sabato 21 marzo 2020

21 MARZO 2020 GRIDARE ANCORA NOMI E NUMERI DELLE VITTIME DI NDRANGHETA IN CALABRIA

di Bruno Demasi
    Nella giornata del 21 marzo in cui abitualmente i nomi e i numeri dei morti per mafia vengono scanditi uno ad uno per ricordare e riflettere, non potendosi quest’anno organizzare l’abituale manifestazione nazionale a cura di “Libera”, voglio almeno riprendere un primo elenco di vittime della ndrangheta in Calabria cadute nell’ultimo cinquantennio (suscettibile di integrazioni) al quale a suo tempo ho collaborato nella compilazione per la successiva pubblicazione anche sugli abituali mezzi divulgativi popolari di internet. 

    La vulgata degli addetti ai lavori classifica come  prime due vittime di ndrangheta, cadute a metà Ottocento proprio nella provincia di Reggio Calabria (Ortì-RC, 1862) due sacerdoti eroici che  ebbero il coraggio di denunciare alle autorità del neonato Regno d’Italia le consorterie ndranghetistiche che taglieggiavano e opprimevano queste terre e che erano state molto impinguate ed alimentate dai Borboni illusi di poter fermare l’avanzata dei Piemontesi anche per mezzo della  turpe e losca opera di questa gente da loro prezzolata. 

    Si trattava degli eroici don Antonio Polimeni e don Giorgio Fallara di cui la storia ufficiale e le mille cronistorie calabre   si sono presto dimenticate e a cui la chiesa locale deve un tributo enorme di riconoscenza per essere stati gli antesignani di una lunga scia di sangue sofferta dalla Chiesta di Cristo da quel terribile secolo in cui si realizzò la cosiddetta Unità d’Italia fino ai recentissimi sacrifici di Don Pino Puglisi, Don Giuseppe Diana e di  decine di altri martiri rimasti nell’oblìo.
    In effetti è proprio l’oblìo (casuale , ma spesso imposto dal mascheramento di moltissimi delitti di mafia come incidenti di vario genere) a costituire una forza indubbiamente di condizionamento per chi voglia stilare un elenco completo dei caduti per mano di mafia in generale , ma soprattutto in Calabria, per la quale questo primo elenco faticosamente ricostruito ci presenta nell’ultimo cinquantennio ben 292 morti, di cui addirittura i due terzi registrati nell’ultimo venticinquennio, con un crescendo spaventoso che si spiega soltanto con lo sviluppo  progressivo nella gente – e in particolare in certi ambiti sani della società calabrese – di una coscienza civile e civica e di una forza di denuncia indomabile dalle lupare e dai ricatti che la ndrangheta ancora oggi pone in essere. Certo i
 suoi mezzi e i suoi metodi sono divenuti più raffinati, i suoi crimini in gran parte “legalizzati”, i voti di scambio ben dissimulati, molti comitati d’affari spostati dall’esterno all’interno della Pubblica Amministrazione, ma le ferite del nostro tessuto sociale sono tutt’altro che rimarginate e il sangue che ancora oggi ne sgorga è lontano dal fermarsi. 

    Ecco il rosario  lunghissimo di questi martiri, tra cui molti bambini, magistrati ed esponenti delle forze dell’ordine, i cui nomi idealmente scandiamo e gridiamo  oggi ad alta voce. Nove volte su dieci non si sa chi sia stato l'assassino, esclusi i casi di lupara bianca. Inoltre solo per la metà degli omicidi si è riusciti a definire il contesto.
    A chi verrà e vorrà dopo di noi il compito pietoso ed eroico di perfezionare, approfondire, scolpire col fuoco quest’elenco nelle coscienze di tutti i Calabresi ancora in buona parte dimentichi o volontariamente ignari o colpevolmente superficiali. In sostanza complici! 
  • Maria e Natalina Stillitano di 22 e 21 anni, vittime innocenti, uccise per vendetta nei confronti di un loro zio nell'ambito di una faida di 'ndrangheta a Drosi il 22 dicembre 1962.
  • Carmelo Siciliano operaio 39 anni, ucciso per errore durante una strage di 'ndrangheta a Locri il 23 giugno 1967.
