di Bruno Demasi
“Toccati dalla bellezza” , un input che ha messo le ali alla fantasia e allo spirito critico di questi ragazzi, indubbiamente migliori di noi grandi, anche se già segnati anche loro dal disvalore della rassegnazione che incombe come una cappa di piombo sui molti desideri e sui pochi progetti di crescita che li vedono protagonisti e destinatari di un'attenzione non sempre vigile da parte degli adulti.
E’ bellezza per loro vivere insieme il tempo scuola quotidiano anche nel frastuono delle battaglie da retroguardia che ancora occorre condurre in molti istituti. E’ bellezza domandarsi ansiosamente quale possa essere la scuola superiore più confacente ed aperta a un futuro lavoro per realizzarsi. Ma è anche bellezza osservare , sia pure da lontano, le isole di Bene e di positività che riesci ancora a scorgere in una Piana segnata da un tasso di disoccupazione giovanile spaventoso, che trova il suo corrispettivo solo in un tasso di abbandono scolastico tanto elevato da dover far recitare parecchi mea culpa in condizioni normali.
Lo testimoniano i riferimenti costanti che essi fanno al valore della generosità e della dedizione all’altro, il martellante ritorno all’opera di Teresa di Calcutta, ma anche la commovente intervista a Norina Ventre, Mamma Africa, la madre-nonna di Rosarno icona dell’accoglienza senza riserve, del dono di se stessa agli immigrati di colore ospitati nelle tendopoli di Rosarno e di San Ferdinando.
Sicchè la santità stessa, nelle espressioni di questi adolescenti, diventa carne nel quotidiano, nella ricerca pulita, e forse anche ottimistica , di una rinnovata convivenza pacifica e operosa vissuta all’insegna della cooperazione e della solidarietà persino in quella Piana che è apparentemente l’antitesi di questi valori.
Ci siamo chiesti se il tema del concorso , nella sua ampiezza di suggerimenti e di evocazioni, non fosse stato fuorviante per i concorrenti, vista la straordinaria pluralità delle loro considerazioni e delle loro riflessioni, ma ci si è accorti che questi giovani, proprio ragionando della cultura della Vita in tutte le sfaccettature possibili, della santità del quotidiano nella dedizione agli altri, della bellezza del donare più che nel ricevere, in fondo avevano esaurito benissimo quanto poteva esser detto da ciascuno sulla realtà della Vocazione sia come chiamata personale sia come lievito per la vita del gruppo.
Sicchè la santità stessa, nelle espressioni di questi adolescenti, diventa carne nel quotidiano, nella ricerca pulita, e forse anche ottimistica , di una rinnovata convivenza pacifica e operosa vissuta all’insegna della cooperazione e della solidarietà persino in quella Piana che è apparentemente l’antitesi di questi valori.
Ci siamo chiesti se il tema del concorso , nella sua ampiezza di suggerimenti e di evocazioni, non fosse stato fuorviante per i concorrenti, vista la straordinaria pluralità delle loro considerazioni e delle loro riflessioni, ma ci si è accorti che questi giovani, proprio ragionando della cultura della Vita in tutte le sfaccettature possibili, della santità del quotidiano nella dedizione agli altri, della bellezza del donare più che nel ricevere, in fondo avevano esaurito benissimo quanto poteva esser detto da ciascuno sulla realtà della Vocazione sia come chiamata personale sia come lievito per la vita del gruppo.
E in un contesto sociale e formativo in cui l’orientamento scolastico e soprattutto quello professionale sono praticamente risibili, questa loro insospettata capacità di destreggiarsi proiettando in avanti la propria vita con le sue aspirazioni migliori non è poco!