martedì 14 ottobre 2014

SGOMBERATA LA BARACCOPOLI/ TENDOPOLI DI SAN FERDINANDO

di  Bruno Demasi
       Ci vivevano tante centinaia di immigrati neri in assoluta povertà , ma col conforto di tanto calore umano che arrivava per le vie più impensate. Ci avevano costruito persino una chiesa baracca, dove ogni domenica don Roberto Meduri vi celebrava la messa per tutti, senza distinzioni confessionali e senza tante sottigliezze teologiche, ma con vero ecumenismo fatto carne nella carne di questa poverissima gente che nella baraccopoli aveva trovato un mondo di uguali e dalla quale usciva solo per recarsi a farsi sfruttare nelle campagne quando trovava qualche giornata di fatica.
     Da stamattina la baraccopoli/tendopoli, in seguito a un’ordinanza di sgombero determinata , pare, da accertamenti sanitari pregressi con esiti preoccupanti, non esiste più o quasi. Una decisione rapida. Un esecuzione rapidissima, nella Calabria dei mille ritardi e delle mille paludi ,nella quale non esistono neanche i soldi necessari per le elezioni del possimo novembre!
      Ha seguito, tra gli altri, la vicenda da vicino don Roberto Meduri con il cuore gonfio di commozione e di
rabbia. Da stasera egli non potrà più portare in quel campo dei miracoli a tanta gente, a tante famigliole dagli occhi spalancati, i sacchi di pane e di indumenti, gli scatoloni  di farmaci che portava ogni sera. Da stasera dovrà penare per sistemare tutta quella gente in alloggi di fortuna.
    Già, ulteriori alloggi di fortuna, perché se i piani e le ordinanze di sgombero si eseguono in modo immediato, quelli utili a cercare soluzioni alternative per ospitare questa gente non solo non si trovano in via immediata, ma addirittura non si trovano affatto.
      E perché la Chiesa locale, le associazioni, gli enti che hanno avuto in gestione tanti, ma tanti immobili confiscati, non incominciano a metterli a disposizione di queste persone, di queste famiglie abbandonate, evitando di attaccarci agli ingressi insegne pompose che servono a nascondere soltanto il vuoto che c’è all’interno di queste strutture?
       Ci sarebbe modo migliore per celebrare le enunciazioni di principio che si stanno faticosamente elaborando nel Sinodo in corso?