domenica 24 novembre 2013

SE ANCHE PARLASSI LE LINGUE DEGLI ANGELI E...NON AVESSI L’AMORE...

L’ANNO DELLA CARITA’ NELLA PIANA DI GIOIA TAURO
(di Bruno Demasi)


       Di là da ogni valutazione di merito e di  metodo circa le modalità di pubblicizzazione e di preparazione adoperate , l’idea di indire un Anno della Carità nella diocesi di Oppido Mamertina- Palmi  all’indomani della chiusura dell’Anno della Fede è un altro vero  atto profetico che va sicuramente ascritto al carisma pastorale del vescovo, Mons. Francesco Milito.

       Avremmo voluto che tutti i sacerdoti, e di tutte le parrocchie della Diocesi, avessero preparato di più la gente a quest’evento, che non è e non dovrà mai diventare l’ennesima stucchevole occasione per gli addetti ai lavori e  che sicuramente ha già in sè gli stigmi di un  possibile rinnovamento, ma ci sarà un anno di tempo per sopperire ad eventuali lacune e dimenticanze, un anno soprattutto per esercitare sul serio e in tutte le forme possibili  la Carità , per dare e ricevere segni di condivisione veri a chiunque e da chiunque.

        Ciò che conta è che da oggi la gente della  Piana di Gioia Tauro, anche se nulla in apparenza è cambiato, anche se a livello sociale, economico, culturale e, sotto vari aspetti, anche ecclesiale le falle e i problemi sono ancora tanti,  possa incominciare ad entrare in una logica di libertà da ogni forma di oppressione ( una delle più alte forme di  Carità), e cominciare almeno ad assaporare il gusto di risorgere  dalle morti e dalle paludi dell’individualismo, del settarismo, del malaffare e dell’interesse elevati spesso a sistema, per iniziare un percorso di cooperazione, di aiuto e soprattutto di  rispetto per se stessi e per  l’altro.

      Dice Paolo di Tarso, a questo proposito:


    "Solo l'amore distingue i figli di Dio dai figli del diavolo...Quelli che hanno la carità sono nati da Dio, quelli che non l'hanno non sono nati da Dio. E' questo il grande criterio di discernimento. Se tu avessi tutto, ma ti mancasse quest'unica cosa, a nulla ti gioverebbe ciò che hai; se non hai le altre cose, ma possiedi questa, tu hai adempiuto la legge. Chi infatti ama il prossimo- dice l'apostolo - ha adempiuto la legge; e il compimento della legge è la carità (Rm 13,8-10).

    La carità dunque, quella vera, non l’elemosina degli spiccioli al mendicante, è terapeutica , come afferma Paolo: se nasce veramente in noi l'amore per gli altri, allora lentamente scompaiono dal nostro animo e dalla nostra vita gli atteggiamenti che possono distanziarci e dividerci . Non oseremo più vantare a dismisura le nostre doti, fino all'arroganza e al disprezzo. Non faremo pesare la nostra superiorità, di qualsiasi genere, al punto da creare rivalità. Non ci sentiremo rovinare l'animo da invidie o animosità, se negli altri si manifesteranno doti diverse dalle nostre. Non ci approprieremo di ciò che non è nostro e non useremo violenza, aperta o strisciante, a nessuno. Gioiremo invece per i differenti talenti dati a ciascuno, come fonte e stimolo continuo per una crescita più armoniosa e coopereremo con l’ultimo per far migliori noi stessi.

    Detesto gli slogans di qualsiasi specie, ma se provassimo stavolta a definire in poche  pillole la Carità che si potrebbe esercitare nella Piana di Gioia Tauro?

  • Carità è rispettare gli altri, senza riserve, cooperare con chi è nel bisogno, costruire relazioni positive per tutti nel rispetto delle priorità;
  • Carità è amare e rispettare il proprio ambiente, le istituzioni in esso presenti, pretendere e controllare che esse funzionino;
  • Carità è pretendere che amministratori e governanti lavorino per la gente che rappresentano e per il territorio al fine di renderlo vivibile per tutti, dimenticando ogni forma di favoritismo laddove esistente;
  • Carità è rinuncia a ogni forma di egoismo, di lassismo, di pigrizia, di sciatteria, di idolatria, di avarizia, di furbizia, di arroganza, di sopraffazione;
  • Carità è  anche per i laici sforzarsi di cooperare con la gerarchia ecclesiale senza forme di invadenza e/o di protagonismo fini a se stesse e  senza spirito clericale;
  • Carità è anche, per la gerarchia ecclesiale, rinunciare a ogni forma strisciante  di discriminazione del gregge  ad essa affidato, coraggio di  semplificare  e uniformare ogni forma di annuncio, amministrare il più possibile il sacramento della riconciliazione;
  • Carità è  anche amare la Piana, al punto di  pretendere con forza che essa sia rispettata da tutti e dotata di strade, scuole e ospedali degni di essere definiti tali;
  • Carità è integrare  sul serio le crescenti rappresentanze di etnie diverse che vivono nei nostri paesi, non regalando loro i pesci più marci , ma insegnando loro a pescare;
  • Carità è sfruttare la nostra nobile e fertilissima terra e le sue risorse, rendendola un giardino per tutti;
  • Carità è essere disponibili in qualsiasi momento a rimboccarsi le maniche, a lavorare e a creare lavoro;
  • Carità, come suggerisce l'amico Filippo Iaria, è dare speranza a chi ormai l'ha persa.

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