di Maria Lombardo

Mercadante, il brigante di Piscopio

D’altra parte, come scrive Luciano Serafino, la storia parla chiaro: tutti coloro che per motivi
politici erano costretti a rifugiarsi nei boschi o che difendevano a loro modo i luoghi nativi, si ponevano tra i clandestini e divenivano di conseguenza i fuori legge per eccellenza.
La situazione stava per mutare con l'800, quando i banditi lasciarono le alture e scesero a valle trovando rifugio in cunicoli e grotte e la strada che dal centro di Piscopio porta verso Santa Ruba, detta via delle Grotte, fu rifugio del brigante Mercadante del luogo, figura, descritta dalla tradizione, alto e di robusta costituzione, la cui abitazione era strutturata con feritoie per rispondere al fuoco in caso di attacco.
Mercadante non era una figura amata dal popolo Piscopisano, anzi incuteva molta paura e si raccontano degli atti criminosi da lui compiuti davvero sui generis. Durante una delle sue scorribande verso il paese di Pizzoni, egli fu respinto dal piombo dei fucili della gente del paese. Nella circostanza egli rimase ferito al braccio destro, mentre il suo luogotenente cadde a terra tramortito.
Il Mercadante, allora, da quanto narrano gli anziani,mise a fuoco l’intero paese e, caricandosi, poi, l’amico sulle spalle, lo portò in salvo, passando per quella che oggi è via Garciali, riparando nelle grotte, che oggi appena sono visibili in quanto ricoperte per lo più dalle frane. Una ferocia inaudita lo distingueva tant'è vero che a Piscopio decise di stringere alleanza col Brigante Friddizza per spartirsi il territorio ed il malaffare. E fu col malaffare che il bandito costruì la sua fortuna e accumulò un ingente tesoro scoperto poi alla sua morte. Distrutta la sua casa , furono infatti trovate tre giare stracolme di monete d’argento del Regno delle Due Sicilie, una parte delle quali sono custodite nel Museo Archeologico di Vibo Valentia e un’altra parte si vuole sia in possesso di famiglie di Piscopio, quasi a sottolineare una legittima riappropriazione delle loro richezze .