sabato 17 marzo 2018

IL PAESE DOVE SI LAVORA MOLTO DI MENO E SI GIOCA MOLTO DI PIU’

      di Bruno Demasi

      C’è un territorio abitato da circa mezzo milione di fortunati che ormai tutti i tour operator di un quarto di pianeta pubblicizzano come il paese della cuccagna dove si lavora pochissimo e si gioca moltissimo. Si tratta dell’intera provincia di Reggio Calabria che quei buontemponi del Sole 24 ore, evidentemente ubriachi, recentemente hanno collocato al 92° posto per qualità della vita sul totale delle 107 province italiche. Una pubblicità nefasta e ingiusta che – meno male – i tanti Lucignolo del turismo di massa e della politica stanno giustamente mettendo a posto invitando in questa terra non solo turisti e curiosi, ma anche capi di stato esteri, sociologi, politologi, addetti al welfare, amministratori esperti di briscola e di scopone scientifico per imparare in loco come si può trasformare dal nulla una provincia intera nel paese dei balocchi e dei brillocchi che sovrabbondano ormai in tutte le vetrine e al collo, alle orecchie, alle caviglie, ai polsi e persino ai nasi di tutte le donne che popolano questo paradiso. 
     In questo territorio benedetto da Dio, in barba alla recente propaganda elettorale dei partiti ancora annidati dentro palazzo Chigi a Roma, che vorrebbero in netta ripresa l’occupazione, nel 2017, secondo quanto affermato in questi giorni da “Gazzetta del Sud” (quotidiano da sempre esperto di tutti i salivosi linguaggi filogovernativi ) sono stati invece più di mille i posti di lavoro scomparsi. E ci mancherebbe altro! La lotta alle bieche politiche occupazionali che vorrebbero prostrare le persone pancia e culo a terra per lavorare e consumare la loro esistenza nella fatica quotidiana deve continuare più che mai. E mai si dica che nella provincia di Reggio Calabria non si lasci nulla di intentato per demolire la tentazione di creare lavoro malgrado la vergognosa resistenza di alcune decine di partite I.V.A. incredibilmente ancora aperte dopo la chiusura di migliaia e migliaia di questi nefasti simboli di quella imprenditoria con  cui si rischierebbe di distruggere la felicità e la libertà delle persone.
    Si pensi invece alle cose belle di questo territorio, alle sue siepi verdeggianti sui marciapiedi di città e di paese, alle sue delicate voragini che rendono armonioso tutto il paesaggio viario urbano ed extraurbano, alle sue meravigliose architetture postsismiche, ma soprattutto al suo invidiabilissimo primato di essere al secondo posto in Italia per numero di slot machine istallate: 8,76 per ogni mille abitanti, neonati e galline compresi. Si pensi con commozione all’altro grandissimo primato delle giocate più alte che nessuno riesce ad eguagliarci: in media quasi 700 euro per abitante, lattanti e ultraottantenni compresi. 
     Si pensi al numero dei bar, delle tabaccherie, delle sale scommesse che la fertile terra della nostra provincia sta facendo fiorire giorno per giorno e che ormai dilagano dovunque garantendo alla felice gente di questa  terra di deliziarsi in ogni momento con l’ebbrezza dl gioco, sicuramente impagabile, specialmente da parte dei più piccoli, dediti ormai all’arte sopraffina del furto che serve a finanziare il saldo dei debiti e il rilancio delle giocate permesse dal nostro Stato, anzi incoraggiate negli ultimi anni con il doveroso condono dell’iniqua tassazione che avrebbe potuto colpire i  generosi possessori e gestori di slot e di centri scommesse.
    Per non parlare dei risvolti altamente educativi non solo dei furti e delle rapine in cui i giovani vanno ad esercitare tutte le personali virtù di destrezza e abilità, ma soprattutto delle lunghe ore dedicate al gioco all’interno delle graziose e profumate sale ormai esistenti in ogni quartiere dove financo i più piccoli, persino gli alunni di scuola media ed elementare, liberati finalmente a cura degli intelligenti genitori dell’odioso gravame di restare anche il pomeriggio a scuola, possono dedicarsi alla fine arte del gioco d’azzardo sotto gli occhi compiaciuti dei nostri politici commossi e increduli di aver potuto creare in un tempo relativamente breve un così grande paradiso ormai invidiato da tutti.