  • Famiglia Nunnari, colpita per vendette mafiose dirette e trasversali compiute a ridosso degli anni ’60, fin quasi alla decimazione, nella zona di Reggio Calabria
  • Vincenzo Scuteri, operaio carpentiere, iscritto al MSI, ucciso a Caulonia il 4 aprile 1971 perché non voleva lavorare il ferro commercializzato dalla 'ndrangheta.
  • Giovanni Ventra, consigliere comunale del PCI, assassinato per errore il 27 dicembre del 1972 a Cittanova (RC) nell'ambito della Faida di Cittanova.
  • Giuseppe Bruno, bambino di 18 mesi, ucciso per errore in un agguato di 'ndrangheta organizzato contro il padre a Seminara l'11 settembre 1974.
  • Mario Ceretto, industriale di Cuorgnè, sequestrato e ucciso il 23 maggio 1975.
  • Francesco Ferlaino, Avvocato Generale della Corte d'appello di Catanzaro. Il 3 luglio 1975, mentre rientrava nella propria abitazione a Lamezia Terme, veniva colpito alla schiena da due colpi di fucile esplosi da due sconosciuti che si trovavano a bordo di un'autovettura. Al suo nome è intitolato il palazzo di giustizia di Catanzaro.
  • Rocco Gatto, mugnaio ed iscritto al PCI viene ucciso il 12 marzo 1977 a Gioiosa Jonica (Medaglia d'oro al valor civile) per aver detto no alle estorsioni della 'Ndrina degli Ursino.
  • Francesco Vinci, studente ucciso per errore a Cittanova il 10 dicembre 1976 nell'ambito della Faida di Cittanova, Dirigente del movimento giovanile comunista, la sua morte provocò un forte moto di protesta per diversi mesi.
  • Michele e Domenico Facchineri di 9 e 11 anni, uccisi nell'ambito della Faida di Cittanova perché figli di un membro della 'Ndrina dei Facchineri, 13 aprile 1975.
  • Donald Mackay, attivista antidroga ucciso in Australia il 15 luglio 1977.
  • Carmelo Di Giorgio e Primo Perdoncini, operai ditta Montresor e Morselli di Verona che avevano acquistato agrumi dai produttori della piana di Gioia Tauro turbando così il mercato agrumicolo controllato dalla 'ndrangheta- uccisi a Rizziconi il 5 gennaio 1979.
  • Vincenzo Caruso e Stefano Condello, carabinieri in servizio a Taurianova (RC) uccisi in un conflitto a fuoco con 'ndranghetisti il 1º aprile 1977 (medaglie d'oro al valor militare).
  • Orlando Legname, imprenditore agricolo ucciso il 31 luglio 1979 a Limbadi
  • Giuseppe Valarioti',' segretario della Sezione del PCI di Rosarno. Assassinato l'11 giugno 1980.
  • Giovanni Losardo, militante comunista, già Sindaco di Cetraro e Segretario capo presso la Procura della repubblica del Tribunale di Paola. Assassinato il 21 giugno 1980.
  • Rossella Casini, studentessa universitaria rapita, violentata e uccisa a Palmi il 22 febbraio 1981 per essere la fidanzata di un pentito di 'ndrangheta.
  • Lucio Ferrami, commerciante ucciso a Cetraro il 27 ottobre 1981 per aver detto no alle estorsioni della 'ndrangheta.
  • Francesco Borrelli, maresciallo dei carabinieri, ucciso a Cutro (KR) il 13 gennaio del 1982 per aver sventato un agguato ai danni di un boss locale, (Medaglia d'oro al merito civile).
  • Salvatore Dragone, ragioniere, ucciso a Cutro (KR), il 13 gennaio del 1982 a seguito del medesimo agguato ai danni del boss locale Antonio Dragone (nonostante la parentela, gli accertamenti hanno in seguito dimostrato che fra i due non vi era alcun rapporto di collusione).
  • Luigi Gravina, commerciante ucciso a Paola il 25 marzo 1982 per aver detto no alle estorsioni della 'ndrangheta.
  • Gennaro Musella, ingegnere e imprenditore campano ucciso con un'autobomba a Reggio Calabria il 3 maggio 1982.
