domenica 23 ottobre 2022

I RAPPORTI POLITICI E CULTURALI TRA RHEGION E ATENE (di Felice Francesco Delfino)

    Felice Francesco Delfino , nato a Oppido Mamertina nel 1979, è storico profondissimo e puntiglioso, autore, tra l'altro, di numerosissimi studi sul passato antico della nostra terra reggina e, in particolare, sugli insediamenti ebraici in Calabria ( Si ricordi a tale proposito la sua corposa e pregevole monografia dal titolo "La presenza ebraica nella storia reggina"- Disoblio Editore). E' anche narratore di qualità e in tale chiave recentemente ha dato alle stampe il romanzo noir "Inganno d'autore".  In questo studio sui rapporti tra Rhegion e Atene, ci offre un'attenta e suggestiva  analisi divulgativa che mancava  sicuramente alla nostra storiografia locale . (Bruno Demasi).

     E’ un tema , questo, caro a molti studiosi specialmente locali, ma il limite di tanti studi e di tante pubblicazioni finora fatte è stato ed è quello di focalizzare l’attenzione su questioni particolari, piccoli episodi o medaglioni della storia più grande e complessa, spesso anche solo dettagli. Chi legge, in questi casi (che sono poi la grandissima maggioranza) non riesce a comprendere il quadro di insieme della storia di un’epoca. Per questo motivo cercheremo in questo breve appunto di ridefinire con linguaggio semplice e divulgativo contorni e contenuti di una vicenda che vede protagoniste due grandi città del Mediterraneo: Rhegion (oggi Reggio Calabria) e Atene. Rhegion è stata di certo una delle poleis magnogreche più importanti della Calabria insieme a Locri Epizeferi, anche per i suoi stretti rapporti con la Madrepatria. Tuttavia, prima di addentrarci a considerare tali rapporti, sarebbe opportuno osservare ciò che succedeva ancor prima della fondazione di Rhegion, nella penisola ellenica.

    In Grecia le poleis fioriscono dopo il periodo buio del Medioevo greco e le due poleis per antonomasia sono Sparta e Atene. La definizione di poleis ci viene data in primis da Aristotele nella sua Politica intese come pluralità e insieme di cittadini. Sparta e Atene erano le due maggiori città Stato in Grecia ed ebbero un rapporto ambivalente tra loro: prima alleate poi rivali. Sparta e Atene combatterono insieme la battaglia di Maratona del 490 a.C. o ,meglio sarebbe dovuto accadere , se non fosse successo che gli Spartani al primo scontro degli Ateniesi, appoggiati dai Platesi, contro il più forte e numeroso esercito persiano, non si fossero presentati in ritardo all’appuntamento a vittoria ateniese già conseguita.
 
    La scusa che diede prima sconcerto, ma poi fu accettata fu attribuita al fatto che una lunga festa avesse impedito agli Spartani di partire prima e in Grecia, era ben nota la religiosità di Sparta che sfiorava la superstizione. Tuttavia, il nemico persiano era tutt'altro che abbattuto e aleggiava ancora il pericolo incombente da parte degli Ateniesi di perdere lo status di uomini liberi e diventare sudditi della Persia. Difatti il re persiano Serse con la sua flotta nel 480 a.C. aveva attraversato il Bosforo ed era giunto a terra, mentre altre flotte persiane costeggiavano per dare rifornimenti alle truppe. Temistocle, organizzava la difesa greca e doveva scegliere il sito ove combattere contro il nemico. L'opzione Termopili, etimologicamente “Porte Calde" si prefigurava come quella più favorevole. L'esercito spartano guidato da Leonida al sito delle Termopili, una stretta gola di una montagna a nord di Atene e a sud della Tessaglia, entrerà nella leggenda per il valore dei suoi trecento soldati che ispirarono il film “300”. Nei primi due giorni, l'esercito persiano fu allontanato, ma il terzo giorno successe l'imprevedibile: Efialte, un pastore della zona, un traditore, prese accordi col re persiano Serse di indirizzare l'esercito attraverso un sentiero che conduceva in un preciso punto delle Termopili al fine di attaccare i Greci alle spalle. La situazione pertanto si ribalto' e l'esercito greco subì diverse perdite. La sconfitta sembrava vicina, ma Leonida, non volendo neanche considerare l'onta della resa, con i suoi trecento valorosi decise che avrebbe proseguito con coraggio la resistenza fino alla morte. E così fu sino l'ingresso nel mito. 

    La strada verso Atene per i Persiani era però ancora aperta. Gli abitanti di Atene furono condotti a Salamina dove assistettero in lontananza all'incendio dell'Acropoli di Atene. Gli Ateniesi poi non seguirono il consiglio degli alleati di recarsi nel Peloponneso e Temistocle era convinto dello scoraggiamento persiano per via della mancanza della flotta che non avrebbe permesso la vittoria e preparò l'indomani una battaglia via mare. Gemiti, urla ricoprivano le distese del mare finché non li assopì il volto oscuro della notte – scrisse il grande Tragediografo Eschilo che partecipò alla battaglia di Salamina.
    A questo proposito è importante sottolineare, come e quanto tutti e tre i grandi tragediografi greci: Eschilo, Sofocle e Euripide sono legati a Salamina: Eschilo vi combatté, Sofocle scrisse i Peana in nome di Apollo per celebrare la vittoria dei Greci, Euripide vi nacque proprio nel 480 a.C.

