mercoledì 18 dicembre 2013

PIANO DI AZIONE E COESIONE. OVVEROSSIA P.A.C.. VALE A DIRE CHE COSA?

di Bruno Demasi

   Torno  a riflettere in breve e con molte perplessità su questa spinosissima materia , mascherata, come sempre, dietro paroloni vuoti di contenuto e di significato . Ci torno perchè l'assessore regionale al lavoro, rivelando ai media che le risorse messe a disposizione per gli interventi del Piano di azione e coesione ammontano a circa 110 milioni di euro, nei giorni scorsi aveva rivolto  un appello accorato ai Comuni al fine di sensibilizzarli al   rispetto delle scadenze di presentazione dei progetti. “Si tratta di fondi – affermava  Salerno - che costituiscono un’opportunità eccezionale per la nostra regione che deve saper sfruttare quest’occasione per superare le difficoltà e dare le risposte che i calabresi si attendono”.
     Gia a maggio scorso, durante un’assemblea plenaria, sconosciuta ai più e disertata da molti, i Comuni furono invitati a procedere in tempo utile alla redazione del Piano distrettuale degli interventi e alla compilazione delle relative schede previste dal Pac, ma evidentemente o molti comuni non avevano capito il da farsi oppure, strada facendo, se n’erano dimenticati.
         E’ il motivo per cui l’assessore regionale a pochi
giorni dalla scadenza, fissata al 14 dicembre scorso, aveva  indirizzato una missiva ai Comuni capifila degli ambiti intercomunali,  nella quale raccomandava  vivamente “di voler provvedere in tal senso dato che, in mancanza, il territorio di competenza verrà privato di importanti risorse destinate ai servizi per l’infanzia
e agli anziani con conseguenze gravi sia in termini di opportunità occupazionali che di penalizzazione dell’utenza. Infatti  l’eventuale mancata presentazione del progetto all’Autorità di gestione sarà valutata come incapacità progettuale da parte dei Comuni inadempienti e comporterà il blocco dei trasferimenti regionali previsti nell’ambito della ripartizione del Fondo per la non autosufficienza e delle ulteriori risorse afferenti alle intese Stato-Regioni per l’attivazione di servizi in favore dell’infanzia e degli anziani”.  Spiegava inoltre l’assessore: ”Le aree che presentano un ritardo di sviluppo  non possono permettersi il lusso di sprecare una chance di questa rilevanza ma, al contrario, devono dimostrare di poter avviare, attraverso la forza delle idee e la validità della programmazione, un cammino virtuoso che apra nuove prospettive”.
    Al di là delle enunciazioni di principio da parte dell’assessore e della Giunta che egli rappresenta, che avrebbero potuto quantomeno sensibilizzare di più e meglio non solo i sindaci evidentemente rinunciatari, ma tutta la popolazione, mi domando come mai molti comuni della Piana, nonostante i mille convegni dedicati da più parti al Piano con l'abituale scorrimento di fiumi di inchiostro e di denaro, abbiano avuto bisogno a pochissimi giorni dalla scadenza dei termini per la presentazione dei progetti di ulteriori sollecitazioni per ricordarsene., ma mi domando anche che significato abbia erogare ancora  fondi comunitari solo dietro presentazione di progetti formalmente
ineccepibili, anche se  scopiazzati o riciclati o comunque compilati all’ultimo momento solo per non perdere i fondi, come raccomandava accoratamente l’assessore.
    Non sarebbe il caso di distribuire i fondi in base alla popolazione residente nelle varie aree, abolire le cordate con comuni capifila e, soprattutto, pretendere da ogni comune una ren dicontazione ineccepibile, in itinere e a posteriori,  sulla gestione dei fondi stessi?