sabato 3 gennaio 2015

IL GOVERNO DEGLI SCIMPANZE'

Di Domenico Rosaci  
Fino a qualche anno fa ai bambini di Reggio e della Calabria tutta, ma anche a quelli della lontana Italia, i nonni raccontavano ad inizio di anno questa favola che risale alla notte dei tempi...
    C'era una volta una tribù di scimpanzé. I suoi componenti passavano il loro tempo conducendo importanti attività sociali, quali spulciarsi a vicenda, distruggere termitai e farsi smorfie tra loro, ma di tanto in tanto venivano distratti da queste fondamentali occupazioni per la necessità di dovere eleggere un capo-tribù.
   Da diversi anni i capitribù che venivano scelti appartenevano allo stesso gruppetto di scimpanzé, che vivevano tutti sullo stesso albero. Si trattava di scimpanzé astuti e maligni, che si erano sempre arricchiti alle spalle degli altri membri della comunità. Quando si tornava da una caccia ai colobi o ai babbuini, per esempio, essi trattenevano per sè i bocconi migliori e lasciavano agli altri gli scarti. Inoltre, saccheggiavano di notte tutti gli alberi di banane, cosicchè durante il giorno non c'era più cibo sufficiente per tutti.
    La tribù degli scimpanzè se la passava molto male, ma non riuscivano a comprendere il motivo dei propri guai. Erano sempre tutti molto tristi ed arrabbiati, ma poi dal grande albero dei capi si affacciava qualcuno che li arringava: "ricordatevi sempre di spulciarvi bene, altrimenti vi ammalerete gravemente. E non dimenticatevi mai di distruggere tutti i termitai che vedete, perché le termiti sono un nemico pericolosissimo per i nostri alberi. E se poi saprete farvi delle belle smorfie reciprocamente, sarete considerati da tutti delle scimmie bene educate, e godrete di grande considerazione in società."
    Così gli scimpanzé continuavano a fare cose inutili ogni giorno, diventavano sempre più stupidi e ripetitivi, e il gruppo dei furbetti prosperava. Un giorno qualcuno di loro, più avveduto degli altri, disse: "il capo esce di notte a rubare le banane. L'ho visto io." Dapprima non gli credettero, poi però vennero fuori altre testimonianze. "Si, anch'io l'ho veduto. Ed era insieme ad altri del gruppetto.". Allora montò uno sdegno generale, e si decise di nominare un nuovo capo tribù. Ecco dunque che dal grande albero dei capi scese un giovane scimpanzé, che nessuno aveva mai notato molto, perché era stato sempre sull'albero a mangiare un mucchio di banane e non si era mai occupato di politica.
    Il vecchio grande capo, vista la cattiva parata, gli aveva detto "adesso tocca a te, vai che non ti conosce nessuno" e gli aveva dato un calcio buttandolo giù dall'albero. Il giovane scimpanzé, bene addestrato alla scuola dei suoi familiari, seppe cosa dire alla folla assiepata intorno al grande albero. "E' una vergogna, avete ragione. Le banane appartengono a tutti. Io, se mi voterete come nuovo Capo, mi impegno ad infliggere pene durissime a chi andrà a rubare banane di notte. Inoltre, regalerò una banana al giorno a tutti coloro che non arrivano ad averne almeno venti. Infine, mi impegno sul mio onore a fare una seria battaglia contro le pulci e le termiti, che ci appestano e che sono i veri responsabili dei nostri problemi. Vedrete, con me ci sarà una vera svolta."
   E poiché parlò calmo e pacato, da scimmia ottimamente educata e simpatica, e le promesse erano davvero allettanti, gli altri scimpanzé lo acclamarono festanti, e lo proclamarono capo. Ci fu una grande festa in suo onore, e per giorni non si videro mai così tanti spulciamenti e distruzioni di termitai.
   Sul grande albero, i parenti del nuovo capo si stringevano le mani con fare furbesco, e guardavano lo spettacolo con soddisfazione. Finita la festa, giunsero gli attesi provvedimenti. Il nuovo capo infliggeva una multa di cinque banane a chiunque fosse stato colto a rubare banane di notte. Era invece permesso appropriarsi di giorno delle banane di un altro, ma senza superare il numero di cento. Inoltre era confermata
la distribuzione di una banana a testa per tutti coloro che non arrivavano ad averne almeno venti. Infine, veniva istituito il contributo obbligatorio di due banane al giorno, che sarebbe servito per ripagare il lavoro di una squadra di scimpanzé addetti allo spulciamento pubblico e alla distruzione dei termitai. Gli applausi degli scimpanzé, soprattutto a quest'ultima iniziativa, furono scroscianti. Il nuovo capo aveva persino creato nuovi posti di lavoro!
    Nessuno fece caso che i nuovi "funzionari" venivano tutti dal grande albero ed erano parenti del capo. Gli scimpanzé continuarono stranamente a sentire brontolare i loro stomaci più di prima, ma non capivano il perché, e visto che tutti continuavano a farsi smorfie reciprocamente, seguendo i consigli che venivano dall'albero, pensarono che tutto fosse normale, anche se si viveva infelici e scontenti.