  • Pompeo Panaro, commerciante e uomo politico, ucciso il 28 luglio 1982 a Paola (CS).
  • Graziella e Maria Maesano, bambine di 9 anni, uccise a Le Castella (KR) il 21 settembre 1982 nell'agguato che ha per bersaglio lo zio.
  • Mario Lattuca, operaio ucciso per errore in un agguato il 21 settembre 1982 a Paola (CS).
  • Francesco Panzera, insegnante ucciso a Locri il 10 dicembre 1982 perché combatteva lo spaccio di droga nella scuola da parte della 'ndrangheta.
  • Bruno Caccia, magistrato, morto a Torino il 26 giugno 1983.
  • Il brigadiere Carmine Tripodi, 25 anni, di Castel Ruggero, piccola frazione di Torre Orsaia (Salerno), ucciso in un agguato mafioso, a colpi di lupara, a San Luca, il 6 febbraio del 1985, sulla strada provinciale, ad un anno della sua morte, venne decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria.
  • Giuseppe Rechichi, professore, ucciso a Polistena in un agguato per errore, il 4 marzo 1987.
  • Girolamo Marino, medico chirurgo dell'ospedale di Locri ucciso proprio a Locri il 23 ottobre 1988 perché l'operazione di appendicectomia sulla piccola Caterina Giampaolo, figlia del boss latitante Antonio, andò male. La vendetta arrivò per mano dello zio della piccola, Giuseppe, arrestato e condannato a 24 anni di reclusione.
  • Sergio Cosmai, direttore del carcere di Cosenza (assassinato nel marzo del 1985)
  • Antonino Vicari, imprenditore, ucciso a Taurianova il 4 maggio 1985 per aver detto no alle estorsioni della 'ndrangheta.
  • Filippo Salsone, Maresciallo della Polizia Penitenziaria ucciso a Brancaleone il 7 febbraio 1986 e riconosciuto vittima del dovere dal Ministero dell'Interno.
  • Rosario Iozia, vicebrigadiere dei Carabinieri ucciso a Cittanova il 10 aprile 1987 in uno scontro a fuoco con 'ndranghetisti (Medaglia d'argento al valor militare).
  • Lodovico Ligato, ex parlamentare DC ed ex presidente delle Ferrovie dello Stato. Coinvolto nello "scandalo delle lenzuola d'oro", nel novembre del 1988 fu costretto a dimettersi dalla presidenza delle Ferrovie dello Stato. Venne assassinato in un agguato mafioso a Bocale, zona di Reggio Calabria, il 27 agosto 1989.
  • Giuseppe Macheda, Vigile Urbano, ucciso in servizio nella città di Reggio Calabria il 28 febbraio 1985.
  • Giovanni Mileto, Caposquadra Cantonieri FCL di Cittanova, assassinato in un agguato mafioso il 7 novembre 1987, sacrificatosi per salvare un'altra vita umana, riconosciuto vittima della criminalità organizzata.
  • Pietro Ragno, 28 anni, carabiniere ucciso a Gioia Tauro il 10 luglio 1988 in un agguato di 'ndrangheta.
  • Vincenzo Grasso, rivenditore d'automobili, assassinato a Locri nel marzo 1989 (Medaglia d'oro al merito civile) per aver detto no alle estorsioni delle 'ndrine.
  • Antonio Raffaele Talarico, guardia giurata assassinata il 2 settembre 1988 a Lamezia Terme Riconosciuto vittima innocente della criminalità organizzata.
  • Abed Manyami, 30 anni, venditore ambulante ucciso per errore in un agguato di 'ndrangheta a Gioia Tauro il 9 settembre 1988.
  • Francesco Ventura, tra i più illustri imprenditori del mezzogiorno e gravitante in alti ambienti politici, così come riportato da 'La Repubblica'. Assassinato il 3 novembre del 1989 a Reggio Calabria, si disse all'epoca, per un oscuro intreccio di appalti. Tale affermazione è stata recentemente confutata dalle rivelazioni del pentito Roberto Moio, il quale ha dichiarato agli inquirenti che il Ventura fu assassinato per essersi rifiutato di pagare una forte tangente.
