venerdì 19 giugno 2020

OSPEDALE UNICO DELLA PIANA, MA PER CHI?



di Bruno Demasi

    Sono bastati pochi anni per dimenticare totalmente la volontà del 90% dei cittadini della piana di Gioia Tauro, espressa formalmente dai loro sindaci nel 2007, per la costruzione di un policlinico della Piana in contrada Cannavà nel Comune di Rizziconi, area epicentrica e facilissimamente raggiungibile da tutti i comuni della Piana, anche da quelli più marginali e lontani.

      Da tempo si è deciso negli anfratti locali del potere che il nuovo ospedale sorgerà a Palmi, vicino allo svincolo autostradale, come se i 33  comuni interessati, contro ogni logica fisico-geografica, si fossero tutti trasferiti ai bordi dell’autostrada. E contro ogni logica – malgrado i silenzi complici dei politici e di tanti amministratori - va  questa scelta ingiustificata e ingiustificabile,  che calpesta i più elementari diritti alla salute dei cittadini, che li metterà in condizione di peregrinare, in caso di bisogno, su strade dissestatissime e a bordo di improbabili ambulanze prima di raggiungere Palmi, la località posta ai margini geografici del territorio pianigiano che in nessun caso rappresenta o potrebbe rappresentare il centro di questo tormentato e abbandonato territorio.
      
  Ogni ragione accampata in altro senso è solo ridicola: non esiste nessun primato nè logistico o

geografico nè storico nè, a maggior ragione, economico e sociale, che possa fare di Palmi il centro fisico e morale della Piana. E di questo sono convinti anche i lattanti.
     Al danno in questi giorni si erano in passato aggiunte le beffe: a una petizione preoccupata firmata da 2000 Palmesi indirizzata al governatore della Calabria circa i ritardi a causa dei quali il “loro” ospedale non stava ancora nascendo, Scopelliti aveva risposto con esauriente lettera di tre pagine, in cui, con dovizia di dettagli tecnico-burocratici , spiegava le ragioni del ritardo e ricapitolava la fumosa e misteriosissima vicenda che ha portato alla scelta di Palmi quale luogo in cui far sorgere il nuovo ospedale.
    «Premetto che il nuovo ospedale della Piana di Gioia Tauro sarà dotato di 314 posti letto di degenza, oltre a 38 posti letto tecnici – scrive Scopelliti – Si prevede possa far fronte a 18mila ricoveri all’anno, incrementabili fino a 21mila e 700. La realizzazione di questa nuova e importante struttura di riferimento – prosegue – permetterà di porre in essere una politica sanitaria di maggiore valore e consistenza, perseguendo un nuovo modello di assistenza, basato sulla qualità, sull’umanizzazione e sulla centralità dei servizi».

      Nella stessa lettera Scopelliti ricapitolava l’iter fino ad allora svolto dalla Regione e dal Governo, ribadendo le due date relative all’aggiudicazione definitiva della gara – entro ottobre o novembre 2013 – e l’inizio materiale dei lavori – entro marzo 2014.

     Da allora  sono passati  molti  anni durante i quali i governatori calabresi, fino all'apoteosi di Oliverio hanno mostrato la loro assoluta nullità anche e soprattutto in materia sanitaria

     Il “Nuovo modello di assistenza, basato sulla qualità, sulla umaniz- zazione e sulla centralità dei servizi” di cui parlava Scopelliti e di cui si sono riempiti la bocca i suoi successori fino alla Santelli, tacendo tutti del perchè e del percome è stata fatta la scelta immorale di Palmi pea fa trattenere a stento le risa: non discutiamo sulla qualità r localizzarvi il nosocomio della Piane sull’umanizzazione dei servizi entrambe di là da venire ( il che implicitamente riconosce la disumanità e la scadenza di quelli in atto erogati in ambito sanitario), ma sulla “centralità” avremnmo qualche angosciante dubbio , anche perchè gradiremmo che questo perenne gioco delle tre carte finisse una buona volta e che gli amministratori regionali si togliessero le ragnatele dal volto per capire a quale sbaraglio continueranno  a mandare gli abitanti del Piana in caso di bisogno.

   Ieri il progetto faraonico e falsamente utile a tutti è stato pomposamente presentato per l'ennesima volta a Palmi e la Giunta Santelli non vedrà l'ora di realizzarlo contro ogni logica di diritto vero alla sanità di tutti gli abitanti della Piana.

     Vorremmo  che i sindaci dei 33 comuni, la Piana intera una buona volta si facessero sentire per reclamare il proprio vero diritto a un ospedale di eccellenza posto nel cuore del territorio e non a un ospedale-schiappa (come progettato all'epoca) posto ai magini di esso.