(di Bruno Demasi)
Dal "Fatto quotidiano" di oggi:
Succede in Calabria, come potrebbe
accadere in ogni altro paese d’Italia. Così come accade che Luppino, che
con la sua cooperativa gestisce anche altri beni confiscati a Limbadi, a
Varapodio e a Sinopoli, rimanga isolato nella sua battaglia di
legalità. “Giovani in vita” nasce come iniziativa
socio-economica sul Piano Operativo Nazionale per lo sviluppo del
Mezzogiorno d’Italia 2002–2006, un accordo di programma che ha lo scopo
di recuperare proprio le persone che sono state in carcere per reati
minori o appartenenti a famiglie mafiose.
L’unico modo per Luppino, allora sindaco di Sinopoli, di fare qualcosa di concreto in un territorio ad alta densità mafiosa. L’antimafia calabrese ha preso le distanze da questa realtà, soprattutto a seguito della relazione di scioglimento del Comune di Reggio Calabria che cita anche il Consorzio Terre del Sole (di cui faceva parte “Giovani in vita”), accusato di ricevere ingerenze da parte della criminalità organizzata. Non sono state prese in considerazione le innumerevoli intimidazioni – anche piuttosto gravi – che ha dovuto subire la cooperativa in tanti anni di attività. Luppino, nonostante tutto, non si scoraggia e dice: “Chi ha paura e chi deve nascondere qualcosa si ferma. Chi no va avanti”. E va avanti anche in un territorio in cui di antimafia spesso “si campa”.
L’unico modo per Luppino, allora sindaco di Sinopoli, di fare qualcosa di concreto in un territorio ad alta densità mafiosa. L’antimafia calabrese ha preso le distanze da questa realtà, soprattutto a seguito della relazione di scioglimento del Comune di Reggio Calabria che cita anche il Consorzio Terre del Sole (di cui faceva parte “Giovani in vita”), accusato di ricevere ingerenze da parte della criminalità organizzata. Non sono state prese in considerazione le innumerevoli intimidazioni – anche piuttosto gravi – che ha dovuto subire la cooperativa in tanti anni di attività. Luppino, nonostante tutto, non si scoraggia e dice: “Chi ha paura e chi deve nascondere qualcosa si ferma. Chi no va avanti”. E va avanti anche in un territorio in cui di antimafia spesso “si campa”.
Nel territorio della diocesi di Hagia Agathe succedeva anche questo nel lontano A.D. 2013, ma i quotidiani locali, gli esperti e ch.mi maestri dei mille convegni sulla legalità non ne parlavano...
...e non solo loro!!!