domenica 19 luglio 2015

ECCO IL DECRETO VESCOVILE SULLE PROCESSIONI !!!

di Bruno Demasi
      Grazie all’ attenta informativa ricevuta dall’amico Giuseppe Princi sono in grado di pubblicare qui il decreto dei vescovi della Calabria, da leggere tutti con grande attenzione e concernente gli

                              “ABUSI DA ELIMINARSI NELLE PROCESSIONI

     Nelle sacre processioni si proibisca tutto ciò che in qualunque modo non riveste carattere sacro e liturgico, principalmente l’abuso di protrarre per più ore e certe volte fino a sera le medesime, portando per tutti i vichi le statue dei Santi, più l’abuso, di sostare con le stesse alla porta dei fedeli, per raccogliere le offerte; e, ciò che è ancora peggio, di portare nelle case dove sono cortili o spazi, le statue; oppure avvicinarsi con esse ai balconi o alle finestre dei devoti, per incassare elemosine, o attendere che il denaro venga attaccato alle vesti dei Santi dagli oblatori; più altri abusi!... “ 

    Il decreto, di per sè chiarissimo, ha comunque già ricevuto un’ampia illustrazione da un attento monsignore , che vale la pena riportare qui almeno per gli aspetti più salienti:

   “…Se gli Italiani delle altre regioni conoscessero le pagliacciate o le profanazioni che hanno luogo tra noi, griderebbero allo scandalo, al sacrilegio e si domanderebbero, se la Calabria sia un pezzo d’Africa selvaggia, o la terra di tutte le superstizioni. Ma è possibile che…il soffio del progresso del vivere civile non debba penetrare nei nostri paesi e che le processioni sacre abbiano a svolgersi nel modo sopra deplorato?… Possibile che l’Autorità Ecclesiastica mai abbia alzata la voce di protesta contro tali abusi?...Ad onor del vero bisogna dire che non una sola, ma mille volte (in passato) la parola dei Pastori si alzò, per protestare e flagellare codesti abusi e codeste profanazioni, ma dato che hanno radici profonde, non si potè … estirparli. Sicchè lo sconcio qua e là continua!...
    E in certi luoghi le processioni sono addirittura delle carnevalate!...Carnevalate, perché durante il corteo processionale, al suono di tamburi e di zampogne, si balla e si fa ballare anche il santo ossia la statua; si mangia e soprattutto si beve!...Non si va perciò lontani dal vero affermando che spesso le processioni finiscono in bagordi o baccanali!... 

    Ora con tutto questo scandalo religioso i Padri (vescovi)…col Decreto suddetto proibiscono tutto ciò che non è conforme al sentimento religioso e alla sacra liturgia.

RIFORME NECESSARIE
Le riforme che si impongono sono le seguenti:
1. Le processioni…non siano molto lunghe;
2. Le statue, fatta qualche rara eccezione richiesta da consuetudini e da prudenti quanto plausibili ragioni locali, siano portate per le sole vie principali. Andare a zonzo con i Santi… non solo è indecoroso, ma produce stanchezza…;
3. Preferibilmente le processioni si facciano di mattina, dato che nelle ore alte del pomeriggio (…il vino. n.d.r.) e gli animi maggiormente acesi…. Possono dar luogo ad incresciosi incidenti, e l’oscurità aumenterebbe il disordine;
4. Le offerte si attacchino a uno stendardino o si depongano in vassoi o altro.
I Santi per le vie non debbono fare …gli accattoni. Né si appiccichi più alle loro vesti o alle braccia della carta-moneta. E’ un vero controsenso. I Santi che in vita non ebbero attaccamento alcuno per il denaro, debbono mostrare di averlo ora che si trovano ricchissimi di gloria in Cielo?....

I VOTI
    Come fare per certi voti? ( o per certi ex voto che restano impunemente attaccati alle statue?)… Quella pacchiana per es. vuole dare il voto, ma proprio quando la statua passa vicino alla casa sua, rasentando il balcone: non prima e non dopo. Dev’essere lei, col vestito sgargiante e con le dita riccamente inanellate, che deve appenderlo… Ebbene la signora…sappia che al Santo riesce poco gradito un tale voto, appunto perché non conforme allo spirito cristiano e alle disposizioni ecclesiastiche…. 


DARE UN TAGLIO…
…Su questo punto non si deve mollare. Si perdano magari le offerte, ma mai in dignità Alla falsa pietà si dia una buona volta un taglio. Il Rubicone si passi coraggiosamente e si dichiari guerra a tutti gli abusi e relative superstizioni, per arrivare alla desiderata riforma.
    I voti o il denaro promessi al Santo chi non li vuole dare nel modo stabilito, se li tenga in perdizione. La devozione che non è sincera, Dio non la vuole e la punisce!...

SPERANZE
   …Avrà il presente Decreto la degna realizzazione?... Auguriamoci di si… c’è da nutrire la speranza che le processioni esterne dei Santi riacquisteranno, in tutti i paesi della Calabria, il decoro…perduto e avranno il loro naturale svolgimento, secondo le prescrizioni canoniche della disciplina ecclesiastica.

LAVORIAMO!...

   Occorre lavorare…le riforme richiedono accurata preparazione. I Parroci e i Rettori delle Chiese ne parlino di frequente ai fedeli.(Così anche) i dirigenti delle associazioni…i predicatori… e l’autorità laica, quando occorra, intervenga per tutelare le leggi emanate dalla Chiesa, appoggiando coi mezzi coercitivi le sue iniziative di salutari riforme, che riguardano il culto esterno. Il Codice Penale non punisce forse coloro che pubblicamente vilipendono la Religione dello Stato?...”
                                                                         ___________
    Il decreto sopra riportato è del “Concilio dei Vescovi calabresi” , di cui faceva parte per la diocesi di Oppido il vescovo, mons. Nicola  Colangelo( allora non esistevano né la C.E.I. né la C.E.C.) ha il n.274, è stato promulgato nel 1936 e non è stato mai abrogato ! 
    Il commento illustrativo  è opera di Mons. Luigi Guido (dottore in sacra teologia ed in utroque jure) pubblicato nel volume “Per la fioritura della Fede e dei costumi in Calabria  - ossia Il Concilio plenario Calabrese spiegato al popolo” edito in Pompei nel 1939, pagg. 154-158).
    Il linguaggio usato sia nel decreto che nel commento sono privi di ogni ridondanza. Asciutto e immediatamente chiaro per  tutti, non si rivolge nè a quell'universo informe a volte definito come “pietà popolare” né ai cosiddetti cattolici “adulti”, ma all’intero popolo di Dio, senza distinzioni e discriminazioni.
    Il decreto, infine, e la relativa illustrazione ( ostacolata quasi subito dallo scoppio della II guerra mondiale) pare abbiano avuto una gestazione e un tempo di pubblicazione di pochissimi mesi. .
   Tempo certamente apprezzabile, ma lunghissimo se commisurato alla fulminea celerità con cui oggi invece la Conferenza Episcopale Calabra assume e diffonde le proprie decisioni unitamente all' interpretazione esatta delle stesse.