C’è una linea netta e decisa che collega Buonvicino, l’antica Βομβακίω bizantina in provincia di Cosenza, a Terranova Sappo Minulio, l’altrettanto antica città della Piana di Gioia Tauro, ed è la parabola mistica ed esistenziale di Giuseppina Bonavita, scomparsa il 29 settembre del 2018, ma già acclamata da varie parti come la mistica calabrese contemporanea della semplicità e della quotidianità. Una linea che attraversa simbolicamente tutta la Regione ed impregna di sé ancora una volta le menti di coloro che credono fermamente nella peculiarità di una terra teatro di mille soprusi e di mille povertà, ma al contempo fecondata da esempi di santità davvero palesi.
Padre Rocco Spagnolo, attuale superiore generale dei Missionari dell’Evangelizzazione, che proprio a Terranova ha trasferito ormai da tempo la casa generalizia di questa benemerita congregazione fondata da un altro calabrese, padre Vincenzo Idà, di cui è in corso il processo di beatificazione, è stato per oltre trent’anni il direttore spirituale di questa donna la cui parabola umana e spirituale è ancora in gran parte da conoscere. A lei, alla sua singolare vicenda egli dedica oggi un secondo prezioso studio “Giuseppina – Con la croce piantata nel cuore”, uscito in libreria in queste settimane per i tipi delle Edizioni Leggimi.Ed è uno studio tanto più apprezzabile quanto più si presenta agli occhi del lettore attento sintetico e illuminante non solo per portare alla luce nuove tessere dell’esistenza singolare di Giuseppina, ma anche per manifestare attraverso questa narrazione gli aneliti e i limiti, spesso pesanti e fuorvianti, della religiosità calabrese. Sotto questo aspetto il nuovo e avvincente libro che narra la storia spirituale fuori dal comune di una donna, che è stata anche moglie e madre ed educatrice, diventa narrazione tra le righe del cammino durissimo che ancora occorre fare da queste parti per guadagnare elementi di sinodalità vera e non solo di facciata e per sfuggire alla ricorrente tentazione del formalismo che soffoca ogni anelito di rievangelizzazione. “ Giuseppina c’è riuscita – afferma Padre Rocco Spagnolo – restando in comunione con Dio e con il prossimo.Mai doppia. Gesù non ammette l’ipocrisia!…una tentazione dell’uomo religioso; quando è portato ad assolvere pratiche esteriori come novene, tridui,persino la partecipazione all’eucarestia senza un rapporto di amore con il Sigtnore, è solo religiosità vuota. Che serve assolvere a tutte le pratiche di pietà, se poi si trascura la compassione per il prossimo, vicino e lontano? Va rievangelizzata la religiosità polare, il culto esterno affinchè diventi fede iun Gesù morto e risorto…”
Emerge da questo racconto la figura di una mistica sui generis, che senza trionfalismi, nella sofferenza familiare e personale, nella dedizione quotidiana a Dio, incarna un tipo di spiritualità privo di ridondanze e di croste, realmente aperto al dialogo con i poveri, i sofferenti, i consacrati, i sacerdoti, con tutti! E questo secondo ritratto tracciato da Padre Rocco Spagnolo riesce a individuare bene il punto d’incontro tra fede, sofferenza e quotidianità, dando nuova vita e nuova voce a una figura ancora da scoprire pienamente e che affonda le proprie radici nella tradizione religiosa popolare del Sud , ma lo fa con sguardo moderno, rispettoso e mai sensazionalistico. Il vigore di questa nuova indagine sulla figura di Giuseppina Bonavita risiede infatti nella capacità di mostrarla al lettore non come un’icona irraggiungibile, ma come una donna concreta, figlia di questo tempo di mille contraddizioni e di mille evasioni, ma capace di trasformare il dolore in un cammino interiore profondo. E la Calabria non è semplice sfondo, ma parte integrante dell’ esperienza mistica narrata, con i suoi paesaggi aspri, la cultura del sacrificio e della sobrietà antica e quel forte senso di spiritualità che da sempre attraversa questa terra di frontiera.
Ogni pagina esplora le visioni, le prove interiori, i momenti di abbandono e di estasi con un equilibrio notevole: la dimensione mistica non è mai spettacolarizzata, ma resa evidente attraverso la sensibilità psicologica della protagonista e la sua capacità di leggere, nella sofferenza, un dialogo intimo con il divino. Il simbolo della “croce piantata nel cuore” diventa così la metafora di un’esistenza molto segnata, ma mai spezzata, in cui il sacrificio non annulla la persona, bensì la rivela.
Lo stile è sempre meditativo, talvolta contemplativo, e alterna pagine di intensa introspezione a momenti di vita quotidiana che riportano Giuseppina nella sua dimensione umana. L’autore riesce a mantenere un tono rispettoso e partecipe, evitando eccessi agiografici e lasciando che siano la voce e soprattutto gli esempi e i silenzi della protagonista a parlare al cuore del lettore.
Ancora un libro eccezionale di Padre Rocco Spagnolo che con la sobria vis narrativa di sempre offre al pubblico un’esperienza spirituale intensa che nessuno si aspettava. Una lettura decisamente consigliata a tutti, specialmente a chi è affascinato dalle figure mistiche, dalle storie spirituali radicate nel territorio e da quei personaggi capaci di rendere visibile l’Invisibile attraverso la propria esistenza quotidiana.
Ogni pagina esplora le visioni, le prove interiori, i momenti di abbandono e di estasi con un equilibrio notevole: la dimensione mistica non è mai spettacolarizzata, ma resa evidente attraverso la sensibilità psicologica della protagonista e la sua capacità di leggere, nella sofferenza, un dialogo intimo con il divino. Il simbolo della “croce piantata nel cuore” diventa così la metafora di un’esistenza molto segnata, ma mai spezzata, in cui il sacrificio non annulla la persona, bensì la rivela.
Lo stile è sempre meditativo, talvolta contemplativo, e alterna pagine di intensa introspezione a momenti di vita quotidiana che riportano Giuseppina nella sua dimensione umana. L’autore riesce a mantenere un tono rispettoso e partecipe, evitando eccessi agiografici e lasciando che siano la voce e soprattutto gli esempi e i silenzi della protagonista a parlare al cuore del lettore.
Ancora un libro eccezionale di Padre Rocco Spagnolo che con la sobria vis narrativa di sempre offre al pubblico un’esperienza spirituale intensa che nessuno si aspettava. Una lettura decisamente consigliata a tutti, specialmente a chi è affascinato dalle figure mistiche, dalle storie spirituali radicate nel territorio e da quei personaggi capaci di rendere visibile l’Invisibile attraverso la propria esistenza quotidiana.
Bruno Demasi.