venerdì 8 marzo 2013

LA TERRA PERSA TRA DISPERAZIONE E SPERANZA ... (una riflessione postelettorale)


  (di Bruno Demasi)
 Mi piace far mia , anzi della Piana, una lucidissima riflessione postelettorale dell’amico Saverio Pazzano, apparsa  in questi giorni su Zoomsud.


    “ Questa terra è persa. Bisogna dirselo, se si vuole riprendersela. Nella retorica del dopo elezioni faccio la conta dei caduti: un intero popolo facebook pronto all'addio, ad andar esule, a prendere la via della montagna. Sono battute, ché tutto resterà com'è e l'andar via, se avverrà, sarà la solita chiamata di mamma emigrazione per cercare lavoro. In realtà siamo andati via ben prima di andarcene...coi semplici numeri, si rischia di ficcarsi in ragionamenti sconvenienti. Servono a governare, ma non è detto che siano il riconoscimento di aver ben governato: a volte esprimono fiducia, è vero. Ma più spesso sono l'espressione di una terra disperata: che sommersa dalla spazzatura, abbrutita da un abusivismo incontrollato, bastonata dalla delinquenza, imbarbarita da un'ignoranza profonda che abita i “palazzi delle decisioni”, non riesce a immaginarsi diversamente, non ne ha il coraggio.

     La resa, prima ancora che abitare nel tracollo dei vari partiti, si riconosce nel silenzio degli intellettuali e dei giovani, nei commenti ironici e sarcastici che abbondano online e che però non sanno farsi, a questa latitudine, stile di vita in grado di scardinare dal di dentro il sistema. Questa è un'altra forma, più pervicace e nociva, di contiguità: gli onesti che si lasciano vivere – con un po' di frustrazione- dentro l'innaturale avaria della giustizia, della politica, della democrazia. È quanto scriveva Alvaro: “ La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile”. Questa è per me la sintesi esplicativa di alcuni successi elettorali, anche a venire; questa è la sintesi di quanto capita di sentire fra molti giovani; questo è il racconto dei mille e mille precari di qui che, presi per fame e per bisogno, accettano l'inaccettabile... a chi deve insegnarla?

     Forse Alvaro ha profetizzato quel che oggi è avvenuto. L'ho pensato. Poi ho visto i festeggiamenti dei soliti noti per i successi elettorali in Calabria, la felicità degli ex e i loro sogni di gloria e ho capito che ce la faranno ancora e ancora e ancora se si rivotasse domani e domani e domani l'altro.

     Le cose però stanno così: se c'è spazio per distruggere ce ne deve essere anche per ricostruire. E sono tornato a sperare..”


   Tornare a sperare anche nella Piana di Gioia Tauro, certo, ma  cosa?

  Fin quando la coscienza civica e la passione civile continueranno ad essere confezionate sotto vuoto o surgelate  nelle sole redazioni dei giornali, nei salotti massonici o  in quel che resta di essi, nei talk show televisivi  o nelle sedi dei partiti e delle cosche malavitose e non verranno invece  cucinate, spolpate e condivise nelle aule delle scuole e delle università, nei magri posti di lavoro che ancora sopravvivono da queste parti, nel ventre  delle case e delle famiglie  oggi frammentate e avvelenate dai media, ci resterà ben poco da sperare...!