domenica 21 dicembre 2025

Viaggiatori in Calabria nel sec. XIX: GEORGE RUSSELL (1815) ( di Rocco Liberti )

     Tra i tanti viaggiatori inglesi che nell’Ottocento subirono il fascino del Mediterraneo, e della Calabria in particolare, stavolta Rocco Liberti col suo indomito spirito di ricercatore ci presenta George Russell, il cui itinerario, iniziato a Palermo nel marzo del 1815 insieme a una piccola compagnia di studiosi tedeschi, ebbe il suo culmine nello Stretto di Messina. Sebbene Russell non sia mai sbarcato fisicamente in Calabria, la sua descrizione della costa calabra e dei mitici gorghi di Scilla e Cariddi è tra le più vivide e suggestive dell'epoca. Dalla costa siciliana, Russell osservò con occhio attento la potenza delle correnti, rivivendo quasi i versi di Omero e Virgilio per descrivere quella forza naturale che da secoli alimentava la leggenda. Dopo aver sfidato i "sette nodi" delle acque messinesi il gruppo proseguì verso Milazzo e le Eolie — seguendo le tracce del geologo Dolomieu — per poi concludere il viaggio verso Napoli. Quella di Russell non è solo una cronaca di viaggio, ma, come ha colto acutamente Rocco Liberti in questa bella pagina, un ponte tra la realtà geografica e il mito classico, che restituisce il sapore di un'epoca in cui attraversare lo Stretto era ancora un'impresa colma di meraviglia e timore ( Bruno Demasi )
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   Non conosciamo dati biografici su tale personaggio, che il Di Matteo indica di patria inglese. Di professione funzionario dell’Ufficio del Lavoro, come tanti compatrioti ha avuto la passione dei viaggi, arrivando fin nel sud dell’Italia. Non ha calcato il suolo calabro, ma soltanto quello siculo, tuttavia non ha potuto tralasciare di soffermarsi su quanto ispirava sin dall’antichità lo Stretto di Messina e guardare con occhio attento al panorama che gli si proiettava di fronte. L’opera espressa a riguardo, “A Tour through Sicily in the Year 1815”, che reca belle piante e vedute, ma anche litografie dovute a J. Clark e Strand, è andata in pubblicazione a Londra nel 1819 presso Sherwood, Neely, and Jones[1].

    Russell è partito per Palermo il 26 marzo del 1815 in compagnia di un connazionale, certo Fromm e di August Wilhem Fürster, professore di diritto e August Wilhelm Kephalides, entrambi tedeschi. Dapprima è stata la diligenza a portare la comitiva a Civitavecchia, ma da qui il 31 successivo si è presa la via del mare giungendo il 10 aprile a Palermo al termine di una non facile traversata. Ai primi di giugno i quattro si trovavano già a Messina, dov’erano pervenuti con una speronara salpata da Taormina.
 
     Del pari questo trasferimento non è risultato agevole a causa del vento e della corrente, che risultavano talmente forti che il capitano ha ordinato all’equipaggio di sdraiarsi e procedere a non più di sette nodi all’ora. Con la vista di Reggio e delle montagne della Calabria, in ultimo, superato Cariddi, l’imbarcazione riusciva a entrare nel “capiente” porto di Messina e ad ancorarsi in prossimità della Casa della Sanità. 

     Nell’importante città siciliana i viaggiatori hanno noleggiato una barca e nuovamente avvistato il temibile Cariddi. Nonostante lo specchio d’acqua fosse calmo, si rendeva evidente la continua oscillazione che facevano le acque all’interno del gorgo, un gorgo, si scrive, ch’è sempre in una situazione di incessante agitazione. E qui è tornato utile al caso il verso di Omero: «tre volte al giorno assorbe l’onda amara, e tre volte getta indietro di nuovo con un rumore pauroso». Ma pure Virgilio non si è rivelato da meno e ha descritto molto bene lo condizione della nave quando era costretta a passare attraverso i terribili golfi, naturalmente Cariddi e Scilla, che inghiottivano le navi incappate in essi. 
 
  Il 13 giugno Russell e amici dicevano addio a malincuore a Messina per spingersi a Melazzo e quindi alla isole Lipari, che hanno visitato sulla scia degli scritti del Dolomieu. La rotta seguita si è sviluppata vicino alla costa calabra e, era pacifico, c’è stato il passaggio accosto alla terrifica Scilla, che per i naviganti di un tempo remoto si offriva pericolosissima. La breve escursione è riuscita «deliziosamente piacevole». Dopo aver girovagato per il gruppo delle cinque isole, a conclusione è avvenuta la definitiva partenza per Napoli[2]

Rocco Liberti
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[1] Di Matteo, Viaggiatori stranieri…, III, pp. 67-68. 
[2] Russell, A Tour through Sicily…, pp. 262-265.