Quante volte, in quante albe delle domeniche di Pasqua le parole "Christòs anèsti - Alithòs anèsti"( Cristo è risorto - E' veramente risorto) sono risuonate nella cattedrale bizantina di Oppidum (Hagia Agathè), mentre il celebrante sull’altare con lo sguardo volto a Oriente officiava i sacri misteri tra il tripudio della gente dell’Aspromonte riunita a stento in quella cattedrale oggi ridotta a un ammasso di corposi ruderi frantumati e scompaginati dai rigurgiti paurosi del terremoto del 1783.
Con Cristo risorge anche l'uomo e tanto si annunciava senza remore e senza paura.
"Ieri, o Cristo, con te ero sepolto, oggi risorgo con te che risorgi. Ieri con te ero crocifisso, con te glorificami tu, o mio Salvatore, nel tuo Regno". Un ritornello più volte ripetuto nell'Orthros di Pasqua che intendeva imprimere nella mente e nel cuore dei credenti il significato della risurrezione: "Risorto Gesù dalla tomba, come aveva predetto, ha dato la vita eterna e la sua grande misericordia".
"Oggi risorgo con te che risorgi".
D’altronde S. Paolo, nella sua catechesi, ha usato ripetutamente questa professione di fede e questa immagine di sepoltura e di risurrezione, di morte al peccato e di risurrezione a novità di vita e su questa visione imposta l'etica nuova del cristiano e del suo nuovo comportamento di persona risorta.
Con questa esultanza anche in questo terribile 2025 si alza da questo luogo ,antico e nuovo, il mio augurio di resurrezione per tutti!