martedì 4 luglio 2017

LI COPRIREMO CON LE NOSTRE VERGOGNE

di Bruno Demasi
   Fa più scandalo un ragazzo africano che fa il bagno sulla spiaggia di Reggio Calabria nudo o un adulto africano che , dimesso dall’ospedale di RC non ha nulla da mettersi addosso o le centinaia di Africani della tendopoli di San Ferdinando costretti a scappare dal fuoco che divora le loro tende?
   Tre storie che si sono intersecate in questi ultimi giorni in cui ancora una volta lo scirocco più bollente e maleodorante che mai ha cotto questo lembo malato di universo che si chiama Calabria , ma anche tanti cervelli calabresi pronti a gridare allo scandalo in una realtà politica, sociale, istituzionale in cui gli scandali, quelli veri, quelli dei colletti bianchi che continuano a mangiare a più non posso, quelli della politica malata che finge impegni sociali e politici mai esistiti, quelli della tassazione ossessiva che dissangua questa terra di poveri, vengono ormai solo a stento sommersi. E fino a quando? 

   Il primo scandalo è stato provocato nelle menti e nelle gole lisce dei benpensanti dal ragazzo di colore che non si è nemmeno accorto di destare scandalo andando a immergersi nudo nel mare di Reggio Calabria attraversando una battigia-immondezzaio che da anni non provoca alcuna reazione civile da parte di nessuno.
   Il secondo scandalo è quello di Daniel, il ghanese dimesso dal reparto O.T.L. degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, che non aveva neanche un pigiama per uscire dall’ospedale e che solo la pietà di eccellenti medici e infermieri, oltre alle amorevoli cure prestate, gli ha procurato, quasi di nascosto, almeno una vecchia tenuta da infermiere per impedirgli di uscire nudo, oltre che scalzo, per essere accompagnato da chi era andato a prenderlo alla tendopoli di San Ferdinando, dove – grazie a Dio – è poi arrivato almeno con una maglietta, un pantalone e un paio di scarpe e del pane.
   Il terzo scandalo è stato provocato dall’odore acre della carne sporca e sudata in fuga attraverso montagne di immondizia dalle baracche delle tendopoli di San Ferdinando in preda al fuoco. 

   Sono tre vergogne sicuramente che urtano il naso, l’occhio e lo stomaco dei Reggini e dei Calabresi benpensanti, coloro i quali sono pronti a fare  eleganti flash mobbing di solidarietà verso non meglio specificati “poveri e diseredati”, quelli che non tacciono davanti a non meglio specificati scandali di palazzo, ma tacciono e si scandalizzano se qualcuno mostra volontariamente o involontariamente le proprie nudità misere, nere affamate e spesso pestate e coperte di sangue sulla strada che da Gerusalemme scende a Gerico.
    E la storia infinita dei soldi che lo Stato spende per questi derelitti ogni giorno e di cui questi derelitti non  vedono neanche un centesimo con il beneplacito  e la complicità di TUTTE le istituzioni è una delle vergogne bibliche , la più grande, con cui copriremo le nudità malate di questa gente.