venerdì 13 agosto 2021

OPPRESSI DAL FUOCO, MA ANCHE DALL’IGNORANZA...

di Bruno Demasi
 

   Il triste e vergognoso primato degli incendi nei boschi e nelle campagne ( in grandissima parte già abbandonate) che pone la Calabria al primo posto nella graduatoria del fuoco che ci brucia, non può assolutamente nascondere un altro primato che l’emergenza di questi giorni tende a far passare in silenzio: il nostro disastro scolastico. Il primo sarà verosimilmente studiato e capito in tempi lunghissimi da chi di dovere, sebbene ci sia pochissimo da studiare e da capire. Il secondo invece è già certificato dagli ultimi esiti pubblicati dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema d’Istruzione riguardanti la Calabria, e specificamente la provincia di Reggio Calabria. 
 
  Fatte salve le dovute e sparute eccezioni, la sentenza è la seguente:

· nelle quinte classi della Primaria siamo a 190 punti (2 in meno rispetto alla precedente valutazione nell’anno scorso), ultimo posto nella graduatoria nazionale. Per la Matematica, sempre alle Elementari, nelle seconda classe, la Calabria risulta con 192 ( 194 nel 2019) ha il risultato peggiore -8 dalla media nazionale e -23 dalla Basilicata col punteggio più alto.Stessa situazione nella classe quinta della Primaria, qui i punti sono 186 ( 192 nel 2019),con un distacco di 14 punti dalla media nazionale e di 30 dalla Basilicata;

· sempre nella quinta Primaria per l’Inglese (ascolto) il punteggio è di 189, -11 dalla media nazionale e -20 dalle Valle d’Aosta .Analoga situazione per i test relativi alla lettura dove i punti percentuali conseguiti sono 191– 9 dalla media. Per la Scuola Media, testata in Italiano nelle classi del terzo anno, le cose peggiorano, il gap continua ad essere imbarazzante. In Italiano siamo ultimi con 186 punti (185 nel 2019) , di quattordici punti inferiori alla media nazionale che è sempre di 200. La distanza con le prima regione le Marche è pari a 22 punti;

· ancora peggio in Matematica, con 181 punti (come nel 2019),il punteggio più basso con una distanza dalla prima,la provincia di Trento, di 32 punti e dalla media di 19.Riguardo la posizione del campione calabrese è deficitaria con un punteggio di 184 , -16 dalla media ed un distacco di 5 punti dalla prima.Non vanno meglio le cose negli ultimi due ambiti testati dall’Invalsi, e cioé la Scuola Superiore. Per le Seconde Classi in Italiano penultimo posto con 189 punti (181 nel 2019), undici in meno rispetto alle media nazionale e una distanza dalla provincia di Trento di 34 punti;

· ultimo posto per la Calabria nel test per gli allievi di quinta solo 182 punti percentuali e un distacco di 37 punti dalla provincia di Trento, prima.Per le Seconde Classi in Matematica il punteggio è di 184 (penultima posizione con la Sicilia) e un distacco abissale di 40 punti dalla provincia di Trento.Gli allievi delle Quinte Classi ottengono il punteggio più basso,179, lontani di 21 punti dalla media nazionale e di 45 dalla provincia di Trento.Non cambia la situazione nella prova di Inglese, la Calabria ottiene il punteggio più basso 177 nell’ascolto e 180 nella lettura , abissale il distacco con Bolzano e Trento. 
   Dunque è una Italia divisa in due quella che appare nell’ultima fotografia Invalsi della scuola italiana,con le scuole del nord che riescono a mantenere un buon livello degli studenti durante tutto il percorso e le scuole di regioni come la Calabria in cui la metà degli studenti arriva alla maturità con l’insufficienza sia in italiano che matematica ed inglese. Una Italia che procede a due velocità.E’ un dislivello che si intravede già nei primi livelli di scolarità e diventa via via più consistente man mano che si sale ai livelli superiori dalla scuola media vero e proprio buco nero fino al scuola secondaria di secondo grado.

   Eppure, emerge in maniera chiara e inequivocabile come, per esempio, la scuola media resta l’anello debole del sistema e che il “buco” diventa una voragine nel biennio delle superiori. Basta correlare questi risultati con il numero di studenti bocciati, la quantità di ragazzi promossi con debiti formativi, il tasso di dispersione scolastica, i risultati negativi dei ragazzi che ripetono per capire la gravità del problema. Per non dire che almeno il 40% degli studenti di terza media esce dall’esame di stato col giudizio di sufficiente che nasconde gravi lacune ed un percorso estremamente inadeguato. E non è un mistero che la maggior parte di questi ragazzi si iscrive agli istituti professionali dove si raggiungono punte notevoli di bocciatura. Insomma un quadro complessivo che richiede cambiamenti ed in prima battuta un piano di formazione diffuso e efficace legato alla valorizzazione professionale dei docenti. Perché senza di loro è impossibile cambiare il metodo con cui si lavora all’interno della scuola. 

   Il sistema scolastico in Calabria appare non solo meno efficace in termini di risultati conseguiti rispetto all’Italia e al nord, ma anche meno equo: la variabilità dei risultati tra scuole e tra classi nel primo ciclo d’istruzione è consistente così come sono più alte le percentuali di alunni con status socio-economico basso che non raggiungono livelli adeguati nelle prove. Il sistema scolastico è in Calabria non solo meno efficace ma anche meno capace di assicurare agli alunni le stesse opportunità educative, malgrado la proflucie di “sedute innovative”(banchi a rotelle) regalati recentemente alle scuole.

   Assumere allora il tema dell'eleva­mento del grado di istruzione dei nostri giovani e dei nostri ragazzi credo che sia una questione che ha molto a che fare con i programmi di sviluppo di una regione che continua a non voler superare il proprio ritardo, fare i conti con le proprie risorse e che non fa il possibile per mettersi alle spalle la dimensione assistita dello sviluppo. Credo, quindi, che questa non possa che diventare una priorità fondamentale per il sistema scolastico calabrese e degli altri enti territoriali a cascata. 

   La qualità del sistema di istruzione in Calabria esige ben altro. Perchè i risultati Invalsi vedono di continuo, per esempio, migliorare le competenze dei giovani del Nord-Est, collocandosi ai vertici della classifica dei Paesi UE? Questo non ha a che fare di sicuro con le leggi elaborate dal Ministero della P.I. o dal Parlamento. Ha a che fare con il dinamismo, la vitalità e l’impegno di quelle Regioni e di quelle province. Ha a che fare con il capitale sociale e professionale di quelle scuole.

   E’ anche per questo che la Calabria si trova al fondo delle classifiche.