate a Taurianova, con gratitudine di tutti i pianigiani, nel bellissimo monastero voluto dalla contessa Ganini, l’unica statua esistente in diocesi si trova appunto nella cattedrale/santuario di Oppido, voluta dal vescovo  mons. Canino, sulla vicenda pastorale e umana del quale  ha pubblicato di recente uno studio  meticoloso ed avvincente l’attuale rettore del santuario, don Letterio Festa.
   Auguriamo alla Piana tutta di riscoprire domani la bellezza e la portata sconvolgente  di questa antica devozione: lo stesso Gesù  torna ancora  a presentare il suo Cuore come fonte di ristoro e di pace: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero» (Mt 11,28-30).
    Un monito, un invito, un consiglio o  - se volete - solo un suggerimento di cui abbiamo  comunque urgentissimo bisogno!