martedì 1 ottobre 2024

SOLO LA CALABRIA DEI SANTI PUO' RISCATTARE LA TERRA DEL MALAFFARE (di Bruno Demasi)

                  IL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE DI PADRE VINCENZO IDA'
 
    Probabilmente pochi si sono accorti che siamo quasi giunti alla boa dei dieci anni dall'apertura del processo di beatificazione di Padre Vincenzo Idà, avvenuta in una freddissima sera di dicembre del 2014 nella cattedrale santuario di Oppido Mamertina  con grande concorso di gente proveniente da Gerocarne, Anoia, Terranova Sappo Minulio e da tanti altri paesi specialmente dell’entroterra.
 
      Fu un'occasione rarissima per la chiesa e per la società  della piana di Gioia Tauro, onorate e premiate da tanta grazia impalpabile,  di fermarsi a riflettere a lungo sul binomio santità - austerità che esclude a priori ogni forma di compromesso, di vanità e  di esibizione, ogni uso magniloquente e ambiguo della parola in cerimonie fini a se stesse che poco o nulla hanno a che fare con l'evangelizzazione, sempre più urgente, di questo territorio.  Padre Vincenzo  fu l'antitesi, appunto, di ogni forma di esibizione e fece dell'umiltà silenziosa e operosa  la bandiera del suo ministero. Fu  sacerdote! E con molti anni di anticipo rispetto ai documenti del Vaticano II  precorse  in maniera incredibilmente lucida la necessità di una rievangelizzazione di cui oggi in tanti ci si riempie la bocca, ma che negli anni Trenta o Quaranta del secolo scorso era di là da venire anche nei contesti ecclesiali meno tradizionalisti.

  La straordinarietà della sua  visione, la profetica idea di riscattare i poveri con il Vangelo  fu molto presto confermata dai progetti e dai documenti del Vaticano II, se è vero che  egli già  nel 1939 (appena a 30 anni di età) fondava infatti la Congregazione delle Suore Missionarie del Catechismo e nel 1950 ( a 41 anni di età e addirittura dieci anni prima del Concilio) la Congregazione dei Padri Missionari dell’Evangelizzazione. 
     Era nato a Gerocarne, oggi in provincia di Vibo Valentia, nel 1909 da famiglia di contadini, di cui gli rimase sempre l’habitus austero e ironico, semplice e serio, avvezzo a fatiche di ogni genere, ma anche capace di grandi progetti. Un imprinting, diremmo oggi, che recava le stigmate della serietà e generosità di intenti  con le  quali, insieme al silenzio operoso,   si misura davvero la grandezza del vero profeta, come lo definisce ben a ragione Padre  Rocco Spagnolo già suo biografo ufficiale e oggi suo successore  nel ministero di guida della congregazione maschile da lui fondata.
 
     Già giovanissimo, dopo essere stato ordinato sacerdote, diventava parroco in Anoia Superiore, in quella piana di Gioia Tauro devastata ancora dal latifondo, minata dall’analfabetismo, dalla fame, dalla malaria e dalla ndrangheta.  Il suo fervore missionario ebbe dunque come culla queste contrade, ma presto traboccò nel Messico dove personalmente si recò ad aprire le prime missioni, con una speciale predilezione per i poveri e gli emarginati dei quali il vasto campionario esistente nella nostra terra evidentemente non gli bastava.  Nel 1984, mentre si trovava in visita alla missione di Oaxaca in Messico, riceveva il premio eterno per le sue fatiche immani. Il suo corpo veniva traslato nella Casa Madre delle Suore in Anoia Superiore, dove oggi si venera.
  
    La sua azione evangelizzatrice divampò in maniera incredibilmente rapida ed efficace: la chiarezza dell'annuncio, la forza e la semplicità nella proposta evangelizzatrice, oggi perpetuate dai membri attuali della Congregazione che ha il suo centro in Terranova Sappo Minulio, furono e sono decisive,  tanto che oggi le  due congregazioni sono presenti in tutti i continenti.
 

    I dieci anni trascorsi dal suo inizio sono  un soffio appena per  un processo di beatificazione che costituisce, o dovrebbe costituire,  una grande e commossa soddisfazione per questa terra  esposta ai disonori della cronaca e allo sciacallaggio dei media. Terra capace di grandi nefandezze, ma anche di mille virtù ed eroismi   Tra questi proprio la santità...!
   Il processo di beatificazione di Padre Idà, dopo la santità riconosciuta in questi anni a Padre Gaetano Catanoso di RC, a Fra’ Umile da Bisignano e, più recentemente, a Fra’ Nicola Saggio da Longobardi, si aggiunge infatti  a quelli in corso di Don Francesco Mottola, di Tropea, di Rosella Staltari , dei coniugi Franco Bono e Maria De Angelis, nella Locride, a quello  di Natuzza Evolo e presto anche di Irma Scrugli, ancora nella diocesi di Mileto, Nicotera, Tropea.
   Una pioggia abbondantissima di benedizioni per un popolo preda di tanti, tantissimi soprusi,in gran parte legalizzati, ma avvezzo a lottare ed evidentemente anche a pregare, forse in silenzio e...senza ostentazione!