martedì 9 settembre 2025

Viaggiatori in Calabria nel sec. XIX: Nicolas Phillipps Desvernois ( di Rocco Liberti)

    Un’altra bella ed eloquente pagina inedita di Rocco Liberti, che stavolta scava nelle testimonianze ancora non molto conosciute relative al groviglio politico in cui era precipitata la Calabria nell’ 800 conseguente alla lotta tra i Borboni e la ventata rivoluzionaria e libertaria che era stata impersonata da Joacquim Murat. Il generale francese Desvernois proprio di Murat segue la parabola umana e politica con tutte le sue ansie di rinnovamento e con le sue contraddizioni, prima fra tutte la lotta aspra e acritica al cosiddetto brigantaggio, fenomeno magmatico e assai incerto  se schierarsi tra la fronda e l’appoggio al regime borbonico. Desvernois è però qui ricordato soprattutto come memorialista non privo di acuta attenzione per l’universo calabro, in particolare per l’attuale Piana di Gioia Tauro, con i suoi caratteri  sociali e le sue consuetudini politiche che in qualche modo possono contribuire a spiegarne anche il costume  attuale. (Bruno Demasi) 



    Anche il luogotenente generale Nicolas Phillipps Desvernois (1), che si è trovato in Calabria a causa dei suoi impegni militari tra 1811 e 1815, ha riferito sui luoghi dove è transitato, Mileto in particolare. In tale località il 5 dicembre 1811 si è reso addirittura promotore del trasporto nel paese ricostruito di una statua di San Nicola e dei resti del mausoleo normanno, che erano ancora allocati nella primitiva sede. Nella sua opera però a risaltare sono lo svolgimento del periodo storico vissuto e le continue repressioni compiute a danno dei cosiddetti briganti, interventi dei quali lui è stato sovente autore spietato. Non conosciamo dati completi sulla condizione civile, sappiamo soltanto ch’era nato nel 1771 a Lons-le Saunier e nel 1834 contava 63 anni. Apprendiamo da un saggio, che ne ricorda le vicissitudini, che ha partecipato a vari conflitti in Europa, Tirolo e Spagna soprattutto. Dopo aver ricevuto in donazione alcuni beni in quel di Altomonte, si è ricondotto a Mileto e qui ha soggiornato parecchio. Ordinatogli di partire per la spedizione di Russia, era pervenuto già in Lucania quando gli è stato intimato di ritornare indietro.

    Ma ecco parte della cerimonia relativa al trasporto dell’antica statua di San Nicola a Mileto come esposta nei suoi “Souvenirs”:

«Il 5 dicembre 1812, a trecento cacciatori del reggimento, a cui si unì un gran numero di abitanti, fu ordinato di operare questa traslazione. La statua fu posta su una slitta, costruita espressamente, e imbrigliata con quaranta coppie di buoi, e poche ore furono sufficienti per il successo dell'operazione, che si concluse con le grida ripetute mille volte di Viva il Colonnello Desvernois e Nicolò Taccone (in italiano nel testo). Il capo del santo, la cui mitra era d'oro, fu ricollocata sulla statua, che il giorno successivo fu inaugurata col più grande apparato, alla presenza di oltre diecimila spettatori, accorsi da tutti i punti della vasta diocesi di Mileto»[1].


    A riguardo del territorio della Piana, nelle “Memorie” non riporta impressioni di sorta, ma tiene a riferire almeno qualche episodio. Nel gennaio del 1813 veniva data «alla guarnigione, alle signore e ai nobili della Città di Palmi» una festa con ballo, che è risultata alquanto turbata e forse cessata prima d’iniziare a motivo di una sortita degli inglesi, ch’erano sbarcati «nei pressi della strada che sale per Palmi». L’epilogo si è configurato però una vera carneficina in danno di coloro che avevano pensato di cogliere di sorpresa i francesi. Nella notte tra il 21 e il 22 aprile poi, appreso che degli insorti si trovavano in forze avanti Casal Nuovo, con due battaglioni presi dal contingente che operava sui Piani della Corona, si è precipitato nella zona, dove ha rimesso le cose a posto.
    Desvernois si è trovato ad operare parecchio sia nella zona meridionale che in quella settentrionale della Calabria in particolare nell’ultimo periodo del dominio murattiano. Si è dato alla caccia dei borbonici provenienti dalla Sicilia e che infestavano sia la costa intorno a Villa che a partire da Capo Spartivento. In particolare, ha dovuto impegnarsi in quel di Scilla anche a causa del fulmine che il 14 gennaio 1815 aveva causato una strage tra i militari di stanza nel forte. Si è stanziato con la moglie in un certo periodo ad Altomonte e si è occupato per la costruzione di una strada utile a coloro che pervenivano da Castrovillari, Cosenza e Lungro. Ha avuto varie ovazioni dove perveniva e nel soggiorno ad Altomonte, in amicizia con quei padri, tra l’altro, si è dato ad organizzare una biblioteca con 200 volumi e un medagliere e ha affidato la cura dei suoi interessi a p. Scaramucchio del soppresso convento dei domenicani. A quanto scrive, la moglie vi aveva delle proprietà. È intervenuto tempestivamente anche in difesa del vescovado di Mileto, che in tanti richiedevano fosse spostato a Monteleone. Si paventava allora una vera sollevazione. Tra le tante prodezze vantate anche la lotta contro i pirati algerini che si portavano sovente in Calabria compresa la cattura di un bastimento siracusano, che operava il commercio clandestino del sale. Anche allora!

    Caduta ogni speranza per Murat di conservare il regno in seguito alla definitiva sconfitta di Napoleone a Waterloo, al maggior generale francese non restava ormai che abbandonare la Calabria, per cui a Messina il 13 giugno 1815 riusciva a imbarcarsi su un battello greco che faceva vela per Tolone. Napoleone III lo creerà commendatore della Legion d’Onore e generale conte di Serre. Si fregerà pure dell’ordine delle Due Sicilie[2]

     Le memorie del Desvernois sono state edite una prima volta, come in nota, nel 1858 per interessamento di una sua nipote (Memoires du général Bon (barone) Desvernois d’après les manuscrits originaux-Publiés sous les auspices de sa nièce M.me Bousson-Desvernois 1789-1815, Paris, Ch. Tanera Editeur Librairie Plon-E. Plon, Nourrit et C.ie Imprimeurs-Èditeurs. L’introduzione e le note sono di Albert Dufourcq). Una successiva edizione si è verificata nel 1898, sempre a Parigi a cura degli stampatori-editori E. Plon, Nourrit e C.ie. Un’impeccabile traduzione è avvenuta nel 1993 e si deve al Prof. Giuseppe Misitano (N. F. Desvernois, Un Generale di Napoleone nel Regno di Napoli Memorie di N. Ph. Desvernois 1801-1813, Qualecultura Jaca Book, Vibo Valentia 1993. Ampie notizie sulle peripezie dei manoscritti del Desvernois e sui suoi mancati editori è dato leggerle a cura di Alberto Lumbroso su una nota rivista, la Rivista Storica Italiana (Dir. C. Rinaudo, vol. XV (III della N. S.), Fratelli Bocca, Torino ecc. 1898, pp. 444-447). 
                                                                                                                                                                           Rocco Liberti
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[1] Souvenirs militaires du Baron Desvernois redigés d’après les documents authentiques par Emm. Bousson de Mairet, Paris Ch. Tanera Editeur 1858, p. 147, trad. dal francese.


[2] Ivi.