di Bruno Demasi

Se si escludono le recenti dichiarazioni coraggiose di Cafiero De Raho in merito, il tutto viene
lasciato alla sua dimensione ormai quasi leggendaria e letteraria (molta pubblicistica, moltissimi
seminari nelle scuole, conversazioni salottiere fini a se stesse nei
talk show
delle emittenti locali e nazionali). Quasi un ricorso storico, per cui se ieri
si accusavano i presunti briganti (quattro cenciosi sfigati incappati nel
rigore da barzelletta della Legge dell’epoca) come responsabili di tutti i mali
della nostra provincia, e della Piana di Gioia Tauro in particolare, e
coerentemente con la logica dell’epoca, li si braccava, uccideva e poi
fotografava come reperti da museo lombrosiano,
oggi la responsabilità di tutti i mali ( nel senso proprio del termine) della nostra terra viene scaraventata sugli
gnomi di montagna che di nascosto hanno
seppellito chissà quanti pentoloni pieni di veleno sull’Aspromonte e che
nessuna sa dove siano e dove si nascondono. Stop.
Ci siamo chiesti a chi fa comodo fermarsi in modo gattopardesco solo
su questi capi d’accusa nei confronti di tutti e nessuno? Non è che si voglia
per caso sviare l’attenzione non solo dei media, ma soprattutto della gente,
della gente che muore, dai mille veleni neanche tanto nascosti di cui sono
disseminati giorno per giorno i nostri paesi e le nostre campagne?
A quanti è venuto in mente di controllare
le discariche abusive che da sempre sono i letti delle nostre fiumare? I mille
e mille tetti in eternit che ancora sussistono a ridosso di case, scuole e
asili, se non a copertura di essi? A quanti è venuta voglia di controllare con
quale rigore scientifico - e in quali quantità abnormi - si usano diserbanti e concimi chimici nelle nostre terre? A quanti responsabili della salute pubblica è venuto in mente di quantificare le cariche di diossina che giornalmente esalano da mucchi di rifiuti bruciacchiati ai crocicchi dei paesi? Per non parlare di quanto ogni giorno passa per il porto di Gioia Tauro...vorremmo saperlo!
Appena un mese fa ( 4.3.2014) sul giornale
on line “Qui Cosenza” (chissà perché nessun altro organo ne ha parlato) si
leggeva:
“ Gli uomini del comando provinciale di Reggio Calabria hanno denunciato
tre persone dopo
aver individuato e sequestrato altrettante discariche abusive
nella piana Gioia Tauro. L'operazione, condotta dai Finanzieri del Gruppo di
Gioia Tauro, ha permesso di individuare tre aree private, per una superficie
complessiva di oltre un ettaro, pari a 2 campi di calcio, trasformate in vere e
proprie discariche abusive a cielo aperto, localizzate tra i comuni di Gioia
Tauro, Rosarno e San Ferdinando. All'interno delle discariche, secondo quanto
reso noto, sono stati trovati ingenti quantita' di materiali particolarmente
dannosi per la salute pubblica, quali lastre di eternit, pneumatici, carcasse
di autovetture e di elettrodomestici, oltre che inerti derivanti da attivita'
di scavo e demolizione edile. Le due aree sono state sottoposte a sequestro ed
i responsabili sono stati denunciati a piede libero alla Procura della
Repubblica di Palmi per violazioni alla normativa ambientale.”
Notizie come
questa non fanno storia evidentemente, ma fanno tristemente storia le centinaia di decessi per
tumore che mensilmente si continuano a registrare nei 33 comuni della Piana.
Vogliamo per caso
continuare solo a combattere contro gli gnomi di montagna ed inebriarci di
storie da far west nostrano o vogliamo denunciare sul serio i rischi concreti
che non sono solo sepolti nei pentoloni
sotto le faggete dell’Aspromonte, ma ce li abbiamo quotidianamente sotto i nostri occhi nell'indifferenza generale?