  • · Antonino Scopelliti, il magistrato ucciso il 9 agosto 1991, mentre era in vacanza in Calabria, sua terra d'origine, in località Piale (frazione di Villa San Giovanni, sulla strada provinciale tra Villa San Giovanni e Campo Calabro).
  • · Salvatore Aversa, sovrintendente della Polizia di Stato ucciso a Lamezia Terme il 4 gennaio 1992.
  • Ferdinando Caristena (18 maggio 1990), commerciante ucciso a 33 anni ucciso perché si presumeva fosse omosessuale e avesse una relazione con un presunto affiliato Gaetano Mazzitelli vicino ai Molè e perché successivamente intraprese una relazione con la sorella del cognato di Mommo Piromalli come raccontato dal pentito Annunziato Rosa. il 5 novembre 2017 il comune di Gioia Tauro gli dedica una via
  • Antonino Polifroni (30 settembre 1996), imprenditore di Varapodio (RC), assassinato perché non aveva ceduto ai ricatti e alle estorsioni della 'Ndrangheta.
  • Arturo Caputo, di 16 anni, ucciso in una sparatoria il 4 luglio 1990 a Strongoli, nel Crotonese. Il ragazzo era in pizzeria con gli amici.
  • Antonino Muto, originario di Cutro in provincia di Crotone, è morto il 7 settembre del 1992 per le gravi ferite riportate in un agguato avvenuto il giorno prima in località Colonie Padane, vicino Cremona. Due killer agirono all’interno del bar Baracchino per uccidere Ruggiero Dramore, anch’egli calabrese. L’agguato era legato a vicende di ‘ndrangheta. Muto fu colpito per errore.
  • Antonino Marino, comandante della caserma di Platì (ucciso il 9 settembre 1990) (Medaglia d'oro al valor civile)
  • Domenico Archinà, imprenditore ucciso a Siderno il 24 maggio 1991.
  • Antonio Cordopatri, Barone ucciso a Reggio Calabria il 10 luglio 1991
  • Nicodemo Panetta, imprenditore di Grotteria ucciso a Mammola dagli Ursini il 13 giugno 1990
  • Versaci Angelo, guardia municipale, ucciso il 3 settembre 1990
  • Tramonte Francesco e Cristiano Pasquale, 2 netturbini uccisi sul lavoro a Lamezia Terme il 24 maggio 1991.
  • Antonino Scopelliti, magistrato, ucciso da 'ndrangheta e Cosa nostra il 9 agosto del 1991.
  • Salvatore Aversa (Medaglia d'oro al valor civile) e Lucia Precenzano, sovrintendente della Polizia di Lamezia Terme e moglie, uccisi il 4 gennaio 1992.
  • Giuseppe Marino, Vigile Urbano, ucciso in servizio nella città di Reggio Calabria il 16 aprile 1993.
  • Nicholas Green bambino statunitense, vittima a sette anni di un assassinio sull'autostrada A2 Salerno-Reggio Calabria nei pressi dell'uscita di Serre (vicino a Vibo Valentia), mentre, durante un viaggio in Italia, era diretto in Sicilia con i genitori Reginald e Margaret e la sorellina Eleanor, di 4 anni.
  • Adolfo Cartisano detto Lollò, fotografo, sequestrato il 22 luglio 1993 e ritrovato morto nel 2003.
  • Matteo Bottari, professore di Diagnostica e Chirurgia endoscopica dell'Università di Messina ucciso il 15 gennaio 1998.
  • Luigi Ioculano, medico di Gioia Tauro ucciso il 25 settembre 1998
  • Antonino Polifroni, imprenditore ucciso a Varapodio il 30 settembre 1996.
  • Stefano Ceratti, medico e politico della Democrazia Cristiana ucciso a Bianco il 7 aprile 1992.
  • Giuseppe Russo, ragazzo di 22 anni ucciso ad Acquaro (VV) il 15 gennaio 1994 per aver avuto una relazione sentimentale con la cognata di un boss.
  • Antonio Musolino, imprenditore edile di 54 anni. Ucciso nel frantoio di proprietà di famiglia, a Benestare, la sera del 31 ottobre 1999. I mandanti ed esecutori del delitto, restano ignoti.
