mercoledì 24 luglio 2013

C'E' UN'OASI NEL DESERTO DELLA PIANA... ma solo nella ricerca di antidoti allo sfascio e nella voglia di un' identità comune...

      (di Bruno Demasi)


  E se tornasse quel Forestiero  a chiedere acqua nella Piana, quale Samaritana, quanti Samaritani vi troverebbe pronti a capirne le  parole, i  gesti, la  generosità? E quanti  tra i "pianoti" saremmo  realmente pronti a restare sgomenti  e commossi nel comprenderne il messaggio di Pace e di Solidarietà in un baratro  di valori che ormai ha raggiunto dimensioni bibliche?
    Sanità, Scuola, Comunicazione, Trasporti sono pesantissimamente condizionati, salvo poche, virtuose eccezioni, da interessi che le poche volte in cui non sono criminali sono condizionati da un'incuria pesante come un macigno.
            E la Giustizia? E la vita  politica?
        Riuscirebbe il Forestiero nonostante la Sua
mente divina a comprendere gli intrecci e i legami sotterranei che hanno ormai fatto della Piana solo un malcelato  e complicatissimo groviglio di interessi  che sporca tutto, anche l'aria che respiriamo?
         E quanti saremmo disposti a dargli la nostra acqua  inquinata , per accogliere in cambio l'acqua viva della sua parola e a diffonderla senza interessi ?

               Vogliamo dunque cercare  un' oasi essenziale ed efficace che ci consenta almeno di sperare in un riscatto non troppo lontano?

       La vogliamo proporre  alla sensibilità sperimentata del vescovo in un' Adorazione Eucaristica libera, almeno settimanale, cui dovrebbe aprirsi per una giornata intera almeno una delle tante chiese chiuse in ciascuno dei nostri paesi?
        La vogliamo invocare  come antidoto a quel Nulla che opprime  le nostre strade dissestate e disseminate di immondizia, le nostre campagne incolte, i nostri ospedali abbandonati a se stessi, le nostre coscienze assopite ed inerti, la nostra Giustizia annaspante in mezzo a mille ingiustizie e raggiri, finzioni di perbenismo e sbandieramento pacchiano di legalità da parte di tanti?
          La vogliamo quasi pretendere come farmaco di unità contro la frammentazione religiosa che sta sfasciando anche le parrocchie laddove non regna l'unità?
     La vogliamo  sperimentare  al di là delle suggestioni, dei cammini più o meno particolari di fede che rischiano di frantumare  la stessa Chiesa in tante  identità diverse?   
                 E  vogliamo  rispondere all'invito di Ignazio di Antiochia che ancora così ci invita all'unità di intenti , di identità ecclesiale e soprattutto di Fede:
     “Abbiate cura di prendere parte all’unica Eucarestia. Una è la carne del Signore nostro Gesù Cristo; uno il calice per essere uniti nel sangue di lui; uno l’altare, come uno solo è il vescovo con il collegio dei presbiteri e con i diaconi, miei conservi. Affinchè, qualunque cosa facciate, lo compiate secondo Dio.”