di Bruno Demasi
Le dimissioni odierne dei 15 primari dell’ospedale di Vibo Valentia
presentate al ministro Lorenzin e al prefetto della città per protesta eclatante
contro i continui tagli imposti alla sanità locale dall’emissario /commissario renziano
Scura alzano finalmente il coperchio su una situazione sanitaria calabrese
sempre più nauseabonda e colpevole.
E’ la prima volta che scendono in campo gli addetti al settore dopo decenni di logorree diarroiche e inconcludenti dei politici calabresi sempre
impastati con i poteri forti al di là della loro appartenenza politica.
E’ la prima volta che i medici battono
non solo sul tempo, ma soprattutto nella sostanza, le tiepide proteste,
ammesso ci siano mai state, dell’attuale e dei precedenti governatori calabri e
dei loro accoliti contro una nefanda spoliazione progressiva delle strutture
sanitarie regionali immolate sui mille
altari degli sprechi, degli intrallazzi e delle gestioni familistiche.
Se nel tempo tutti i medici
ospedalieri e gli operatori sanitari dei
vari nosocomi della Regione, caduti uno dopo l’altro come birilli nelle mani dei
commissari e dei politici di turno, avessero seguito o anticipato questo esempio
con gli sgoverni regionali e nazionali
che si sono succeduti, probabilmente oggi non ci troveremmo anche in ambito
sanitario in una situazione addirittura peggiore di quella registrabile in
alcuni paesi del Centrafrica o del Burkina Faso.
Ma dalle nostre parti medici e infermieri, al di là di tiepidissime e
balbettanti proteste, di volta in volta hanno accettato supinamente, complici le loro rappresentanze sindacali, ogni atto
possibile di distruzione della sanità, persino in quelle zone di montagna dove
la sussistenza delle strutture ospedaliere avrebbe dovuto obbedire a criteri
intelligenti di equa ripartizione sui territori più disagiati piuttosto che a
criteri di spartizione. Il mondo
sanitario ha invece solo chiesto ( e spesso ottenuto) che fosse la gente, l”utenza”
a lottare al suo posto, mentre molti di loro si adeguavano spesso a lottizzazioni e giochi
di potere interni che ci hanno sempre disgustato.
Ai 15 primari di Vibo, col cui gesto odierno ci si augura inizi un’epoca nuova di riscatto e di lotta, il plauso e la solidarietà di tutti.