di Bruno Demasi
L’edizione 2015 della telenovela sulla Sanità Calabra, ormai a corto di barzellette e favole da dare in pasto all’utenza , ha scoperto il nuovo filone della finta guerra intestina tra un commissario alla Sanità catapultato da Renzi in terra bruzia e un governatore che i più dicono come minimo incazzato col capo del suo piuomenopartito per non essere stato nominato lui a capo del carrozzone miliardario chiamato commissariamento.
I duelli all’arma bianca tra i due, fuori dai territori di Twitter lasciati alla tastiera di Renzi et similia, proseguono da qualche mese a suon di proclami, di distinguo, si, però, benchè e nduja della peggiore qualità. Si giunge a toni rancidi e parossistici per poi adagiarsi in tregue da week end e quindi tornare subito a capricciosi rilanci e battibecchi degni della migliore tradizione delle bagnarote di qualche decennio fa.
Ma non ci crede ormai neanche l'ammagato della stella del presepe: i loro pellegrinaggi separati negli ospedali (soprattutto del Cosentino o del Catanzarese) farciti di toni sgomenti e di promesse da pollaio non incantano nessuno, come nessuno crede più alla loro presunta rivalità.
I due però, malgrado tutto, sembrano ancora convinti che i sudditi calabresi siano ancora tanto cretini da pensare che con il taglio dei pochi posti letto rimasti negli ospedali di tanti centri calabresi si possa risolvere il problema del pauroso debito accumulato dalla Sanità locale, quando ormai anche i neonati sanno che ben altri dovrebbero essere i tagli alla spesa sanitaria che non quello dei posti letto che già non garantiscono il minimo delle emergenze quotidiane, specialmente nei centri più isolati e a rischio, dove si vive di poco e si muore per pochissimo.
I duelli all’arma bianca tra i due, fuori dai territori di Twitter lasciati alla tastiera di Renzi et similia, proseguono da qualche mese a suon di proclami, di distinguo, si, però, benchè e nduja della peggiore qualità. Si giunge a toni rancidi e parossistici per poi adagiarsi in tregue da week end e quindi tornare subito a capricciosi rilanci e battibecchi degni della migliore tradizione delle bagnarote di qualche decennio fa.
Ma non ci crede ormai neanche l'ammagato della stella del presepe: i loro pellegrinaggi separati negli ospedali (soprattutto del Cosentino o del Catanzarese) farciti di toni sgomenti e di promesse da pollaio non incantano nessuno, come nessuno crede più alla loro presunta rivalità.
I due però, malgrado tutto, sembrano ancora convinti che i sudditi calabresi siano ancora tanto cretini da pensare che con il taglio dei pochi posti letto rimasti negli ospedali di tanti centri calabresi si possa risolvere il problema del pauroso debito accumulato dalla Sanità locale, quando ormai anche i neonati sanno che ben altri dovrebbero essere i tagli alla spesa sanitaria che non quello dei posti letto che già non garantiscono il minimo delle emergenze quotidiane, specialmente nei centri più isolati e a rischio, dove si vive di poco e si muore per pochissimo.
Perché i due contendenti, anziché tergiversare e far finta di
beccarsi, non procedono al recupero di un debito disastroso che sta
continuando a lievitare grazie anche agli
affitti d’oro che la Regione paga per garantire alla sanità in
moltissimi centri della Calabria locali perfettamente inutili e agli
appalti miliardari per l’acquisto di materiale sanitario? Perchè non
iniziano a denunciare alla Guardia di Finanza i responsabili materiali
di tanto dissesto? Perché non smantellano completamente i castelli di
carta e di miliardi messi in piedi dalle precedenti gestioni anche per
la costruzione di nuovi ospedali che, come quello della Piana di Gioia
Tauro, sono tutt’altra cosa da ciò che dovrebbero razionalmente essere?
Perché non si procede a un razionale utilizzo del personale evitando
imboscamenti di ogni genere e il ricorso selvaggio ad appalti a
privati?
Occorre smetterla e mettersi d’accordo, insomma, e non per non rompersi a vicenda le uova nel paniere, ma per ripartire da zero. E senza peli sulla lingua, senza minacce e contorcimenti verbali e vezzi da politici consumati che puzzano di falsapolitica della peggiore risma, ma, chissà perchè, non di soldi.
Pecunia e falsità non olent!
Occorre smetterla e mettersi d’accordo, insomma, e non per non rompersi a vicenda le uova nel paniere, ma per ripartire da zero. E senza peli sulla lingua, senza minacce e contorcimenti verbali e vezzi da politici consumati che puzzano di falsapolitica della peggiore risma, ma, chissà perchè, non di soldi.
Pecunia e falsità non olent!