giovedì 2 gennaio 2025

HANUKKAH 2024/25: FESTA DELLE LUCI E DELLE RADICI EBRAICHE CALABRE ( di Bruno Demasi)

    Si conclude oggi, 2 gennaio 2025 ( mese di Tevet dell’anno 5785, secondo il calendario ebraico) e non solo per gli Ebrei, ma per tutta la gente di Calabria cui stanno a cuore le proprie radfici, l’antichissima festa delle luci, meglio conosciuta come Hanukkah, una celebrazione della durata di otto giorni, la cui data cambia ogni anno, secondo il calendario ebraico che si basa sul ciclo lunare.

    Quest'anno, per il nostro calendario,  la grande  festa ebraica di Hanukkah ha avuto corso dal 25 dicembre 2024 al 2 gennaio 2025, facendo riecheggiare ancora una volta non solo nelle sinagoghe d'Italia e del momdo, ma anche all'interno di tante case il canto struggente di Hanukkah, Moaz Tzur,  che qui voglio riproporre in un video raro e che per secoli è risuonato come emblema di rimpianto  sulle bocche di tanti ebrei e dei loro inconsapevoli discendenti sparsi per la terra di Calabria...

 

    Durante questa ricorrenza, istituita dal Talmud e particolarmente sentita in passato anche nell'estremo lembo della Penisola, considerato dagli Ebrei antichi e contemporanei una vera e propria propaggine della Terra Promessa, si commemorava e si commemora ancora significativamente "il miracolo delle luci", un avvenimento risalente al II secolo a.C. , quando il re Antioco IV Epifane governava la Giudea con il pugno di ferro ed aveva costretto gli ebrei ad adorare le divinità greche, massacrando coloro che si ribellavano o cercavano di praticare di nascosto la religione dei padri. Il Grande Tempio di Gerusalemme era stato profanato e convertito in un edificio dedicato a Zeus. Per contrastare questa situazione, alcuni ebrei costruirono disperatamente di nascosto un nuovo altare in un nuovo edificio sacro.

   La parola "hanouka" simboleggia appunto questo atto di resistenza e significa "inaugurazione". Quando si cercò di accendere la Channuhah ( il candeliere a otto bracci, più uno di servizio, per l’accensione di un braccio  per ognuno  dei giorni rituali) nel nuovo tempio, si riuscì a recuperare solo un'ampolla di olio d'oliva, che non era però sufficiente per mantenere il candelabro acceso in modo permanente, come prevedeva la tradizione. L'olio era scarsissimo, ma avvenne il miracolo: durante quegli otto giorni, l'ampolla d'olio continuò a bruciare, a dispetto di ogni aspettativa.Per commemorare questa inaugurazione e il miracolo associato a questo evento, durante i giorni della festa di Hanukkah ogni sera al calar della notte gli ebrei accendono una delle candele della channukah, iniziando da quella di destra.


  In questa ricorrenza annuale è anche consuetudine partecipare a canti e benedizioni antichissime: la melodia di “ Moaz Tzur”, il canto icona di Hanukah ha echeggiato inconsapevolmente per secoli anche sulle nostre contrade quando gli ebrei , ai margini di città e paesi di Calabria , si riunivano intorno a piatti cotti nell'olio (latkes, frittelle di patate e altre frittelle), per accendere insieme le otto luci del candelabro sacrale e per riunirsi, grandi e piccoli, a giocare con la trottola a quattro facce , in Calabria chiamata accipitotu, termine dialettale di derivazione strettamente ebraica che indica l’accettazione incondizionata nel bene e nel male della volontà di Dio, e che contiene simboli che formano la frase"nes gadol haya sham", che significa"lì è avvenuto un grande miracolo".

  
     Da Nord a Sud nella penisola calabra tutte le località , anche le più sperdute, tutte permeate e vivificate dalla bimillenaria presenza di Ebrei testimoniata da  sinagoghe, monumenti, musei, bagni rituali, cimiteri, resti archeologici, ma soprattutto eredità linguistiche dimenticate, tradizioni e vicende di comunità fiorite e trasformate nei secoli, si differenziano fortemente dal resto della Penisola per una presenza ebraica feconda bruscamente interrotta dall’espulsione del 1510, che ha mirato a spazzare via ogni testimonianza di questo passato destinandolo volutamente  all’oblìo. Di esso però oggi è in corso un processo di riemersione dalle molteplici sfaccettature, di notevole rilievo e poco conosciuto, con il giusto risalto via via dato a pratiche che un tempo erano considerate solamente superstiziose (accendere le luci durante il sabato, coprire gli specchi nella casa del defunto, il pianto rituale nelle esequie modulato sulla melodia di hanukkah sopra ripoortata nel video, la preparazione dei cibi cotti nell’olio d’oliva, ecc.), ma che a ben vedere trovano la loro ragion d’essere appunto in consolidate tradizioni di cui anche in questa terra fortemente  connotata dalle radici ebraiche si era perduta la nozione. 
 
                                                                                                                          Bruno Demasi