  • Mariangela Ansalone (9 anni) e il nonno Giuseppe Biccheri (54 anni). Uccisi ad Oppido Mamertina l'8 maggio 1998 perché passavano casualmente in automobile davanti ad un negozio dove si era appena consumata un duplice omicidio legato alla faida che in quegli anni stava insanguinando il paesino aspromontano.
  • Ferdinando Chiarotti, pensionato di 73 anni ucciso per errore in un agguato di 'ndrangheta a Strongoli il 26 febbraio 2000.
  • Francesco Scerbo, ucciso per errore in un agguato il 2 marzo 2000 a Isola di Capo Rizzuto.
  • Torquato Ciriaco, noto avvocato civilista e amministrativista di Lamezia Terme, assassinato lungo la strada che collega Lamezia con Maida (1º marzo 2002).
  • Antonio Maiorano, operaio, ucciso per errore a Paola (CS) il 21 luglio 2004 perché scambiato dai killer con il locale boss Giuliano Serpa (oggi collaboratore di giustizia). Dal 2008 ad ogni anniversario della sua morte a Paola si celebra la "giornata della memoria e dell'impegno" dedicata a tutte le vittime innocenti della mafia.
  • Massimiliano Carbone, giovane imprenditore di 30 anni, ucciso a Locri il 17 settembre 2004.
  • Gianluca Congiusta, imprenditore (assassinato a Siderno il 24 maggio 2005) Sito di Congiusta.
  • Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, assassinato a Locri (16 ottobre 2005).
  • Daniele Polimeni, ragazzo di 18 anni barbaramente ucciso a Reggio Calabria nel 2005.
  • Fortunato La Rosa oculista in pensione viene ucciso l'8 settembre 2005 per aver protestato per le mucche di alcuni ndranghetisti invadevano il suo terreno
  • Antonio Longo, imprenditore (26 marzo 2008).
  • Fazio Cirolla, operaio di 42 anni ucciso per errore in un agguato di 'ndrangheta a Cassano allo Jonio il 27 luglio 2009.
  • Domenico Gabriele, detto Dodò, bambino di 11 anni ucciso per errore in un agguato di 'ndrangheta a Crotone, ferito il 25 giugno 2009, morto il 20 settembre 2009.:
  • Lea Garofalo, ex convivente di uno 'ndranghetista di Petilia Policastro, uccisa e bruciata nei
  • pressi di Monza il 24 novembre 2009, a causa delle sue dichiarazioni sull'omicidio dello
  • 'ndranghetista Antonio Comberiati
  • Filippo Ceravolo, commerciante di 19 anni, ucciso per errore in un agguato di 'ndrangheta a Pizzoni il 25 ottobre 2012.
  • Marco Puntorieri, ragazzo reggino legato alla criminalità cittadina, viene ucciso nelle campagne di Armo da tre persone che lui stesso conosceva, il 15 settembre 2011. In seguito i killer vennero rintracciati e arrestati a causa di un video girato di nascosto dietro gli alberi, da una persona che non si fece mai identificare.
  • Roberto Straccia, scomparso a Pescara nel dicembre 2011 e trovato morto ad inizio 2012 a Bari. Ucciso per uno scambio di persona da killer provenienti da Mesoraca.
  • Cocò Campolongo, bimbo di tre anni viene ucciso carbonizzato a gennaio 2014 insieme al nonno Giuseppe Iannicelli e a Ibtissa Touss mentre erano in un furgone a Cassano.
  • Lea Garofalo, ex convivente di uno 'ndranghetista di Petilia Policastro, uccisa e bruciata nei Corigliano Calabro da Faustino Campilongo e Cosimo Donato su ordine degli Abbruzzese
  • Ján Kuciak, 28 anni ucciso il febbraio 2018 ucciso con un colpo di pistola con la fidanzata Martina perché ha fatto un'inchiesta tra trattative tra lo stato slovacco e la 'ndrangheta
  • Giorgio Barresi, 42 anni agente immobiliare ucciso il marzo 2020 è stato trovato ammazzato con colpi di pistola in Canada .