sabato 21 settembre 2013

ANCHE NELLA PIANA DI GIOIA TAURO “ NON SAREMO GIUDICATI SU QUANTO SIAMO STATI CREDENTI, MA CREDIBILI...” A 23 ANNI DALLA BARBARA UCCISIONE DI ROSARIO LIVATINO.

di Bruno Demasi
          Bastano alcuni flashs  malamente scopiazzati sui social networks per far finta di ricordare, ma in realtà solo per  rimettere nel tritacarne, anche un’altra ricorrenza, quella  del  ventitreesimo anniversario dell’ uccisione del giudice Rosario Livatino.
    Un magistrato, un’esistenza, un esempio che ci interpella fortemente come cittadini della  Piana e, se non altro da quando la Chiesa l’ha dichiarato Servo di Dio e ha imbastito il suo processo di beatificazione,  anche come credenti.
    Ci interpella come cittadini della Piana perchè a 23 anni dal suo sacrificio, lui, il più giovane dei magistrati (classe 1952) vittime di mafia rappresenta  specialmente per noi, oltre che per la sua terra di origine e per l’Italia intera, un altro emblema, di quelli veri e non al servizio delle fazioni politiche, che non possiamo liquidare come forma di eroismo gratuito e basta, come molti hanno tentato di fare con don Pino Puglisi, ma un esempio vivente di coraggio e di reale presa di distanza della società civile da ogni forma di malaffare, da ogni connivenza e da ogni  convenienza, da ogni perversione di potere, qualunque essa sia.

   Ci interpella come credenti, in una realtà ecclesiale estremamente composita e sfilacciata, se non stucchevole, nella quale l’hobby di molti “ addetti ai lavori” , di molti  credenti sembra diventato quello di fare congetture e gossip sulle motivazioni che ispirano l’operato amministrativo del  Vescovo, le cui azioni pastorali non spetta certo a noi valutare o, peggio,  giudicare.
   Il messaggio di Rosario Livatino è chiarissimo  e limpido per tutti, per la società civile come per la chiesa locale: essere credibili e non soltanto credenti. Credibili nell’operato quotidiano a tutti i livelli, in tutti gli uffici pubblici, in tutte le pieghe della politica e dell’aministrazione o della sanità o della scuola o del commercio.
 
   Credibili come credenti ( si perdoni l’apparente bisticcio) che riescono ancora a stupirsi davanti alle meraviglie di Dio, ai carismi della chiesa e al loro esercizio libero e   santo per il bene della gente, senza  intromissioni e giudizi interessati, soprattutto senza stucchevoli forme di clericalismo che, come laici, non ci competono affatto!