domenica 3 marzo 2024

TERESA TALOTTA DA CITTANOVA, ICONA DELLA DONNA CALABRESE E DELLA VERA RESISTENZA ( di Bruno Demasi)

 
      In tempi in cui si minimizza e spesso si irride al sacrificio compiuto da tanti Italiani e da tante Italiane per fare grande e libera questa nazione e dotarla di quella costituzione democratica (oggi lacerata e lordata dai calcoli elettorali più meschini )  la figura di Teresa Talotta in Gullace, donna di Calabria, della Piana di Gioia Tauro, diventa emblema della voglia di riscatto di un popolo, del respiro di libertà che neanche i più beceri governi e nazionali, regionali, provinciali e comunali, avvitati nei loro calcoli di potere,  di cui oggi  abbonda la Penisola, potranno mai soffocare.
    Teresa è anche l’eco perpetua del sacrificio di migliaia di donne della Piana di Gioia Tauro e della Calabria tutta, morte per difendere la loro famiglia e il loro sangue da soprusi e ingiustizie, donne che non hanno più un nome, un ricordo, neanche un pensiero fugace.
   A lei, quando venne tributata nel 1977 la Medaglia al Valore Civile dal Presidente della Repubblica furono riservate queste asettiche espressioni che, malgrado la loro rigidità , esprimono tutto il pathos della morte di questa figura che le scuole della Piana colpevolmente non fanno più conoscere ai propri alunni.

«Madre di cinque figli ed alle soglie di una nuova maternità, non esitava ad accorrere presso il marito imprigionato dai nazisti, nel nobile intento di portargli conforto e speranza. Mentre invocava con coraggiosa fermezza la liberazione del coniuge, veniva barbaramente uccisa da un soldato tedesco.»

   Certi esempi di valore, certi film andrebbero appunto  insegnati nelle scuole al posto di tante inutili nefandezze culturali di cui oggi sovrabbondano certi libri di testo “in chiave europea” o al posto di tanti progetti inutili , magari finanziati con i fondi  del PNNR.


       Come non ricordare infatti  la strepitosa Anna Magnani che  impersonava proprio la " nostra" Teresa con il nome di “Pina” nel film “Roma città aperta” di Roberto Rossellini ? Come non rivivere  quella corsa disperata e fatale dietro il carro dei soldati tedeschi che portavano via il suo uomo, quel Girolamo Gullace, col quale trascorreva in quel periodo una vita di duro lavoro a Roma ?
    Aveva 37 anni, cinque figli ed era incinta del sesto quando il marito venne arrestato dai tedeschi il 26 febbraio 1944 nel corso di un rastrellamento e subito  condotto nella caserma dell’81º di fanteria in Viale Giulio Cesare, dove Teresa accorse con grande fatica ed apprensione a chiedere notizie  insieme alle mogli di altri prigionieri. Intravisto Girolamo alla finestra della caserma, con lo slancio irrefrenabile delle donne calabresi, tentò di avvicinarglisi per parlargli e per lasciargli del pane nonostante l’alt intimatole da un soldato tedesco che non esitò a spararle un colpo, uccidendola all’istante: era il 3 marzo.
 
    Lo sdegno di un popolo oppresso dai nazisti davanti a quest’ennesimo sopruso fu solo pari alla reazione di quella società civile che allora esisteva e oggi sembra essersi liquefatta nel mare di parole del magma politico. Non mancarono reazioni d’impulso come quella di Carla Capponi, del Gruppo di Azione Patriottica, che estrasse una pistola puntandola contro l’assassino, ma fu subito arrestata dai tedeschi. Alcune altre donne improvvisarono invece una protesta pacifica, ricoprendo di fiori il corpo della povera Teresa, lì sulla strada, in una sorta di camera ardente improvvisata. Qualcuno riporta testimonianza anche di una sparatoria, seguita all’uccisione di Teresa. Certo la protesta montò in modo esponenziale al punto che i nazisti decisero di liberare l’ormai vedovo Girolamo Gullace.
    Teresa diventò così una delle icone della Resistenza, e numerosi gruppi partigiani cittadini, presero la povera donna a simbolo della loro lotta: oltre alla Medaglia al Valore Civile assegnatale dalla Presidenza della Repubblica, a lei è dedicata una lapide in Viale Giulio Cesare, a Roma, nel luogo in cui fu uccisa. Nel 1981 le è stato intitolato anche il liceo scientifico di Piazza dei Cavalieri del Lavoro, che custodisce anche un suo busto realizzato dallo scultore Ugo Attardi, mentre nel quartiere Alessandrino le è stato intitolato un Centro di Formazione Professionale.
  Cittanova le ha dedicatoun busto in bronzo e  la via in cui  nacque e visse la maggior parte della sua esistenza.