IL CONGRESSO EUCARISTICO
DIOCESANO E LE ATTESE DEI LAICI DELLA PIANA
Di Bruno Demasi
Piace
inquadrare questo I congresso eucaristico diocesano, fortemente voluto dal
vescovo Francesco Milito, in quella ricerca, come dice Papa Francesco, di “ un progetto pastorale che richiami l’essenziale e che sia ben centrato sull’essenziale, cioè su Gesù
Cristo. Non serve disperdersi in tante cose secondarie o superflue, ma
concentrarsi sulla realtà fondamentale, che è l’incontro con Cristo, con la sua
misericordia, con il suo amore e l’amare i fratelli come Lui ci ha amato. Un
incontro con Cristo che è anche adorazione, parola poco usata: adorare Cristo” (1)
Un evento di grande respiro sicuramente per la
Diocesi e per la Piana di Gioia Tauro, cui ogni laico credente è chiamato a
dare il proprio contributo di riflessione, di azione e di preghiera e dal quale
ogni laico credente si aspetta verosimilmente, se non una palingenesi totale,
almeno un rinnovamento della società e della Chiesa locale. Un evento che si
apre giovedi,13 giugno, alle ore 18,30, nella Cattedrale - Santuario dell’Annunziata
in Oppido Mamertina e si snoderà tra
varie iniziative ufficiali per otto giorni consecutivi, durante i quali i punti
di forza sostanziali, più mistagogici e
più direttamente offerti al cuore della gente non addetta ai lavori saranno i seguenti:
·
Ogni mattina, da
venerdi,13 giugno, alle 8,30 : celebrazione e Adorazione Eucaristica nelle
chiese “congressuali” (Amato; Palmi - concattedrale; Gioia Tauro - duomo;
Polistena - S.Francesco);
·
Sabato,14 giugno: ore 21:
veglia con i movimenti ecclesiali nella piazza del Duomo di Gioia T. e , a seguire,
Adorazione Eucaristica notturna;
·
Domenica,15 giugno:
celebrazione eucaristica in tutte le chiese;
·
Martedi,17 giugno, ore
21: adorazione eucaristica diocesana nella basilica di Seminara;
·
Giovedi,19 giugno ore
18,00: processione eucaristica conclusiva a Gioia Tauro.
Quello dell’Adorazione Eucaristica diffusa, regolare, intesa non come fatto straordinario e una tantum
lungo i tempi liturgici, ma come pane quotidiano in tutti i sensi, e per tutti ,
senza differenza di appartenenza a questo o quel movimento ( tutti ancora più o
meno accartocciati nella propria identità esclusivizzante) o a questa o quella “parrocchia”,
è forse una delle attese più sentite da tanti nella nostra diocesi, anche perché,
come osserva ancora Papa Francesco,”… noi cristiani
forse abbiamo perso un po’ il senso dell’adorazione…ma i nostri templi sono luoghi di adorazione? Favoriscono
l’adorazione? Le nostre celebrazioni favoriscono l’adorazione? Giuda Maccabeo e
il popolo avevano lo zelo per il tempio di Dio perché è la casa di Dio, la
dimora di Dio”(2).
E, certo, per significare il desiderio di ricostruire il tempio, di
ricostruire l’armonia fra credenti e il tessuto vero della Chiesa, non basta
esporre sulle mense eucaristiche - come
sempre più frequentemente sta avvenendo – la Kannukiah ebraica, il candelabro a 9
bracci che in sé e per sé simboleggia
soltanto la ricostruzione del tempio di Gerusalemme.
Poi cè
l’esigenza della chiarezza, dell’onestà e del servizio disinteressato. “
Come narra
l’evangelista Luca, anche Gesù purifica il tempio, ma lo fa con la
«frusta in mano». Si mette a scacciare …gli affaristi che vendono e hanno trasformato il tempio in piccoli negozi per
vendere, per fare il cambio delle monete, della valuta. Gesù purifica il tempio
ammonendo: «Sta scritto: la mia casa sarà casa di preghiera» e non di altra
cosa. Il tempio è un luogo sacro. E noi dobbiamo entrare lì, nella sacralità che
ci porta all’adorazione…È tanto facile entrare nelle cricche della corruzione…quella
politica quotidiana del 'do ut des per
la quale tutto è affari. Una condotta che danneggia i deboli. Quante
ingiustizie! Quanta gente che soffre per queste ingiustizie”(3)
Almeno queste pochissime cose vogliamo dare e ricevere in occasione di
questo Congresso, cercando sempre di non dimenticare quanto sia importante
nella costruzione della Pace vera il nostro ruolo, il ruolo di tutti: laici,
clero e palude (quella grande e magmatica via di mezzo costituita da chi agisce da clero e pensa e si
comporta da laico o agisce da laico, ma pensa e si comporta da clero). "Beati gli operatori di pace. Ma, è tanto
comune da noi essere operatori di guerre o almeno operatori di malintesi!
Quando io sento una cosa da questo e vado da quello e gliela dico e faccio una seconda edizione un po' allargata e
la riporto… (aumento) il mondo delle chiacchiere. Questa gente che chiacchiera,
non fa pace, sono i nemici della pace.
Non sono beati. Non sparliamo degli
altri alle spalle, ma diciamo loro apertamente ciò che pensiamo "(4).
__________
(1)( Discorso ai
partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per la promozione della
Nuova Evangelizzazione (14 ottobre 2013); (2) ».(Papa Francesco, Omelia, Santa Messa nella Cappella della Domus Sanctae Marthae (22 novembre
2013) (3) Ibidem. (4) Papa Francesco, Omelia, Santa Messa nella Cappella della Domus Sanctae Marthae (9 giugno 2014).