sabato 9 dicembre 2023

LA STORIA , LA NARRAZIONE E LA MEMORIA : ROCCO LIBERTI ( di Bruno Demasi )

   Al compimento dei novanta anni, grandissima parte dei quali dedicati alla ricerca e alla narrazione storica, Rocco Liberti, apprezzato da tutti per la serietà del suo impegno di conoscenza e divulgazione del passato della Calabria, vuole ringraziare  la sua gente e i suoi moltissimi amici , che coralmente gli porgono voti augurali per un’ancora lunga e feconda  carriera di studioso, destinando a loro la sua ultima fatica: un prezioso  e agile libro di “Mémoires Mamertine” che di recente e a puntate avevano visto la luce sul locale weblog “HagiaAgathé” suscitando moltissimi interessi e congratulazioni.

    Uscendo per un attimo dalla scientificità meticolosa della sua sterminata produzione storica, Rocco Liberti vuole offrire proprio in questa occasione e con la semplicità dei grandi un dono di ricordo diretto alla propria terra e in particolare  al paese che gli ha dato i natali e lo ha visto crescere e operare in ambito scolastico ed educativo e soprattutto in ambito storiografico calabrese . Dismettendo infatti per una volta i “panni curiali“ si concentra nella struggente memoria civica o, per essere più esatti, nella  viva testimonianza del passato dando vita a  un prezioso libro di memorie che comprende non solo una sincera narrazione di fatti, di scene paesane e di persone, ma va a rivisitare con affetto e a salvare il ricordo di un mondo inesorabilmente scomparso. E’ il mondo di Oppido Mamertina e dell’intero Aspromonte a cavallo delle due grandi guerre e nel secondo dopoguerra, il mondo ecclesiale e quello civile, che ruota intorno al campanile, al glorioso ospedale, alle scuole, alle baraccopoli o alle campagne in cui trovano riparo gli sfollati durante l’ultima grande guerra , ma anche quello delle imponenti feste religiose, dell’ingegno della nostra gente in ogni occasione di ripresa , dei timidi ed esaltanti bagliori di speranza per un futuro migliore.

    Riemerge nitido in queste pagine un contesto omogeneo di gente che si batte con forza contro l’imbarbarimento incombente e ne esce vittorioso perché con le sue lotte, i suoi dispiaceri e i suoi entusiasmi riesce sempre a costruire o ricostruire sulle ricorrenti macerie quello che Luigi Maria Lombardi Satriani definisce “gruppo sociale”, persino nei momenti peggiori della sua storia paesana. E tra le fatiche affiorano molto spesso con la fine ironia di cui il Liberti è maestro tutti i momenti di allegria attraverso i quali la gente dà vita a quella ricca ” effervescenza sociale”, di cui parlano gli antropologi, per rialzare il capo dopo i terremoti non solo tellurici, ma anche sociali e politici e riedificare  le proprie case, le proprie strade, le proprie piazze, ma soprattutto un mondo di valori dimenticati che l’Autore riesce a restituirci con sincero rispetto e profonda nostalgia.

   Un’ulteriore testimonianza dell’impegno culturale del Liberti, affinato in lunghi anni di insegnamento e di animazione di un glorioso centro sociale di Educazione Permanente, poi profuso in molti decenni di faticosa ed esaltante ricerca storica, di puntuale narrazione degli eventi del nostro comune passato calabrese e meridionale.

   Frédéric Chabod, il masssimo studioso del metodo storico, analizzando le motivazioni dell’interesse sovrumano di Croce per la storia, giungeva alla conclusione che esso era stato originato sicuramente dal forte legame sentimentale con il passato e notava anche come il pensiero crociano nel tempo sembrava essere transitato dalla storia intesa come “narrazione” alla storia come “problema”. 

   Non è affatto pretenzioso applicare pari pari questa osservazione alla parabola degli studi e del pensiero storico di Rocco Liberti che ha votato la propria vita alla ricerca e alla rievocazione scritta di eventi e che ha prodotto e continua a produrre un’opera amplissima, composita, caratterizzata da una forte identità di metodo e di comunicazione riguardanti le nostre tenaci radici .

   Un’opera  incredibilmente ricca che costituisce già un patrimonio inestimabile per l’intera Calabria, e non solo per essa , e che rende ragione all’acuta osservazione dello stesso Chabod, che alla prevalenza della riflessione concettuale preferiva la narrazione puntuale e documentata degli eventi come risposta all’esigenza dell’interpretazione dei fatti e al desiderio di farli rivivere nella loro immediatezza. Un’opera omnia che a stento oggi per la sua vastità i suoi cultori ed eredi, come don Letterio Festa, potranno trovare il tempo di ricordare nella sua interezza.

   Sono tante, come si vede, le motivazioni e le metodologie di ricerca che hanno fatto del prof. Liberti uno storico di primissimo ordine. Tra tutte spicca sicuramente la sua martellante e incisiva azione di scavo che anche di fronte a documenti in cui la verità sembra di fatto incontrovertibile, sa sempre “ chiedersi se effettivamente quella verità sia tale”. Ne sono testimonianza vari scritti che in momenti diversi della sua vita hanno ripreso da angolazioni sempre inedite e diverse i medesimi argomenti con l’intento di aggiungere qualcosa di nuovo, qualche tassello mancante allo spaccato di vita via via considerato, come faceva  un tempo l’educatore, l’insegnante quando  si curava di ampliare e affinare la formazione dei propri allievi, riprendendo ciclicamente ogni contenuto didattico per fissarlo nelle giovani menti a lui affidate.

    Come Calabresi siamo tutti debitori di qualcosa a Rocco Liberti e quasi sicuramente nessuno studioso di cose storiche potrà cimentarsi nell’analisi di qualche momento del nostro passato senza fare i conti con quanto da lui meticolosamente ricercato, documentato e narrato rendendo sempre più ampio l’affresco storico di questa terra martoriata e santa.