giovedì 13 febbraio 2014

CHI SA COS’E’ IL DAQ DELLA PIANA?

di Bruno Demasi
   Ci sono a volte delle domande esistenziali che attanagliano le persone e non sembrano trovare risposte plausibili, se non all’interno  dell’ astrazione politica pura o...della fantasia più sfrenata oppure, come più spesso accade, ... della barzelletta.
   Quella sul “DAQ” è una di queste domande, già a partire dal significato dell’acronimo che più o meno dovrebbe indicare il “ DISTRETTO AGROALIMENTARE DI QUALITA’”. Una realtà progettuale probabilmente destinata a non andare molto oltre  lo stadio di progetto, patrocinata dal Gal della Piana di Gioia Tauro e da alcune  organizzazioni dei produttori, tendente a dare una prospettiva nuova all'agricoltura pianigiana e dell'hinterland di Reggio Calabria e presentato in pompa magna il 30 gennaio scorso dal presidente della seconda Commissione del Consiglio regionale della Calabria, ''Bilancio, Programmazione economica, Attivita' produttive e Fondi comunitari'', Candeloro Imbalzano, e dall'assessore all'Agricoltura, Michele Trematerra, in  apposita  conferenza stampa.

La fiorente agricoltura nella Piana di Gioia Tauro
   Non voglio assoluatamente entrare nel merito del progetto, che per definizione sarebbe auspicabile si realizzasse, alla stregua di quanto è sempre auspicabile ci sia almeno un movimento di acque nella stagnazione  nauseabonda dell’agricoltura  del comrensorio della Piana e dell”interland” reggino ( che bella cosa la terminologia inglese: riesce a rendere elegante persino la realtà di degrado e di miseria più becera).

     Brevssima cronaca del seguito...

    A poche ore della presentazione del progetto, l’assessore provinciale all’agricoltura Gaetano  Rao dichiarava a Reggio Press:

 “La conferenza stampa organizzata da esponenti autorevoli della Regione Calabria per presentare il Distretto Agroalimentare della Piana di Gioia Tauro e dell’Area dello Stretto mi pare, questa sì, mera propaganda elettorale... . Sono fermamente convinto che così come è stato concepito, lo strumento che si intenderebbe promuovere non possiede i requisiti previsti dalla legge. Non mi pare, infatti, che sui territori interessati insistano produzioni certificate e tutelate tali da suffragare l’esistenza del Distretto di Qualità... . Secondo me stiamo rasentando la follia. Che qualcuno recuperi il senno della ragione ed inizi a parlare di agricoltura vera e di problemi veri... Dove sono i soldi delle calamità naturali 2007 e 2008 che, nel passato, sono stati dirottati altrove? Dove è quell’attenzione straordinaria che l’On. Imbalzano aveva promesso?... Di ritorno ieri a Rosarno, un agricoltore mi ha chiesto in che cosa consistesse l’iniziativa presentata sul distretto agroalimentare di qualità e se avesse a che fare con i danni da cenere vulcanica o se potesse favorire, nell’immediato, l’accesso al credito delle imprese. L’On. Imbalzano provi a dargli una risposta. Ora e non nel 2020!”

    La risposta  dell’assessore regionale  Imbalzano , giunta nella stessa giornata e ripresa da Strilli.it, aveva il seguente tenore:

   La dichiarazione stizzosa e inconsistente dell’assessore provinciale Rao sull’istituendo ‘Distretto Agroalimentare di Qualita’ della Piana di Gioia Tauro si commenta da sola. Il tono utilizzato dimostra in modo lapalissiano che la sua è solo una banale polemica politica, frutto di livore generalizzato verso l’intera Amministrazione regionale... Forse  Rao ha confuso per un qualsiasi convegno quella che era una autorevole conferenza stampa del Comitato promotore e della Regione per presentare un progetto reale, frutto dell’iniziativa, dal basso, del territorio nonché della virtuosa sinergia  tra Dipartimento Agricoltura regionale, GAL della Piana, Organizzazioni rappresentative di centinaia di produttori, Ente Parco dell’Aspromonte, associazioni di Categoria, Consorzio di Bonifica di Rosarno e decine di sindaci... –(l’assessore Rao) ha perso una ulteriore occasione per non abbandonarsi alle sue ormai ben conosciute ‘esternazioni’, frutto evidentemente di una strana ossessione: quella cioè di considerarsi l’unico vero assessore all’Agricoltura dell’intero Paese. Al contrario, pur rinnovandogli l’invito a una virtuosa collaborazione nell’interesse del territorio, credo che prima o poi dovrà farsi una ragione ben diversa di questa nostra iniziativa”.
Caneloro Imbalzano
Gaetano Rao
    Ci siamo! Il battibecco tra i due assessori ( che mi permetto proditoriamente  di accostare, almeno nella foto che illustra questo post, perchè li ritengo più simili tra loro di quanto essi stessi non pensino) , pur facendoci conoscere alcuni retroscena più o meno inediti, più o meno gravissimi (ritardi e modalità abnormi nella concessione dei risarcimenti relativi a calamità naturali pregresse, problemi  insormontabili di accesso al credito da parte  delle imprese agricole, mancanza, a monte, di un minimo di certificazioni di qualità...) , pur facendoci ancora riflettere su quel deserto colturale e culturale nel quale ci muoviamo ormai nella Piana, conferma senza dubbio, come diceva Pirandello, che tutto sommato ...non è una cosa seria. L’ennesima!