Con quest’agile rivisitazione della permanenza coatta in Calabria, e specificamente nell’attuale provincia reggina, del militare e viaggiatore inglese Philip James Elmhirst Rocco Liberti dà qui avvio a una piccola serie inedita di resoconti di viaggio in Calabria ad opera di alcuni osservatori stranieri. Si trattava nella gran parte dei casi di viaggiatori tanto più interessati alla vita di questo estremo lembo della Penisola nel secolo XIX quanto più influenzati da una sovrabbondante letteratura pseudoromantica che già favoleggiava di una terra strana dominata spesso dal brigantaggio e da contraddizioni culturali talmente abnormi da venire additate sia in altre parti d’Italia sia, appunto, all’Estero come fenomeni sociali degni di analisi e studio. A maggior ragione dunque questa e le altre preziose pagine del Liberti che seguiranno potranno dare viva testimonianza di un costume geoantropologico straniero che non ha mancato, per la propria parte, di condizionare pesantemente l’immagine di questa terra. (Bruno Demasi)
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Ufficiale della real marina britannica, nato a Londra nel 1781 e ivi morto nel 1865 (secondo qualche autore nel 1866), nel 1805 è rimasto coinvolto nella famosa battaglia di Trafalgar. Incrociando nell’Adriatico tra Zante, Cefalonia e Santa Maura, a un bel momento la sua nave ha fatto naufragio a Punta Stilo. Ha subito cercato a mezzo di una scialuppa di filarsela in Sicilia, ma, per mancanza di acqua potabile, si è visto forzato ad avvicinarsi alla costa. Qui è stato arrestato e posto in quarantena a Bianco. Era il 23 settembre 1809. Il 17 ottobre veniva avviato a piedi alla volta di Gerace, dove gli si è fornita occasione di effettuare un giro in città e fare le sue considerazioni di carattere storico.
Evidentemente, l’accoglienza ricevuta nella magione di Carlo Palmisano dev’essere riuscita convivialmente ottima sotto tutti i punti di vista. Ma di seguito d’altro canto ennesima nota non propriamente benevola: «In città vivono parecchi frati mendicanti ed altri fanatici, che preferiscono vivere del lavoro degli altri piuttosto che del proprio».
Per Laureana, dove ha preso alloggio nell’abitazione di un avvocato, ha soltanto: «paese situato in una piacevole posizione ai piedi della montagna». Ma non ha dimenticato di accennare all’assalto dei briganti che aveva dovuto subire alquanti giorni prima.
Nel 1812 si è trovato in Spagna, quindi ha partecipato all’attacco a New Orleans. Per una ferita ricevuta in quel di Trafalgar, oltre la pensione, ha ricevuto in premio a Otonabee mille acri di terreno, ma in seguito è rientrato in patria[1].
Sulla coeva rivista inglese “The British critic” pubblicata proprio nel 1817 all’opera in questione sono dedicate ben nove pagine. Se ne commenta col riporto di parecchi tratti. Tale si offre come “un piccolo volume modesto, sensato, scritto senza alcuna pretesa di nulla al di là di una semplice narrazione degli avvenimenti”. Elmirst in buona sostanza “ha raccontato la sua storia in maniera semplice, succinta e con pochi dettagli, e questo è il miglior elogio a cui dovrebbe mirare uno scrittore di viaggi, il valore intrinseco della sua storia è un’altra questione”. Il merito, quindi, va attribuito a quel che racconta più che a come racconta[3].
Rocco Liberti
[1] A Naval Biographical Dictionary: comprising the life and services of every living officer in her Majesty’s navy etc., by William R. O’Byrne, Esq., London, John Murray, 1849, p. 336; History of the Count of Peterborough, Ontario, Toronto, C. Blakett Robinson, 5 Jordan Street, 1884, p. 679.
[2] The British critic, new series; vol XI, London 1819, p. p. 67.
[3] Ivi, pp. 26, 75. I riporti non segnalati in nota sono tratti dal volume stampato dalla Rubbettino.