di Bruno Demasi
Per la seconda volta nella sua storia lunghissima, quest'oggi, dopo il recente annus horribilis in cui tutte le manifestazioni religiose vennero bloccate in Calabria per questioni di ordine pubblico, non si effettua in Oppido, come accade da almeno quattro secoli, la processione meridiana della Madonna Annunziata che si celebra nel grande santuario a Lei dedicato e nato ufficialmente il 15 agosto 2013 per la lungimirante e fervida opera del vesovo Milito, innamorato del culto legato alla Santa Casa di Nazareth e - occorre dargliene atto - della città di Oppido Mamertina , sua sede vescovile.
Oggi le disposizioni governative e locali a causa della pandemia di Coronavirus han dovuto opporsi a una forza violenta e bestiale invisibile che ha avuto il potere di chiudere tutte le chiese, di prosciugare le acquasantiere, di stravolgere culti e opere di fede.
Sono giorni di pianto e di rimpianto per tutti, specialmente per i tanti pellegrini, e non solo della Piana, e per i sacerdoti, privati della visita devota alla grande cattedrale diocesana che ha anche acquisito con sobrietà delicata la veste di santuario mariano e si è gemellata con la basilica dell’Annunciazione in Terra Santa.
Oggi più che mai, quando il terrore e il rimpianto opprimono i cuori e le menti della gente della nostra diocesi, insieme alla preghiera silenziosa e corale torna a gettarsi un ponte tra questo grande lembo di Calabria proteso sul Mediterraneo con le sue montagne, i suoi immensi uliveti e aranceti, il suo porto, le sue piaghe ataviche e i suoi faticosi progetti di crescita e la Terra Santa, ma un ponte anche tra una fede “colta” e matura e quella devozione popolare che non è l’antitesi della fede vera, semmai potrebbe essrne l'humus , se curato bene e non abbandonata a se stessa, con tutte le aberrazioni del caso sempre incombenti.
La devozione alla Madonna Annunziata e la frequentazione di questo santuario, eretto non certo a caso nel Terzo Millennio su queste falde d’Aspromonte è dunque legame solido col passato bizantino che ha dato civilità e lustro a queste contrade, con l’antica theotokos di Hagia Hagathe in cui i grandiosi misteri dell’ Annunciazione e dell’ Assunzione della Vergine di Nazareth si sono fusi ieri e si fondono oggi in modo nuovo, originale e spontaneo, dando progressiva e concreta spiegazione dell’ispirazione profetica del vescovo Milito che ha voluto questa realtà e al quale chiediamo a gran voce di continuare a difendere la nostra identità, specialmente in questo attimo terribile della nostra storia secolare, che rischia di polverizzare tutto.
Gli chiediamo di essere garante del potere enorme della fede dei semplici che in questo santuario - oggi tristemente serrato come quasi tutte le chiese - non fa risuonare i suoi canti e le sue preghiere, di continuare a dare coraggio a questo territorio e alla nostra gente oppressa da mille piaghe e ora assediata da un nemico invisibile, di persistere senza stancarsi, come ha fatto oggi, nella supplica accorata alla Madonna Annunziata che è e sarà icona ancora una volta della nostra salvezza e della nostra rinascita.