martedì 10 giugno 2014

“…FORSE ABBIAMO PERSO IL SENSO DELL’ADORAZIONE…”

IL CONGRESSO EUCARISTICO DIOCESANO E LE ATTESE DEI LAICI DELLA PIANA
Di Bruno Demasi

      Piace inquadrare questo I congresso eucaristico diocesano, fortemente voluto dal vescovo Francesco Milito, in quella ricerca, come dice Papa Francesco, di “ un progetto pastorale che richiami l’essenziale e che sia ben centrato sull’essenziale, cioè su Gesù Cristo. Non serve disperdersi in tante cose secondarie o superflue, ma concentrarsi sulla realtà fondamentale, che è l’incontro con Cristo, con la sua misericordia, con il suo amore e l’amare i fratelli come Lui ci ha amato. Un incontro con Cristo che è anche adorazione, parola poco usata: adorare Cristo” (1)
    Un evento di grande respiro sicuramente per la Diocesi e per la Piana di Gioia Tauro, cui ogni laico credente è chiamato a dare il proprio contributo di riflessione, di azione e di preghiera e dal quale ogni laico credente si aspetta verosimilmente, se non una palingenesi totale, almeno un rinnovamento della società e della Chiesa locale. Un evento che si apre giovedi,13 giugno, alle ore 18,30, nella Cattedrale - Santuario dell’Annunziata in Oppido Mamertina e  si snoderà tra varie iniziative ufficiali per otto giorni consecutivi, durante i quali i punti di forza  sostanziali, più mistagogici e più direttamente offerti al cuore della gente  non addetta ai lavori saranno i seguenti:

·         Ogni mattina, da venerdi,13 giugno, alle 8,30 : celebrazione e Adorazione Eucaristica nelle chiese “congressuali” (Amato; Palmi - concattedrale; Gioia Tauro - duomo; Polistena - S.Francesco);
·         Sabato,14 giugno: ore 21: veglia con i movimenti ecclesiali nella piazza del Duomo di Gioia T. e , a seguire, Adorazione Eucaristica notturna;
·         Domenica,15 giugno: celebrazione eucaristica in tutte le chiese;
·         Martedi,17 giugno, ore 21: adorazione eucaristica diocesana nella basilica di Seminara;
·         Giovedi,19 giugno ore 18,00: processione eucaristica conclusiva a Gioia Tauro.

Quello dell’Adorazione Eucaristica diffusa, regolare, intesa  non come fatto straordinario e una tantum lungo i tempi liturgici, ma come pane quotidiano in tutti i sensi, e per tutti , senza differenza di appartenenza a questo o quel movimento ( tutti ancora più o meno accartocciati nella propria identità esclusivizzante) o a questa o quella “parrocchia”, è forse una delle attese più sentite da tanti nella nostra diocesi, anche perché, come osserva  ancora Papa Francesco,”… noi cristiani forse abbiamo perso un po’ il senso dell’adorazione…ma i  nostri templi  sono luoghi di adorazione? Favoriscono l’adorazione? Le nostre celebrazioni favoriscono l’adorazione? Giuda Maccabeo e il popolo avevano lo zelo per il tempio di Dio perché è la casa di Dio, la dimora di Dio”(2).
 E,  certo, per significare il  desiderio di ricostruire il tempio, di ricostruire l’armonia fra credenti e il tessuto vero della Chiesa, non basta esporre sulle mense eucaristiche  - come sempre più frequentemente sta avvenendo – la Kannukiah ebraica, il candelabro a 9 bracci che in sé e per sé  simboleggia soltanto la ricostruzione del tempio di Gerusalemme.
Poi cè  l’esigenza della chiarezza, dell’onestà e del servizio disinteressato. “ Come narra
l’evangelista Luca, anche Gesù purifica il tempio, ma lo fa con la «frusta in mano». Si mette a scacciare …gli affaristi che vendono e hanno  trasformato il tempio in piccoli negozi per vendere, per fare il cambio delle monete, della valuta. Gesù purifica il tempio ammonendo: «Sta scritto: la mia casa sarà casa di preghiera» e non di altra cosa. Il tempio è un luogo sacro. E noi dobbiamo entrare lì, nella sacralità che ci porta all’adorazione…È tanto facile entrare nelle cricche della corruzione…quella politica quotidiana del 'do ut des  per la quale tutto è affari. Una condotta che danneggia i deboli. Quante ingiustizie! Quanta gente che soffre per queste ingiustizie”(3)
Almeno queste pochissime  cose vogliamo dare e ricevere in occasione di questo Congresso, cercando sempre di non dimenticare quanto sia importante nella costruzione della Pace vera il nostro ruolo, il ruolo di tutti: laici, clero e palude (quella grande e magmatica via di mezzo  costituita da chi agisce da clero e pensa e si comporta da laico o agisce da laico, ma pensa e si comporta da clero).  "Beati gli operatori di pace. Ma, è tanto comune da noi essere operatori di guerre o almeno operatori di malintesi! Quando io sento una cosa da questo e vado da quello e gliela dico e  faccio una seconda edizione un po' allargata e la riporto… (aumento) il mondo delle chiacchiere. Questa gente che chiacchiera, non fa pace, sono i  nemici della pace. Non sono beati.  Non sparliamo degli altri alle spalle, ma diciamo loro apertamente ciò che pensiamo "(4).
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(1)(  Discorso ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione (14 ottobre 2013);  (2) ».(Papa Francesco, Omelia, Santa Messa nella Cappella della Domus Sanctae Marthae (22 novembre 2013)   (3) Ibidem.   (4) Papa Francesco, Omelia, Santa Messa nella Cappella della Domus Sanctae Marthae (9 giugno 2014).