domenica 23 marzo 2025

IL CALABRESE AGAZIO GUIDACERIO (1477-1542) AUTORE DELLA PRIMA GRAMMATICA EBRAICA IN ITALIA (di Vincenzo Villella)

      Un sintetico articolo di Vincenzo Villella che per i Calabresi, e non solo, è tuttavia importantissimo per almeno tre ordini di motivi: toglie la coltre di polvere che nei secoli si è sedimentata sul nome di uno studioso calabrese poco o punto conosciuto persino dagli addetti ai lavori ( se escludiamo il bel lavoro di oltre trenta anni fa scritto da Cesare Mulè e pubblicato da Gangemi editore) ; dà ragione di un fervore di studi umanistici che certamente permea anche la terra di Calabria; conferma come e quanto l’elemento ebraico abbia influito, sia pure in maniera silenziosa, sulla cultura italiana, contribuendo in maniera fondante alla fioritura degli studi umanistici persino nei più rinomati “studia” della Penisola. L’ Autore non è nuovo a questo genuino e appassionato scavo storico, grazie al quale oggi disponiamo , tra l’altro, di due monumentali opere ( EBREI DI CALABRIA - Grafichè editore; GIUDECCHE DI CALABRIA - Progetto 2000 ) che raccolgono meticolosamente tutti gli esiti della ricerca storiografica sulla presenza ebraica in Calabria e li rilanciano criticamente, garantendo agli stessi non solo un opportuno rilievo, ma la giusta collocazione per la riscrittura veritiera di tanta parte della nostra storia (Bruno Demasi). 

 ____________

        Nella storia della Calabria ebraica c'è un personaggio di levatura europea che non è stato adeguatamente valutato ed è rimasto quasi sconosciuto. Si tratta del prete umanista Agazio Guidacerio, nato nel 1477 a Rocca Falluca o Corace  di Catanzaro e morto a Parigi nel 1542 ( dove deteneva la cattedra di lingua e cultura ebraica  nella  prima Università di Stato, articolata in quattro facoltà,  sorta a Parigi nel 1531 per volontà di re Francesco I e programmazione del suo consigliere Guglielmo Budè, divenuta presto qualificato centro culturale e strumento della Renaissance francese).

   Nel 1512, per approfondire i suoi studi, Guidacerio si trasferisce a Roma entrando nel circolo del rabbino Jacob Gabbai, studiando per sette anni la lingua ebraica. Divenuto uno dei più grandi esperti dei testi originari ebraici, pubblica subito una grammatica ebraica, una delle prime apparse in Italia dedicandola al papa Leone X. Traduce, commenta e pubblica il CANTICO DEI CANTICI e gran parte dei SALMI, basandosi anche sul Commentario al Pentateuco di Rashì, con dedica al papa Clemente VII.  Sulla scorta di Erasmo da Rotterdam (1469-1536) Guidacerio sosteneva la necessità per i teologi di conoscere la lingua ebraica per comprendere il vero senso della Sacra Scrittura e accedere così alla verità più profonda del cristianesimo. Ecco, quindi, l'importanza della sua grammatica ebraica visto che non ne esistevano altre fin allora in Italia (a parte un tentativo di Aldo Manuzio a Venezia nel 1508), ma solo qualcuna Oltralpe.

    Costretto a fuggire da Roma dopo il sacco della capitale del 6 maggio 1527, si trasferisce prima ad Avignone e poi a Parigi dove ripubblica le sue opere e il re Francesco I nel 1530 lo sceglie come docente di ebraico nel Collegio Reale appena inaugurato, concedendogli anche una donazione reale e i benefici di un'abbazia. Pubblicò anche un originale commento al Discorso della Montagna dedicandolo al re e alla regina. 

    Il suo nome è accostato a quello di Erasmo da Rotterdam come una delle figure più rappresentative dell'umanesimo biblico. Era quella corrente di pensiero che, all'interno dell'umanesimo, voleva studiare la Bibbia e i Padri della Chiesa con metodi umanistici. Si trattava di ritornare alle fonti bibliche e patristiche originarie, soprattutto dell'Antico Testamento che doveva essere studiato nella originaria lingua ebraica e non nella traduzione di San Girolamo (la cosiddetta VULGATA) ritenuta approssimativa e con numerose inesattezze di traduzione e forzate interpretazioni.

                                                                                                                        Vincenzo Villella