giovedì 14 marzo 2013

LA DIOCESI SI ASSOCIA ALL'ESULTANZA COMUNE PER L'ELEZIONE DI PAPA FRANCESCO

        di Bruno Demasi
  Ho respirato oggi un po' dovunque, a Oppido, come a Gioia, a Taurianova o Polistena, un'esultanza comune per l'elezione del nuovo Papa: è l'acclamazione spontanea di chi vede nel nuovo Sommo Pontefice colui che viene dal mondo dell'emigrazione ,che tanto ha segnato questi paesi nel tempo ed ancora oggi,  colui che conosce la fatica,  i sacrifici e le sofferenze  della povertà da cui sono segnate le favelas argentine, ma anche questi nostri paesi nati in una cornice naturale stupefacente per la sua bellezza, ma cresciuti male e sempre più abbrutiti da mille incurie, da mille soprusi, quasi da una damnatio memoriae che ci induce a distruggere più che a costruire.
  Un Papa a cui affidare, dunque, anche le nostre sofferenze e la nostra voglia di riscatto, sulle cui prime parole, dopo l'elezione, il vescovo di questa diocesi così scrive:

"Due atteggiamenti hanno colpito alla sua prima apparizione: il silenzio immobile e stupito dinnanzi alla folla oceanica che gremiva Piazza San Pietro fino a via della Conciliazione e il chiedere al popolo di Roma – Chiesa, della quale con perfetto richiamo teologico, ha sottolineato essere il Vescovo – di pregare per lui: che bello e inedito quel suo inchinarsi in silenzio orante ! È evidente che la sua esperienza in America Latina lo rende un Papa vicino e in mezzo al popolo nella semplicità e nella essenzialità dei rapporti.
Sarà un Pastore particolarmente attento alle esigenze della base con la dolcezza della Madre e la fortezza del Padre. Il duplice riferimento alla Madonna esprime la fiducia filiale verso la Madre della Chiesa, mentre il primo pensiero al predecessore emerito, Benedetto XVI, indica l’affetto e la stima verso chi lo ha preceduto in un tipo di Magistero e di vita utile alla Chiesa quanto quello che egli impartirà in modo diverso ma egualmente efficace.
La scelta del nome di Francesco sembra richiamare a se stesso il compito di riparare la Chiesa, di spingerla sulla via della bontà e della povertà per assimilarla a Cristo sine glossa sulla più pura linea del Vangelo."

    Ci piace pensare  che  il nostro vescovo quando parla di " esigenze della base" che desteranno l'attenzione del nuovo papa voglia riferirsi non ad altre, ma alle esigenze di quel popolo di Dio, che tra i mille problemi  di ordine pratico ed economico che oggi lo opprimono, vuole  comunque sentirsi parte integrante della Chiesa, al di fuori o al di là di ogni forma di clericalismo di ritorno, che rischia sempre di ripresentarsi sotto mille facce e paradossalmente  di precludere ai "lontani" l'avvicinamento alla Chiesa di Cristo e alla sua bellezza.