    Serse dunque fu sconfitto e con una piccola parte del suo esercito tornò in Persia, ma una moltitudine dei suoi uomini rimase in Grecia sotto il comando del generale Madornio che fu sconfitto a Platea in Beozia nel 479 dalle truppe alleate guidate dal reggente Pausania. Infine a Micale la flotta persiana fu definitivamente sconfitta e la guerra si concluse a favore dei Greci. Sconfitto Serse, l'alleanza tra Sparta e Atene non ebbe più ragione d'essere e le due città da alleate, dopo quello che i studiosi hanno chiamato la Pentacontia, un governo di 50 anni, diventano rivali e contendenti. Ad Atene ci sono trent’anni di sommossa, scoppia nel 431 aC la guerra del Peloponneso, che interesserà, come tra poco vedremo, anche l'antica Reggio Calabria.
   Nell'VIII secolo, cioè circa tre secoli prima di questa lunghissima guerra, si era progressivamente consolidata nel Meridione della nostra Penisola la Magna Grecia in virtù dell'espansione ellenica in Occidente e precisamente nell'ampia area geografica comprendente le attuali Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e l Sicilia. Reghion (Reggio Calabria) era stata fondata nel 713 a.C. dai Greci Calcidesi in prossimità del fiume Apsias, (Calopinace) seguendo i suggerimenti dell'oracolo di Apollo in Delfi.
    Nel V secolo Rhegion ebbe un periodo fiorente sotto il tiranno Anassila e un ruolo culturale di primissimo spessore grazie ad eccellenti figure del calibro del bronzista Pitagora, (colui che a quanto pare realizzo' uno dei Bronzi di Riace), Ibico e Learco. Dopo il periodo dei tiranni, lo scenario in riva allo Stretto tra Reghion e Messana appariva un po’ diverso. 

  A Rhegion, quando il conio viene ripreso viene riutilizzata per le monete l'effigie della testa del leone e nel verso la divinità sul trono con figure animali, quali il gatto, l'airone, il cigno, la papera, il cane e il serpente, quest'ultimo con collegamento a Giocasto, al quale a Rhegion era stato dedicato un mausoleo sul promontorio di Punta Calamizzi Pallantion. E probabilmente anche il serpente era collegato al dio greco della medicina Asclepio.

   Nel 431 a.C. in Grecia scoppia la guerra mondiale dell’antichità ellenica, vale a dire la guerra del Peloponneso e, a detta dello storiografo Tucidide, a Reghion ci fu un periodo di sommosse. Rhegion doveva difendersi dai Siracusani e dagli alleati Locresi e stipulò un ‘alleanza con l'Atene di Pericle, al fine di mantenersi libera ed autonoma dalle loro influenze. Pericle con l’alleanza con Reghion voleva impossessarsi del grano siciliano e avere saldo il controllo dello Stretto. I Reggini cercavano di contro una riscossa contro i Locresi, che dopo la morte di Anassila avevano preso il controllo di Capo Eracleo e dei suoi porti fino al Kaikinos. Per difendersi dai Siracusani, Rhegion aveva stretto alleanza con Messana, Katana e Leontinoi. Atene si alleò con tutte le città calcidesi della Magna Grecia. Tra tutti i nuovi alleati il più forte era certamente Rhegion per via della flotta navale che garantiva sicurezza nelle acque dello Stretto. E’ documentato che alla fine del IV secolo la sua flotta contava di 80 triremi tirate da 16.000 rematori. 

   Con lo scoppio della guerra del Peloponneso, Rhegion diveniva una base importante per Atene per effettuare operazioni militari lungo lo Stretto e la Sicilia orientale. Due operazioni importanti furono l’attacco verso il vecchio confine di Capo Spartivento e il tentativo di conquistare Lipari con attacchi congiunti reggini – ateniesi per mare e per terra, tutti con esito non favorevole. La guerra del Peloponneso si concluderà con la Vittoria della Lega Peloponnesiaca guidata da Sparta e la dissoluzione della Lega Delio- Atrica.
    La stretta e persistente allenza Rhegion - Atene è attestata da un reperto archeologico: una tavoletta che, posta un tempo in città , all’esterno della Banca d'Italia sul Corso Garibaldi, oggi è esposta nelle sale del Britsh Museum a Londra.

    Occorre anche ricordare che nel 446 era accaduto un altro evento importante: Eucratos, importante politico di Siracusa, aveva compreso bene i piani di Pericle che non erano quelli di favorire le città magno-greche ma solo di accaparrarsi il grano siciliano e avere un punto strategico sullo Stretto. Pertanto, il politico aveva fatto realizzare una Conferenza di Pace a Gela convincendo anche con lo slogan “La Sicilia ai Sicilioti” a tenere Atene lontana dagli affari della Sicilia e convincendo anche i Reggini a farlo. In virtù di questa conferenza, quando nel 415 arrivò a Rhegion la flotta di 200 triremi guidata da Nicia, i Reggini non li fanno transitare in Sicilia, ma li fanno sbarcare nella rada vicino al tempio di Artemide e il porto.
    Vicende tutte che dall’epos sembrano trascendere quasi nel mito, ma che hanno una loro chiarissima concretezza storica e che attestano ancora una voilta, qualora ve ne fosse bisogno, quanto grande sia stata la linea di continuità tra Atene e la città in riva allo Stretto che , persìino nel nome, indica ancora una nobiltà assoluta ormai dimenticata.