E’ in corso anche qui in Calabria la grande Festa ebraica di Sukkot, detta anche Festa delle Capanne o dei Tabernacoli, iniziata quest’anno la sera di venerdi, 2 ottobre scorso e che si protrarrà fino alla sera di venerdi, 9 ottobre prossimo. Si festeggia il raccolto, il ringraziamento a Dio per tutto ciò che l’uomo è riuscito a produrre di buono in quest’anno, i frutti della terra e del lavoro, ma soprattutto la pace tra i popoli. Quest’anno le minoranze ebraiche presenti nella nostra regione, per iniziativa di Miriam Jaskierowitz Arman, ebrea ortodossa residente ufficialmente nei pressi di Gerusalemme, ma neocalabrese per scelta, si riuniscono a Bova Marina, accanto ai resti della grande sinagoga scoperti alcuni anni fa per festeggiare Sukkot a ridosso della capanna che vi è stata costruita e dove si radunano figli d’Israele provenienti da ogni parte del mondo. L’Ebraismo non è solo un ricordo dunque in Calabria, ma una entità viva insieme a quella di tante altre minoranze che ne hanno fatto nei secoli una terra di confine e di sbarco, un crocevia di razze convissute nei secoli quasi sempre pacificamente e solo oggi, nella barbarie di ritorno, precipitate nell’odio seminato da politicanti di bassissima lega , compresi coloro i quali apparentemente ne osteggiano, ma solo a parole, l’ideologia. In questa pagina Felice Delfino, attentissimo studioso dell’Ebraismo, ma anche delle minoranze etniche e culturali vissute o viventi nella nostra terra si sofferma , per l’occasione, su Ebrei, Valdesi e Greci di Calabria, altrimenti detti con brutta denominazione “Grecanici” (Bruno Demasi).
Calabria, terra controversa e da sempre sinonimo di cultura, una cultura che andrebbe scavata a fondo per scoprire dei lati nuovi, caratteristici di un passato che si pensa gia' di conoscere ma che si conosce forse non nella sua interezza a causa di incendi, terremoti, guerre, carestie e cataclismi. Maggiore spazio dunque meriterebbe la ricerca scientifica e la sua divulgazione con libri e riviste ad hoc contenenti informazioni che però abbiano una efficacia funzionale ed una buona validità documentaria certa e comprovata dagli studi degli esperti nei settori mirati.
Questa societa' e' stata certamente attraversata da vari colonialismi delle classi dominanti, tuttavia i gruppi sovranisti che legittimano il cattolicesimo, come religione si dominante ma non chiusa all'ecumenismo, hanno avuto a che fare sin dall’antichità e soprattutto nel Medioevo anche con minoranze etniche e religiose che ci hanno influenzato largamente e hanno lasciato una ricchezza culturale dando una traccia identitaria tanto unica quanto mai rara, ancora oggi visibile nella tradizione. Secondo la legge italiana e mi riferisco ovviamente a quella 482/1999 esistono dodici etnie minori nella penisola del paese tricolore (l'ultima legge che tutela il patrimonio linguistico e le forme dialettali (ed anche il dialetto calabrese che e' un mix linguistico) e’ la legge n.12 2012): dagli albanesi, per passare agli occitani, ai francesi, ai franco-provenzali, agli spagnoli coi catalani sugli scudi, ai greci, allo sloveno, il friulano, alle lingue germaniche e di tutti questi si potrebbe fare un ampio excursus di tipo storico-linguistico. Il discorso vale anche per i rom che non sono stati inseriti in elenco, in quanto forse la loro cultura e' troppo borderline rispetto ad altre culture e per tale ragione non facilmente integrabile ai valori e all'educazione che quotidianamente legittimiamo.
Eppure Fabrizio De Andre' avrebbe spezzato una lancia a loro favore, normale per chi si e' battuto sempre per gli ultimi degli ultimi e per le vittime di un contesto che in alcuni casi puo' essere anche violento ed insensato. Comunque sia nell’estremità dello stivale ci sono tre gruppi minoritari che sono i greci, i valdesi e gli albanesi. Ci tenni anche a ricordalo in occasione di un convegno al Planetarium Pytagoras fatto nel 2016 insieme al responsabile dell'area grecanica, Franco Tuscano e il pastore della Chiesa Valdese di Messina Rosario Confessore. In questa occasione si era parlato proprio di questo, di quanto importante sia questo patrimonio che deve essere saggiamente tutelato e difeso. L'area che volgarmente e' detta grecanica si rivolge ai paesi tra cui Galliciano', Rogudi, Bivongi, Bova. Nel VII secolo a Reggio Calabria abbiamo avuto i greci calcidesi sbarcati dall'isola di Eubea che hanno fondato Reghion laddove sfocia l’Apsias il più sacro dei fiumi…e l'associazione culturale Paleocosmos di Bova dando spazio all’attività letteraria e poetica diffonde una vera e propria lingua e ci tengo a precisarlo non un dialetto, quale il greco di Calabria che detiene i tratti caratteristici del Greco antico parlato e scritto che ha subito una mescolanza con influenze linguistiche indigene e che si spera un giorno magari venga insegnato nelle scuole nostrane.
L'Ebraismo calabrese rappresenta un’ altro caso interessante. Penso per ipotesi che il primo contatto Terra Santa-Calabria sia avvenuto al tempo delle rivolte maccabaiche quando c'era stata un'alleanza tra gli ebrei coi Romani e contro i Siriaci, e dopo la distruzione del Tempio nel 70 d.C. tuttavia l'archeologia dice che ebrei qui giunsero nel IV secolo, e parlo di epigrafi, lucerne e una sinagoga come quella di Bova con mosaico pavimentate con nodo di Salomone, rosetta, shofar e cedro disegnati. Esistono forme linguistiche come l’italkian e probabilmente forme giudeo calabresi anche non pervenute. Insediamenti vari sono ricordati da documenti quali regesti e il registro del tesoriere della Calabria Ultra nelle localita' di Anomeri, Bagnara, Bruzzano, Brancaleone, Catona, Calanna, Cittanova, Casignana, Fiumara di Muro, Grotteria, Gerace, Gioia Tauro, Gìoiosa Jonica, Laureana di Borrello, Oppido Mamertina, Palmi Pazzano, Pellaro, Rosarno, Saline, Sant'Eufemia e si discute su altri luoghi in attesa di conferme.
Gli Ebrei furono espulsi nel 1511 da re Ferdinando il Cattolico come ricorda a Reggio una targhetta commemorativa in via Giudecca, riammessi poi allontanati nel 1541, da Carlo V. Mi piace soffermarmi sull'importanza proprio dell'ebraismo in relazione ai miei studi e gli ebrei dell'UCEI hanno avuto ed hanno un legame ed un'importanza per tutta l'Italia, oggi che per loro e' l'anno 5781. Poi nel territorio ci sono gli Albanesi soprattutto nella provincia cosentina e catanzarese e crotonese ma non reggina. Tipico il museo etnico di Civita e il ballo delle vanje rimane nel folklore. Tutto in nome dell'eroe d'Albania l'epirota Giorji Kastriota detto Scandenberg. Infine i Valdesi parlanti l’occitano e aventi una Chiesa a Reggio in via Aschenez. Ecco, il quadro e' stato tracciato ma in attesa di eventuali future legislazioni di tutela che si possano aggiungere alle preesistenti guardiamo a questa bellezza, un vero tesoro da custodire per l'avvenire, per il bene delle nuove generazioni future