martedì 31 dicembre 2013

UN’ AGENDA 2014 DI AUGURI PER LA PIANA


di Bruno Demasi

    Se ci volgessimo indietro, tra soddisfazioni e rimpianti, non la finiremmo più di spaccare il capello a quattro per analizzare il 2013. Dunque ringraziamo Iddio di quanto ci ha dato e, senza eccessive pretese, volgiamo subito lo sguardo disincantato a quanto occorre, o occorrerebbe, iniziare a fare nel 2014 in questa Piana più che mai stanca di sacrifici, soprusi, infamie e inadempienze di ogni genere, ma più che mai desiderosa di alzare ancora una volta lo sguardo per andare avanti, più che mai capace di ripartire da zero sull’esempio dei padri, che non si stancarono molte volte  di ...ricominciare daccapo...

SUL FRONTE CIVILE E CULTURALE:

 
   La sacralità delle istituzioni ,spesso ormai ridicolizzata in questi nostri paesi, deve rotrovare una propria dimensione condivisa. E la Scuola, la formazione alla Cittadinanza possono fare molto in questo settore, senza ricorrere a facili deleghe ad improbabili agenzie “esterne” oppure riducendo tutto il lavoro, che dev’essere quotidiano, silenzioso e paziente, a facili ed estemporanee occasioni-monstre, a tasnti convegni ed eventi dispendiosi e inutili, magari davanti a televisioni e a giornali che ne amplificano spesso solo le cornici dorate e vuote. Comuni, Provincia, Regione, Scuola non devono restare sterili involucri del nulla o, peggio, esempi di inadempienza e, in qualche caso, di malaffare. Per i nostri paesi essI rappresentano lo Stato, sono lo Stato. Quell’entità astratta di cui a volte si lamenta l’assenza,ma di cui si disconosce la reale capillarità esistente sul territorio. Per lo meno formalmente...!

SUL FRONTE SOCIALE:


    E’ il fronte più caldo ed esplosivo sul quale si agitano ormai mille tensioni, mille paure, mille delusioni, mille mancate occasioni di sviluppo e di riscatto. E’ il fronte che vede ancora una volta e un po’ dovunque persone o gruppi che si contrappongono violentemente, etnie ormai senza identità ( compresa la nostra) che si fronteggiano sordamente anche nei nostri paesi, il dilagante analfabetismo di ritorno, la ripresa massiccia dell’emigrazione, la paura del domani. E’ il fronte sul quale più che mai pesano la disoccupazione, che ha tassi altissimi, e la mancanza di formazione professionale: una piaga che nessun governo regionale calabrese, compreso quello attuale, ha mai colpevolmente tentato di curare...pur spendendo e spandendo tanto denaro pubblico...

SUL FRONTE RELIGIOSO:


      La proclamazione dell”Anno della Carità”, aperto da qualche settimana sulla Piana, come ho avuto modo di riflettere e sottolineare qualche post fa su questo stesso blog, di per sè non è nulla se non è accompagnata dalla volontà ferma della Chiesa locale ( vale a dire da tutti noi) di essere appunto Chiesa. Come si può uscire dai gusci impermeabili dell’egoismo, della superbia, del settarismo ( anche in campo ecclesiale...), dell’individualismo sfrenato, se non si fa tutti un passo avanti per demolire le barriere alzate in tanti anni di agnosticismo o di clericalismo strisciante anche nella nostra diocesi? Come si possono superare divisioni e limiti, malgrado gli sforzi a livello pastorale e programmatico , se la parrocchia non torna ad essere sul serio segno e culla del mandato di Cristo: “..predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date ”(Mt.10,7-8). E come si fa a credere in questo mandato se ancora in molti ( anche in ambienti ecclesiali) si ride di sufficienza dinanzi a queste parole evangeliche, ritenendole soltanto “ simboliche” o metaforiche?

SUL FRONTE AMBIENTALE E PRODUTTIVO:


     Ritornerà la Piana ad essere culla e paradiso di agricoltura di pregio e di abbondanza? Ritorneremo a vedere e a far fruttare centinaia di migliaia di ettari di uliveti e di aranceti ormai in rovina per una dissennata e criminale politica che ha depauperato le nostre ricchezze, ma anche – diciamolo – per la carenza di voglia e volontà delle nuove generazioni di “venerare” quella terra che ha sfamato centinaia di generazioni in passato?
   E vedremo mai rispettato fino in fondo il nostro patrimonio boschivo ( o quel che ne resta) o la nascita di quell’indotto chne avrebbe dovuto evitare la dimensione di cattedrale nel deserto dell’attuale porto di Gioia Tauro?

SUL FRONTE ETICO:

    Un fronte, questo, nella Piana di Gioia Tauro, ormai tutto da ricostruire. Fin dalle remote fondamenta!


BUON 2014 A TUTTI!